mercoledì 7 giugno 2023

MEMORANDUM SULLA GUERRA IN UCRAINA (IX puntata)

Caro Ulisse, leggendo su La Stampa e su La Repubblica i resoconti e i commenti sulla guerra in Ucraina mi sono convinto che non ci dicono, tutta la verità. Per esempio sull'attentato distruttivo dei due gasdotti tra Russia e Germania e sul crollo della diga sul Dnieper su detti giornali si mantiene una linea di indecifrabrilità. Per me, usando un sempre saggio motto , per esaminare le causa di un fatto bisogna vedere "cui prodest" cioè "a chi serve". La disattivazione degli strumenti per consentire alla Russia di fornire/vendere gas alla Germania e quindi all'Europa che ne ha estremo bisogno, e ciò anche nel futuro stante, praticamente, la distruzione di tale gasdotto, non giova certo alla Russia ma invece impedisce alla Germania di avere in futuro la fornitura di un importante fattore economico ed alla Russia di poter ottenere un importante incasso economico. A chi giova quindi interrompere anche per il futuro (per ora bastavano le sanzioni) un importante collegamento tra economia russa ed economia europea, fattore primario per una auspicabile integrazione tra Russia ed Europa (sempre ostacolata dagli USA) ? A chi interessa fare tutto ciò ? Evidentemente all'Ucraina e l'ha fatto nel modo più subdolo: dando un pugno all'Europa e nascondendo la mano. Naturalmente i media non vanno a fondo del caso: sopire, non parlarne, far dimenticare, è vecchio metodo per evitare gli scandali. Lo stesso metodo mi pare si stia applicando nell'esame dell'enorme disastro causato dalla rottura della diga sul fiume Dnieper. Gli ucraini parlano di azione terrorista dei russi ma i media, in genere, non considerano che se fossero loro, i russi, gli autori tale atto si auto-danneggerebbero perchè l'acqua dolce di tale diga è quella che nutre la Crimea, oggi dai russi considerata come terra propria e quindi difesa e non dannegabile. Trovo poi vergognoso e di un cinismo senza pari che Velenski preveda "molti morti" nel proseguire la guerra. Per me, e mi pare di averlo già detto in pòrecedenti puntate: la vita vale più di un confine. Medita Ulisse e dimmi se sbaglio, il che nella mancanza di obiettività delle notizie che ci impongono, potrebbe anche succedere. Ma pensare e ragionare non fa mai male. Leggi un illuminante libretto di Beniamin Abelow "COME L'OCCIDENTE HA PROVOCATO LA GUERRA IN UCRAINA" Prefazione di Luciano Canfora - Editore Fazi - 10,00 euro. CIAO

martedì 25 aprile 2023

ARIA DA DESTRA

Caro Ulisse, è da un pò di tempo che ti scrivo sempre sulla guerra in Ucraina perché in effetti sono sempre più tormentato da questa enorme ferita che si è aperta nel corpo dell’ umanità e che non accenna a guarire perchè non si sa come guarire o forse non si vuole guarire. Addolorato ed impotente di fronte a quanto continua ad essere rivelato giorno per giorno su questa guerra: sempre più morti sempre più sangue e quindi sempre più dolore mentre l'Europa compresa l'Italia praticamente sta a guardare quando non subisce gli ordini dell’America del suo attuale presidente Biden ossessionato dal comunismo. Infatti nessuno mi toglie dalla testa la convinzione che alla base delle volontà di distruggere Putin e soprattutto annientare politicamente la Russia vi sia sempre il vecchio timore/odio anticomunista per un sistema politico di opposizione al sistema capitalistico di cui gli Stati Uniti sono i paladini armati. Sarò forse troppo audace nel vedere il sistema politico capitalistico ( in soldoni una teoria dello Stato di destra) infiltrarsi sempre più in Europa ed in particolare in Italia dove attualmente regna Giorgia Meloni. Nei suoi primi passi il governo meloniano appare totalmente impegnato nelle necessità e nei limiti della gestione dell'esistente e quindi con tutte le incertezze e le difficoltà del presente ma già si intravedono in alcuni provvedimenti (decreto c.d. Cutro di stretta poliziesca sul fenomeno della immigrazione, le direttive per una scuola essenzialmente merito-cratica, il poco interesse per il sistema sanitario pubblico con il relativo favoreggiamento di quello privato, tutto all’insegna del “fare”) le linee portanti di un sistema capitalistico dove gli interessi privati prevalgano sull’interesse collettivo, insomma il sistema di “ Dio, patria e famiglia con legge ed ordine” che sono poi i principi del fascismo. In questa corrente di pensiero (compreso il fascismo che non diventa esplicito antifascismo) Giorgia Meloni si muove con prudenza e abile ambiguità e piace. A questo proposito, caro Ulisse vorrei esplicitarti una mia osservazione. Gli uomini politici piacciono se sono prestanti, bravi affabulatori, più che pensatori. Le donne politiche piacciono se sono belle, carine più che intelligenti. Giorgia Meloni è carina , piena di faccine e mossette gesti affettuosi, affabulatrice e intelligente . Qualunque siano le sue idee durerà ! Ciao, Antonio. Cuneo 2023-04-25

domenica 12 marzo 2023

RELAZIONE SULLA PRIMA LEZIONE DI SCUOLA DI POLITICA

Caro Ulisse, Ieri si è tenuta la prima lezione del CORSO RINTOCCHI DI CAMPANA " di cui ti ho relaznato nel blog precdente a questo. Ti copio la SCALETTA DEL MIO INTERVENTO VI DIMOSTRO COME SI PUO’ COMUNICARE IL PROPRIO PENSIERO IN 3 MINUTI Contro l’argomento aggressore/ aggredito, tutela dei valori occidentali (libertà- democrazia) Per la pace ho un solo dirimente argomento TUTELA DELLA VITA DEI CIVILI E DEI MILITARI PRIMUM VIVERE Diceva Giovanni AMENDOLA (morto sotto i colpi del fascismo) “Quando si ha in sorte di passare attraverso cataclismi storici - come il fascismo - e quando la realtà non offre mete sicure e mezzi di sicuro rendimento, la storia ammaestra che bisogna ubbidire ad un unico criterio: vivere". ALLA PACE BISOGNA SACRIFICARE ANCHE I CRITERI DI GIUSTIZIA Vi racconto un racconto : Ai tempi del grande RE Salomone un giorno si presentarono dinanzi a Lui due donne. Una delle due disse: “Ascoltami, signore! Io e questa donna abitiamo nella stessa casa; io ho partorito mentre lei era sola in casa. Tre giorni dopo il mio parto, anche questa donna ha partorito; noi stiamo insieme e non c’è nessun estraneo in casa fuori di noi due. Il figlio di questa donna è morto durante la notte, perché essa gli si era coricata sopra. Essa si è alzata nel cuore della notte, ha preso il mio figlio dal mio fianco – la tua schiava dormiva – e se lo è messo in seno e sul mio seno ha messo il figlio morto.Al mattino mi sono alzata per allattare mio figlio, ma ecco, era morto. L’ho osservato bene; ecco, non era il figlio che avevo partorito io”. L’altra donna disse: “Non è vero! Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto”. E quella, al contrario, diceva: “Non è vero! Quello morto è tuo figlio, il mio è quello vivo”. Le donne discutevano gridando e minacciandosi così, alla presenza del re. Egli disse: “Costei dice: Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto e quella dice: Non è vero! Tuo figlio è quello morto e il mio è quello vivo”. Allora il re ordinò: “Prendetemi una spada!”. Portarono una spada alla presenza del re. Quindi il re aggiunse: “Tagliate in due il figlio vivo e datene una metà all’una e una metà all’altra. La madre del bimbo vivo si rivolse al re, poiché le sue viscere si erano commosse per il suo figlio, e disse: “Signore, date a lei il bambino vivo; non uccidetelo, è figlio mio!”. L’altra disse: “Non sia né mio né tuo; dividetelo in due!”. Presa la parola, il re disse: “Date alla prima il bambino vivo; non uccidetelo. Quella è sua madre”. Più forte degli argomenti, più forte della guerra fra le due presunte madri che avrebbero far vincere subito la vera madre, fu la pietà della vera disposta a perdere il proprio bambino purchè fosse salvo a lasciare la vita al bimbo e dar ragione alla vera madre, senza spargimento di sangue. Io penso che questa guerra tra Russia ed Ucraina, come tutte le guerre, la vincerà chi avrà più PIETAS cioè rispetto dell’uomo della sua vita dell a sua famiglia delle sue cose. ANTONIO SARTORIS . Ciao Ulisse.

LEZIONI DI POLITICA - L'ALTRA CAMPANA

Caro Ulisse, sono andato a cacciarmi in un'altra avventura.- Ti rimetto qui di seguito il testo della locandina di lancio. RINTOCCHI DI CAMPANA Non chiedere per chi suona la campana ? Suona per te John Donne (Londra,1572-1631). 1) VENERDI’ 10 Marzo 2023 - ore 20,45 L’Europa in guerra in Ucraina: cosa c’è davvero in gioco. RELATORI: Alessandro Orsini e Fabio Mini 2) VENERDI’ 17 Marzo 2023 - ore 20,45 Tema: DIO - DIALOGANO: Franco Cardini e Gad Lerner 3) VENERDI’ 24 Marzo 2023 - ore 20,45 Tema: PATRIA - DIALOGANO: Ernesto Galli della Loggia e Tomaso Montanari 4) VENERDI’ 31 Marzo 2013 - ore 20,45 Tema: FAMIGLIA - DIALOGANO: Donata Francescatto e Sergio Belardinelli ********* Tutte le lezioni si svolgeranno in video nella sala grande della Fondazione Casa Delfino in c.so Nizza n. 2 – Tel. 3388278033 INGRESSO LIBERO - SARANNO GRADITI BREVI COMMENTI PRESENTAZIONE In un momento storico in cui, nella nostra società, emergono espliciti segni di ignoranza e/o indifferenza, la Fondazione Casa Delfino (Onlus) sente la necessità di invitare a tornare a scuola. Per ritrovare il desiderio di cambiare noi stessi: e quindi il mondo. Per costruirci gli strumenti per farlo. Non potendo realizzarli in proprio, per motivi economici ed organizzativi, tali strumenti la Fondazione Casa Delfino (Onlus) ha pensato di ricavarli dalle LEZIONI della SCUOLA DE IL FATTO QUOTIDIANO, e ALTRE da FONTI DIVERSE per farne divulgazione e argomentazione. La scuola, diceva Piero Calamandrei, è un organo costituzionale: «Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue». Il sangue di una democrazia sono i suoi cittadini: e se la nostra democrazia è oggi così terribilmente anemica, è perché abbiamo smesso di rinnovare il sangue, cioè di formare cittadini consapevoli. Ma non è tardi: e il momento è ora. La Costituzione fonda la nostra Repubblica anche sulla cultura e sulla ricerca (art. 9): cioè su una conoscenza sempre rinnovata, e aperta a tutti. Solo attraverso questa conoscenza possiamo concorrere «al progresso materiale e spirituale della società» (art. 4). E solo così davvero «la sovranità appartiene al popolo» (art. 1). Solo così, insomma, la democrazia non è solo una bella favola, ma diventa una cosa concreta, che si tocca e si abita: una casa aperta a tutte e a tutti. Queste lezioni non nascono per fare concorrenza alla scuola della Repubblica, o all’università. Vogliono dare altri strumenti, in totale libertà. Vogliono parlare a tutte e a tutti: senza limiti di età o di condizione sociale, senza vincoli e senza padroni. Vogliono dare informazioni e spunti di riflessione che gli altri non danno. Abbiamo dimenticato di chiederci: a cosa serve la conoscenza, a cosa serve la scuola? Con queste lezioni vogliamo costruire, insieme, la democrazia attraverso il pensiero critico. Dobbiamo imparare a leggere il mondo, se vogliamo cambiarlo. Iniziamo col proporre quattro lezioni, di cui la prima di stretta attualità: la guerra in Ucraina. Proseguiremo come da calendario a retro fino a Pasqua. Se l’iniziativa susciterà qualche interesse, proseguiremo. Grazie per la partecipazione e arrivederci Antonio Sartoris

martedì 14 febbraio 2023

MEMORANDUM SULLA GUERRA IN UCRAINA (VIII° puntata)

Caro Ulisse, dopo aver vissuto tutte le cose spiacevoli avvenute sotto il “regno” del Cav. Berlusconi oggi, dopo quanto lui ha detto ieri, non lo “bacerei in bocca” come ha detto Vauro, ma mi tolgo il cappello ! Cosa ha detto ieri, testualmente, dopo aver votato, Berlusconi riferendosi a Zelensky “bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo (la guerra) non sarebbe accaduto . Quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore…Io a parlare con Zelensky (come ha bramato la Meloni), se fossi stato il Presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato, perché stiamo assistendo alla devastazione del suo Paese ed alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili”. Questa è esattamente la tesi che ho sostento – ricorderai – nella quinta e sesta puntata di questo MEMORANDUM SULLA GUERRA IN UCRAINA. Ho citato il patto di Minsk firmato per una mutua convivenza dall’Ucraina come dalla Russia, e dalla Germania e Francia che avrebbero dovuto esserne garanti, e poi subito violato dall’Ucraina con la repressione dei filo-russi del Donbass, provocando la morte di decine di migliaia di essi. Rivolto poi a Joe Baiden, Berlusconi ha detto” Per arrivare alla pace, il signor presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli: “è a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l’Ucraina… bisogna che tu domani ordini il cessate il fuoco perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi “. Solo questo potrebbe convincerlo ad arrivare a un cessate il fuoco”. Questo detto da Berlusconi è il vero pensiero di tanti italiani ma l’ho visto integralmente riportato e commentato solo su IL FATTO QUOTIDIANO da Massimo Fini ed Alessandro Orsini. Non dubito che passerà presto nell’oblio di tutti media, e sopra tutto di tutti i politici (e penso con amarezza alla “sinistra”) e l’inutile strage, continuerà, continuerà, continuerà- Con la disperazione in cuore , ti saluto Ulisse. AS. Cuneo, 14 Febb. 2023

lunedì 9 gennaio 2023

IRAN

Caro Ulisse, Circa un mese fa è venuta alla Fondazione, a trovarmi, una ragazza, Sara. Non so perchè, quando e dove sia venuta a Cuneo: era una ragazza piena di vivacità ed energia. Era venuta a chiedermi di fare qualcosa contro il massacro dei giovani che nel suo paese combattono per la libertà. Le confessai tutta la mia impotenza in questa guerra come in quella in Ucraina e se ne andò insieme al suo gatto che aveva sempre con sè. Il 22 Dicembre mi arriva un messaggio da Sara: "Io sono in Iran, al sicuro a casa di mio padre, Non so neanch'io come va la situazione in Iran. Grazie che ci pemnsi. Hai un cuore grande." Cosa dirle ? Le ho mandato questo messaggio: "" Cara Sara, difronte al massacro che state subendo (soprattutto voi giovani) in Iran sono profondamente turbato soprattutto dalla impotenza di fare qualcosa di utile per Voi. Questa mattina a Roma dinanzi alla vostra ambasciata sono state deposte “300.000 (trecentomila) firme per il popolo iraniano” come ha scritto il giornale L;A STAMPA di Torino che le ha raccolte. Nei confronti del Vostro governo fanatico ed inumano probabilmente non serviranno ma è l’unico modo con cui il semplice cittadino può esprimere un po’ di solidarietà con Voi: i nostri Governi potrebbero fare molto di più. Quando ho fondato la sezione di Amnesty a Cuneo ho constatato che qualche volta la consapevolezza di avere addosso gli occhi del mondo, qualche dittatore l’ha fermato. Non mi faccio illusioni : dimmi se hai qualche idea di iniziative di solidarietà da realizzare a Cuneo. Intanto mi raccomando di essere prudente e riguardati. Ti mando un pensiero di una vittima della violenza del Fascismo : Giovanni Amendola, politico, giornalista e accademico italiano. All’inizio del 1925, Mussolini accentua la politica repressiva del governo nei confronti delle opposizioni, ritiratesi dal Parlamento sul famoso Aventino. Il 20 Luglio 1925 Giovanni Amendola viene aggredito e violentemente “pestato” : si rifugia in Francia dove viene curato ma muore per le conseguenze delle ferite subite il 7 Aprile 1926. Sulla sua tomba a Cannes stava scritto “qui vive Giovanni Amendola…...aspettando”. Ebbene Giovanni Amendola, antifascista e martire lasciò scritto: ” Quando si ha in sorte di passare attraverso cataclismi storici -. come il fascismo - e quando la realtà non offre mete sicure e mezzi di sicuro rendimento, la storia ammaestra che bisogna ubbidire ad un unico criterio: vivere e durare, come uomini e come forme politiche. I vecchi politici, quando si trovavano di fronte a situazioni apparentemente insuperabili, formulavano così la loro terapia: io e il tempo”. Quindi, cara Sara, mi raccomando, devi vivere e durare e sarà il tempo a far trovare libertà e giustizia alla Tua patria. Un saluto caro a te ed alla Tua famiglia ed anche al gatto. ANTONIO SARTORIS"" Non so se le ho dato un consiglio di spertanza o di vigliaccheria. Ciao Ulisse, A.S.

sabato 7 gennaio 2023

UNO STRANO NATALE

Caro Ulisse, come ti ho detto nella mia ultima lettera, ho pubblicato un altro mio "girino" dal titolo "DALLA RUSSIA CON AMORE" e poichè volevo sapedre almeno il parere della famiglia, a Natale, quando ci si ritrova ne ho distribuito copie a tutti, ed ho letto - come faccio ogni anno - una mia novella dedicata a questo tema. Te la manmdo: UNO STRANO NATALE Erano circa le dieci del mattino e a Cuneo nevicava. Squillò il telefono: “ E’ il signor Antonio Sartoris” - “ si, sono io” “qui è l’ambasciata della federazione Russa a Roma: le passo il sig. Ambasciatore ” “ Caro avvocato, come stà ?” “Io bene, ha ricevuto il mio libretto “Dalla Russia con amore”?” “ Si, è proprio di questo che le volevo parlare: l’abbiamo mandato a Mosca e ci hanno detto di chiederle se poteva presentarlo in Russia.” A questa proposta sono rimasto un po’ interdetto e poi mi è venuto di getto, rispondergli : “Si, vengo ma a San Pietroburgo”. “Grazie “ mi rispose. “ Le manderemo ulteriori notizie. Tanti auguri di buon Natale e spasibo avvocato”. Come al solito, dopo aver preso una decisione, me ne pento: oggi alla Russia - secondo una vulgata che va forte in tutta Europa - non bisognerebbe dare alcun segno di solidarietà. Ma nel mio libretto, proprio nella premessa io dico: Nonostante questa terribile guerra tra Russia ed Ucraina “in me rimangono saldi i ricordi degli accadimenti avvenuti in quei luoghi, le vite, i costumi e le arti di quelle genti di comune etnia fin dalla lontana comune origine, in breve, della loro civiltà, i ricordi della Grande Russia”. E’ quel glorioso passato che io vado ad onorare - mi dissi - . perciò , al diavolo la guerra : vado in Russia. Ne parlai in famiglia e tutti furono d’accordo: andiamo a San Pietroburgo. L’ambasciata russa mi confermò che ci avrebbero offerto loro l’intero soggiorno per me per i miei cari. Ma per il viaggio, dato le restrizioni dei loro voli, dovevamo pensarci noi. Arrivammo a San Pietroburgo con un aereo privato che, naturalmente pagai io. . Il viaggio fu perfetto, l’arrivo un po’ meno perché per cena, stante la notte inoltrata, dovemmo accontentarci di due cetrioli e uno yogurt. Il giorno dopo il nostro arrivo ci avevano fissato un appuntamento nella hall dell’albergo Russìa : arrivò uno stangone con un colbacco a cui mancava solo la stella rossa: mi parve più un agente del KGB che non una guida turistica. Mi chiese come era composto il gruppo. Volli prenderlo in giro : “ lo Zar, la zarina, due granduchesse, quattro, dame di compagnia, tre boys-ardi e due cani”. “Ah - disse il guardiano - Romanov ?” - “No - risposi io - Milanov !”. Non rise. Per me la Russia erano le sue chiese dagli alti campanili con l’elmo slavo dorato, i cavalli delle troike al galoppo sulla neve, quella del dottor Zivago con a fianco Julie Christie, ma la prima cosa che chiesi alla mia guida fu di visitare il cimitero a fianco del monastero di Aleksandr Nevskij. Sapevo che lì riposano molte eminenti personalità dell’arte e della cultura russa: cercavo l’atmosfera in cui avevo concepito il mio libretto. Potei così salutare i grandi russi : musicisti come Mussorgskij, Rimskij -Korsakov, Balakirev, Borodin, Čajkovskij, e grandi scrittori come Dostoevskij, Gogol, ma anche il coreografo dei grandi balletti russi, il francese Marius Petipa, e l’italiano Carlo Rossi, l’architetto italiano che con i suoi palazzi diede il volto bello della Prospettiva Nevskij. Tutti noi eravamo, avvinti dalle notti bianche e mi ricordo che mio nipote che è un film-maker fu folgorato dalla Neva ghiacciata: farò un film su Rasputin - disse -qui dove, dopo averlo invano avvelenato e avergli sparato, lo finirono annegandolo. Mi ricordo che l’altro nipote si mise a cercare l’indirizzo di una sua amica turca che aveva conosciuto a Dublino quando lavorava alla Google e si era poi trasferita a San Pietroburgo. Mi ricordo che il ragazzino voleva assolutamente vedere la squadra di calcio “Dinamo”£, in azione, e che io (con le mie relazioni) gli trovai il biglietto. Mi ricordo che i magazzini Gum che nel 1965 (il mio primo viaggio in Russia) erano praticamente vuoti di merci, ora ne erano strapieni. Venne il giorno della conferenza. L’appuntamento era dinanzi all’entrata dell’ Ermitage, il grande museo voluto da Caterina II° all’interno del “palazzo imperiale d’inverno”. Ci scortarono su enormi scaloni con la passatoia rossa, attraverso innumerevoli saloni pieni di quadri, di ceramiche, di gioielli, un tempo tutti tesori degli Zar. Alla fine di questo lungo pellegrinaggio si aprì una porta dorata e due camerieri in parrucca e polpa ci introdussero in una grande sala tutta luci di lampadari di cristalli di Boemia dove c’era una marea di poltroncine bianche, tutte vuote. Non c’era nessuno e nessuno arrivava. Sotto lo sguardo severo di Pietro il Grande e Caterina II° ritratti in grandi quadri appesi alle pareti, noi ci sentimmo presi giro. Finalmente arrivò di corsa il mio traduttore, che doveva essere anche il mio presentatore: “Dovete scusarci, non l’ avevamo previsto, ma oggi è morto Putin ! ” Caro Ulisse, se la novella ti è piaciuta leggi il mio "girino" : lo potrai trovare a Cuneo, presso il bookstore L'IPPOGRIFO in C.so Nizza con l'offerta di 5 € alla Fondazione Casa Delfino. Ciao e auguri di buon anno. ANTONIO

DALLA RUSSIA CON AMORE

 

Caro Ulisse, ho pubblicato un'altro dei miei libretti della,serie "i girini" che porta il titolo "DALLA RUSSIA CON AMORE". A Cuneo lo si può avere presso il Bookstore "l'Ippogrifo" in Corso Nizza con l'offerta alla Fondazione Casa Delfino di 5. Perchè se ne comprenda l'intento ed si abbia una idea del suo contenuto ti trascrivo la "premessa" che vi ho posto: Dedicato alla memoria di Michail Gorbacio Premessa Penso alla vita come a un grande fiume il cui inarrestabile corso trascina con sé cose e persone verso l’infinità del mare. Oggi in questo mare sono, davanti a tutti, navi da guerra: Putin, l’Ucraina, la Nato, gli Stati Uniti d’America, e gli Stati separati d’Europa. Io non salgo su nessuna di queste navi e sto sulla riva del fiume a guardare: non posso fare altro e non parlerò. Mi fa troppo male. Mi fa troppo male vedere che dopo tante guerre fratricide, dopo due guerre mondiali, quella del 1916-1918 e quella del 1940-1945, l’Europa, questa nostra vecchia cara Europa, culla della civiltà occidentale è nuovamente infiammata dalla guerra. Il grande storico francese Marc Bloch insegnava che “l’incomprensione del presente nasce fatalmente dalla ignoranza del passato”. In questi momenti in una parte dell’Europa vedo, bruciare tante vite umane, anche di innocenti ed inermi, vedo cadere distrutti tanti beni privati e pubblici ma, in me, rimangono saldi i ricordi degli accadimenti avvenuti in quei luoghi, le vite, i costumi e le arti di quelle genti di comune etnia fin dalla lontana, comune origine, in breve, della loro civiltà: i ricordi della Russia. E’ la perdita, per tante cause, della consapevolezza della sua identità come “popolo” con una storica vocazione europeistica, che ha provocato questo disastro. Sono convinto che solo la realizzazione di una grande, unita Europa potrà darle pace e con le comuni ricchezze e tecniche farla prosperare nel futuro. Il mio vuol essere un piccolo gesto di empatia e di ammirazione per la storia, l’identità del popolo russo (definizione da considerarsi molto comprensiva) che con straordinario impegno di rinunce e di lavoro ed enormi sacrifici di uomini (solo nell’ultima guerra contro il nazi-fascismo 26 milioni di morti fra civili e militari) ha sconfitto Napoleone, ha sconfitto Hitler, ha diffuso nel mondo un messaggio di amore nell’uguaglianza e nella libertà e oggi si trova in balìa di “condottieri” che dimenticano ogni sentimento di rispetto delle popolazioni che dovrebbero proteggere e di un patrimonio di cose e di case che i loro padri hanno costruito con tanto ingegno e sacrificio. Sì, sono un russofilo! Leggete questo compendio della loro civiltà, e capirete perché. Caro Ulisse, spero che questa mia iniziativa sia capita nel verso giusto e nella prossima lettera ti dirò come è stata accolta in famiglia. Ciao e buon Natale ANTONIO

martedì 29 novembre 2022

MEMORIALE SULLA GUERRA IN UCRAINA (puntata VII°)

Caro Ulisse, Ho inviato al Dott. Travaglio de Il Fatto Quotidiano che è sempre attento ai miei sfoghi di pensiero, la seguente lettera Caro Direttore, Sui giornali di oggi leggo l'ultima trovata del parlamento europeo: per agevolare le trattative di pace tra Russia e l’Ucraina dichiara che "la Russia è uno Stato terrorista" . In detta deliberazione approvata con 494 voti favorevoli e 58 contrari (fra cui quelli dei 5 stelle, ispirati dal buon senso) si sostiene che "gli attacchi e le atrocità intenzionali delle forze russe e dei loro delegati (sic !) contro i cittadini, la distruzione delle infrastrutture civili, e altre gravi violazioni del diritto internazionale ed umanitario sono tutti atti di terrore e crimini di guerra”. Gli attuali rappresentanti dell'Europa hanno dimenticato o gli è stato comodo dimenticare che non molti anni fa, gli "alleati" hanno condotto l'ultima guerra mondiale anche con i bombardamenti a "tappeto" (migliaia di bombardieri che sganciavano centinaia di migliaia di bombe e spezzoni incendiari) sulle nostre città "civili" , uccidendo e ferendo milioni di cittadini "civili", distruggendo case e infrastrutture "civili". Hanno dimenticato che fra il 13 e il 15 febbraio 1945 Dresda, “la civilissim,a Firenze del nord “ subì tre terribili bombardamenti a tappeto ad opera dei bombardieri alleati (Inglesi), che sganciarono sulla città 3 900 tonnellate di bombe, di cui molte incendiarie, allo scopo preordinato di sterminare la popolazione, e fu nuovamente bombardata dalla USAAF, con 2 700 tonnellate di bombe, il 2 marzo e il 17 aprile del 1945. Gli americani nell’Agosto 1945 i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki hanno raso al suolo le "civilissime" città . Purtroppo le guerre attuali non si fanno più con le battaglia campali di stile napoleonico ma attaccando il nemico nella sua globalità nazionale e con qualsiasi mezzo possibile. E' per questo che bisogna evitare le guerre, anche quelle difensive perchè poi finisce che per difendersi bisogna attaccare secondo l'insegnamento del noto brocardo "se vuoi la pace prepara la guerra". Sì bisogna evitare le guerre, ed evitare che comincino. Antonio Sartoris PUBBLICATA SU “IL FATTO QUOTIDIANO” 28 Nov. 2022

lunedì 28 novembre 2022

MEMORIALE SULLA GUERRA IN UCRAINA (VI° puntata)

Caro Ulisse, purtroppo ho dovuto trascurarti per un po' perchè alla mia età (sono ormai 92 anni compiuti a ottobre), l'attività della Fondazione Casa Delfino di cui sono presidente, mi pesa parecchio. Poichè però vedo dalla statistica di questo mio blog che i lettori delle mie lettere a te non sono pochi, bene o male vado a avanti. Continuando nei miei commenti sui fatti di questa terribile, sanguinosa guerra (ma tutte le guerre lo sono) ricorderai che nella mia ultima lettera del 10 ottobre ho fatto riferimento agli accordi di Minsk che ponevano termine al conflitto che già nel 2014 contrapponeva le dichiarate Repubbliche del Donetsk e del Lugansk (russofile e russofone) allo stato centrale. Il compromesso raggiunto in detti accordi consentiva che lo Stato ucraino mantenesse la sovranità su detti territori ma insieme riconoscesse loro una certa indipendenza amministrativa. Una situazione simile a quella dell' Alto Adige anch’esso come Sud Tirolo oggetto di una “invasione” nel 1915/18 dell’ Italia contro l’Austria. Era evidente che mi richiamassi agli accordi Minsk per proporli come base per le nuove trattative di una tanto invocata pace tra Russia e Ucraina Mi ha fatto perciò piacere, perché concordante con le mie idee, apprendere che un gruppo di importanti intellettuali italiani ha firmato un appello per “ un negoziato credibile per fermare la guerra”. I firmatari sono: Antonio Baldassarre, Pierangelo Buttafuoco,, Massimo Cacciari,, Franco Cardini, Agostino Carrino, Francesco Izzo, Mauro Magatti, Eugenio Mazzarella, Giuseppe Vacca, Marcello Veneziani, Stefano Zamagni. Solo “Il Fatto Quotidiano” delli 16 Ott. 2022 ha dato notizia di questo appello con l’articolo che qui trascrivo. “La minaccia di un’apocalisse nucleare non è una novità. L’atomica è già stata usata. Non è impossibile che si ripeta. Di fronte a questa minaccia l’opinione pubblica sembra pericolosamente assuefatta. Si diffonde una pericolosa sensazione di inevitabilità e di rassegnazione, o, peggio, l’idea che solo una “resa dei conti” possa far nascere un nuovo e stabile ordine mondiale. Ma oggi nessuna guerra può imporre un ordine sotto le cui macerie non restino il pianeta, i popoli, l’umanità tutta. Non ci si può rassegnare. Ma a una volontà razionale di pace bisogna offrire uno scenario credibile per chiudere questo conflitto, divampato con l’aggressione russa al di là delle gravissime tensioni nel Donbass. Un conflitto che non può avere la vittoria tutta da una parte e la sconfitta tutta dall’altra. Tutti gli attori in conflitto, quelli che stanno sul teatro di guerra e quelli che l’alimentano o non lo impediscono , ne debbono essere consapevoli. Riteniamo che i governi responsabili debbano muoversi su queste linee: 1) neutralità di un’Ucraina che entri nell’UE, ma non nella Nato, secondo l’impegno riconosciuto, anche se solo verbale, dagli Usa alla Russia di Gorbaciov dopo la caduta del Muro e lo scioglimento unilaterale del Patto di Varsavia; 2) concordato riconoscimento dello status de facto della Crimea, tradizionalmente russa e illegalmente “donata” da Krusciov alla Repubblica Sovietica Ucraina; 3) autonomia delle regioni russofone di Lugansk e Donetsk entro l’Ucraina secondo i Trattati di Minsk, con reali garanzie europee o in alternativa referendum popolari sotto la supervisione dell’Onu; 4) definizione dello status amministrativo degli altri territori contesi del Donbass per gestire il melting pot russo-ucraino ce nella storia di quelle regioni si è dato ed eventualmente con la creazione di un ente paritario russo-ucraino che gestisca le ricchezze minerarie di quelle zone nel loro reciproco interesse: 5) simmetrica de-e-scalation delle sanzioni europee e internazionali e dell’impegno militare russo nella regione; 6) piano internazionale di ricostruzione dell’Ucraina. “Questo”, conclude l’articolo del Fatto Quotidiano che ho trascritto “l’appello dei “saggi” intellettuali firmatari dell’appello, che “idealmente”, sottoscrivo anch’io, e questi possono essere i punti di partenza per un cessate il fuoco che questo appello ,auspica fortemente. In una direzione simile va da ultimo la proposta di Elon Musk e da tempo le sollecitazioni di Henry Kissiger ad una soluzione che nel risetti delle ragioni dell’Ucraina offra una via d’uscita al fallimento militare di Putin sul terreno. Sono le linee più credibili di un negoziato possibile e necessario, anche per l’unica Agenzia mondiale all’opera davvero per la Pace, la Chiesa di Roma. Questa soluzione conviene a tutti, anche all’Occidente e n particolari ai Paesi dell’ UE, i più minacciati dall’ipotesi di un disperato attacco nucleare russo. E all’Ucraina stessa, se non vorrà essere la nuova Corea nel cuore dell’Europa per i prossimi 50 anni- “” Meditate, meditate, caro Ulisse e cari lettori di questa lettera. Questi sono pensieri per una pace di buon senso ! Ciao caro Ulisse e ciao a tutti i miei lettori. A.S.