domenica 28 agosto 2016

IL TERREMOTO E DIO



Caro Ulisse,

       In questi giorni siamo bombardati delle notizie ma soprattutto dai commenti sui gravissimi fatti conseguenti ai terremoti dell’Italia centrale: morti e distruzioni. Quante parole e quanti commenti ! Nessuno che si interroga sulle conseguenze che derivano da questi fatti sulle credenze che cercano di spiegare il significato del vivere umano. Gli antichi credevano che i fatti naturali fossero l’effetto delle volontà capricciosa  degli dei, ma quando a queste credenze si è sostituita quella della esistenza  di un Dio creatore, onniscente ed onnipotente, darne una spiegazione e soprattutto una giustificazione, è impossibile. Il vescovo, mons. Giovanni d’Ercole celebrante i funerali di 49 su 297 vittime del terremoto  (le altre - giustamente - sono state sepolte nei cimiteri voluti dai parenti  essi le retoriche celebrazioni istituzionali) ha finalmente posta la domanda  :” A nome mio, a nome di questa nostra gente, tradita dal ballo distruttore della terra, suscitato dall’angoscia, dall’ avvilimento di esseri umani derubati dell’ultima loro speranza mi sono rivolto a Dio Padre chiedendogli “ e adesso che si fa ?”.  Silenzio - dico io! - da Dio ma anche dal vescovo.
       E’ la domanda che si era posto Voltaire dopo il terremoto di Lisbona del 1755 con 12.000 vittime ed a cui aveva dato risposta scrivendo il prima il “Poema sul disastro di Lisbona” (vedasi un belissimo commento di  Francesco Tanini su Wikipedia)  e poi “Candide” con cui cercò di guarire l’umanità dalla teodicea di Leibniz  per cui il nostro  era  il migliore dei mondi possibili.
       “ Dio, che si fa ? “ : è una domanda che non ha risposta perché non c’è nessuno ad udirla e nessuno a rispondervi.
       Sola risposta contro forza imprevedibile  della natura è la continuazione dell’opera dell’uomo che fin da quando esiste cerca di domarla, anzi di porla al proprio servizio. Non è forse l’evolversi della materia terrestre che con i suoi assestamenti provoca terremoti ma ci da anche la potenza calorifica  che noi usiamo ai nostri scopi, con le sue rocce vulcaniche fatte emergere dai terremoti ci da  anche calce, silice, petrolio etc. etc. ?
       Si tratta, come sempre,  di concentrarsi sulle potenzialità della nostra umanità e non lasciarsi abbindolare dai sogni “oppiacei” di chi  tende a predicare la nostra debolezza per meglio dominarci .

       Naturalmente sono anche profondamente turbato dal tanto male che vediamo nel mondo (la vera carneficina che avviene in certi paesi e nel mare eterno)  più che altro per l’impotenza che sento dentro di me. Arriverci Ulisse parla tu al mondo.   A.S.

lunedì 15 agosto 2016

ANCORA SULL'"ILLUMINATA" DI CUNEO


Caro Ulisse

Su questo evento che certamente ha divertito molti cuneesi ed  ha fatto pensare - pubblicamente - solo alcuni pochi fra cui mi ci metto anch'io, oltre la senatrice  Manassero, l'attore Basilotta, ed il Direttore de LA GUIDA, Bernardi, ho scritto già due commenti "fattuali": vai a leggerli sul mio blog, IL FISCHIETTO.  Tuttavia sento il bisogno di ritornare brevemente sul tema e lo faccio con te che mi ascolti sempre pazientemente.  In detti miei due commenti ho visto questo evento nel quadro "fattuale" della mia fantasia, critica si ma anche letteraria. Sento il bisogno di esprimere un giudizio valoriale che ho incosciamente sentito dentro di me assistendo anch'io alla meraviglia di uno spettacolo di luci (suoni molto meno spettacolari). Tale giudizio si esprime sinteticamente col termine di spettacolo KITSCH, cosa meramente curiosa, strana, volendo anche bella, ma inutile. Inutile sul piano culturale (checchè ne dica il Sindaco Borgna) ma anche sul piano religioso (che fra l'altro è il vero significato dell'impegno che vi ha profuso Don Favretto) giacchè non sono certo le luminarie a vivificare la declinante fede religiosa  come del resto nessun lume di pensiero.  

Arrivederci al prossimo pensiero ANTONIO

Cuneo 14 Agosto 2016    



NON E' DI RODIN

Caro Ulisse, 

anche per tutelare adesso ed in futuro, il tuo pedigree e la tua notissima fama, ho scritto la seguente lettera a LA GUIDA, giornale locale di Cuneo. La lettera è stata correttamente pubblicata e quindi ringrazio. 

Egregio direttore, 

La prego di pubblicare la seguente rettifica di quanto scritto nell’ultimo numero della GUIDA nell’articolo dedicato a “Cuneo, invasa dai cercatori di Pokemon”. Ivi si dice che questi cercatori fanno rifornimento di pokeball (non so cosa siano) in vari luoghi della città, fra cui “nei pressi della statua di Rodin ( il lettore di bronzo in Corso Nizza)”. Ci tengo a correggere questa indicazione perché l’ho vista citata anche in altre occasioni. La nota e fotografatissima statua bronzea di proprietà della Fondazione Casa Delfino e posta dinanzi al suo ingresso in C.so Nizza n. 2, non è opera del grande scultore francese Auguste Rodin, né a lui si ispira . Detta statua è stata ideata da me e realizzata dallo scultore Gaetano Usciatta e non ha nulla a che fare con la nota statua di Rodin da lui denominata “il pensatore” e non si sa a cosa pensi. La nostra statua nella mia idea fondatrice e nel nome di Ulisse da me attribuitole, ha invece un pensiero ispiratore ben preciso: intende comunicare a tutti quelli che la guardano il monito che Dante attribuisce appunto ad Ulisse : “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtude e canoscenza”. Tale pensiero è sintetizzato nel libro che Ulisse legge dove sta scritto: “ragiono e canto”. Questi sono pensieri miei, non di Rodin. Grazie dell’occasione per meglio far conoscere “Ulisse” e cordiali saluti.


ANTONIO SARTORIS 

Cuneo 1° Agosto 2016