lunedì 16 maggio 2016

Salone Pop? La cultura non è schizzinosa ma identitaria


Cuneo 15 Maggio 2016

Caro Ulisse,  poiché su LA REPUBBLICA di oggi ho visto una lettera della Signora Anna Abbà che si interroga sulla compatibilità delle attività “pop” ormai inserite nel Salone del libro di Torino, e la risposta del Sig. Maurizio Crosetti a cui la lettera è indirizzata e pubblicata con il titolo: “Salone pop? La cultura non sia "schizzinosa”,  ho ritenuto di far conoscere  al Sig. Crosetti de La Repubblica la seguente lettera, confidando che sia pubblicata.

CULTURA e INTRATTENIMENTO AL SALONE DEL LIBRO

Gentile Sig. Maurizio Crosetti,

Poiché sono impegnato in una attività (la Fondazione Casa Delfino (onlus) di Cuneo) che ha il fine di "fare cultura” sono rimasto sfavorevolmente colpito dalla sua affermazione che “un clamoroso errore della cultura sia essere schizzinosa anche perché, di solito, è lei  a decidere ciò che è culturale e ciò che non lo è “Premesso che io sono sostenitore delle “certezze/relative” cioè ritengo essere necessario, quando si deve agire, avere delle linee direttive ben certe anche se relative ai tempi ed ai luoghi in cui ci tocca vivere. In punto di cultura  condivido la tesi dell’ antropologo Cavalli Sforza  che fra i molteplici e differenti significati della parola cultura ne indica uno che mi sembra possa costituire una linea i demarcazione tra attività culturali ed attività di puro intrattenimento. Dice Cavalli-Sforza (la Repubblica del 4 Marzo 2015): “Il concetto di cultura può in qualche modo considerarsi alternativo a quello di natura, purché adottato in senso stretto, cioè riferito a quanto vi è di innato in noi, o più specificatamente di ereditato attraverso la biologia. In questo senso la “cultura” diventa, per opposizione, tutto quanto è appreso durante lo sviluppo”.

Io quale responsabile di attività che senza nessuna schizzinosità verso le altre, qualifico “culturali”,  attenendomi al criterio sopra indicato per cui culturale=appreso, ritengo di considerare culturali solo le attività che fanno apprendere e quindi “crescere” intellettualmente e moralmente l’uomo,  e non le attività che si limitino al solo suo intrattenimento.
Rispondendo alla signora Anna Abbà (la Repubblica 15 Maggio 2016 ) veda Lei con quale dei due criteri vadano giudicate le attività ludiche indicate dalla sig.ra Anna nell’ambito del Salone del libro. Problema che si pone anche a Cuneo ed in tutti i luoghi ove “si dichiara” di fare cultura.  Grazie dell’attenzione
 
ANTONIO SARTORIS


sabato 14 maggio 2016

Dove sei Cuneo resistente?


                                                                                       Cuneo 15 Maggio 2016


Caro Ulisse,
nella mia città, Cuneo, che in tutta Italia e nel Mondo è conosciuta come il simbolo dell'antifascismo perché è qui che è nata la RESISTENZA, succedono cose amare, manifestazioni della perdita delle ideologie (sistemi coerenti di idee)  che caratterizzno i nostri tempi. Infatti in questi giorni il nostro Sindaco che è anche Presidente della Provincia (ma non era abolita? ha concesso ad un movimento  filofascista "Forza nuova Piemonte", una sala nell'ambito del palazzo Provinciale per un loro convegno.   Nulla sono vale le proteste del locale Istituto Storico della Resistenza e della locale sezione Anpi. Il convegno si è svolto nella indifferenza della città. Io ho scritto alla posta dei lettori della locale edizione de LA STAMPA la seguente lettera, che ti dirò poi se sarà pubblicata :

Dove sei Cuneo resistente? Perché non bruci più? Le ultime scintille le ho visto nei giovani ribelli che si sono opposti tempo fa a Casa Paund nella vecchia Cuneo, e sono stati bastonati, processati e condannati.
Ma non esiste più un comitato antifascista presieduto dal Sindaco  di Cuneo?  Lo stesso Sindaco/Presidente della Provincia  che sostiene che essendo la sala Falco del Palazzo della Provincia  “un luogo pubblico” (?) il suo uso è soggetto ad un regolamento (che confesso di non conoscere)  per cui “deve “ essere consentito a chiunque lo richieda.  Non credo che un regolamento impedisca al padrone di casa anche di un bene pubblico di negarne l’uso ad un inquilino non gradito e se così fosse un regolamento simile, autolesivo per il proprietario, dovrebbe essere modificato proprio da chi lo ha liberamente formulato: nessuna legge impedisce di farlo.  La verità  è che i principi che hanno  ispirato la Resistenza, incominciando dal giorno successivo alla Liberazione, si sono via via indeboliti, annacquati,  quasi spenti come le "fiaccole del ricordo" che il Sindaco, senza fascia,  si è dimenticato di accendere.     


ANTONIO SARTORIS

martedì 10 maggio 2016

Lettera a Corrado Augias



                                                                                        Cuneo8 Maggio 2016

Caro Ulisse,

Ti avrà certamente colpito, anche se sei di bronzo, la terribile sorte che è capitata a quella bimba di Napoli, violentata ed uccisa, buttata via come una scarpa rotta e dov'era il suo Angelo Custode?
Di fronte a questi fatti - per me - vi è solo orrore e silenzio!  Ma gli autorizzati interpreti della pubblica opinione hanno  naturalmente sproloquiato.. per qualche giorno senza alcuna proposta concreta di intervento onde evitare simili drammatici fatti e poi... è subito silenzio.
C'è anche chi ha voluto trarne elemento per considerazioni di costume su cui, peraltro professionalmente, Lui si pronuncia saggiamente: il Dott. Corrado Augias. Ed allora gli ho scritto la seguente lettera inviata alla "posta dei lettori" de LA REPUBBLICA.              
A.S. 
Caro dott. Augias,

Proprio perché ho sempre stimata, e continuerò a farlo,  la sua grande cultura ed il suo prudente giudizio sui fatti della vita, non le nascondo che mi ha fatto male il suo giudizio sulla personalità della piccola Fortunata (irrisione della sorte) Loffredo e di sua madre. Tale giudizio l'ha espresso in una intervista televisiva e su LA REPUBBLICA di sabato 7 Maggio c.a. ha ribadito il suo "malessere" perchè la piccola vittima di cinque anni per volontà  sua o della madre "vuole mostrarne molti più".  A giustificazione di tale malessere ella indica molti casi ove l'ambizione dissennata dei genitori inculca nei propri figli una stolta ambizione ad apparire, ambizione che poi si ritorcerà su di loro con delusioni anche atroci. 
Tutto questo ha veduto nella fotografia di Fortunata nel suo dolce, timido sorriso, nei ricci dei sui incolti capelli, nel suo straccetto di vestito?
Suvvia dott. Augias, nel suo giudizio su questa innocente, ingenua bambina ha sbagliato: ne rispetti la memoria, almeno quella.  Si penta e reciti tre pater, ave e gloria.                                                                                                                                                   
 ANTONIO SARTORIS 



Finora il Dott. Augias non mi ha risposto.  A.S.

Sulla Festa di Liberazione


                                                                                          Cuneo 25 Aprile 2016

Caro Ulisse,

Già sono stato amaramente deluso quando, partecipando alla  veglia partigiana della vigilia della festa di Liberazione, non ho più visto le tradizionali fiaccole. Ma oggi sono indignato nell’apprendere da LA STAMPA di stamattina (domenica 25 aprile) che “quest’anno il Comune ha deciso di non accendere le tradizionali fiaccole”.   

Non si dice il motivo di una decisione così assurda tanto da non giustificare il ringraziamento della voce dell’Anpi al “caro sindaco Borgna”,  ma sta di fatto che la rinuncia al rito simbolico delle “fiamme del ricordo” mi persuade ancora una volta di più che la spiritualità cuneese è in netta perdita nei confronti della sua crescente materialità. 
                                                                   
                                                                                         A.S.