lunedì 14 agosto 2017

PENSIERI UNO (IL CINICO MINNITI)

  • Caro Ulisse,
  •       Poichè tu sei il mio confidente, ma anche la mia memoria, ho pensato di affidarti oltre le mie  ragionate "lettere", anche i fugaci pensieri che letture, conversazioni, fatti, suscitano in me. Sono pensieri che inframezzeranno le mie lettere per cui li troverai  sull'indice di questo mio blog come pensieri uno, due , tre etc.  Vado a cacciarmi in altro lavoro.  Ma diceva Voltaire : "Dobbiamo darci da fare il più possibile, per rendere sopportabile la vita in questo mondo" e concludeva :" Non aver da fare e non esistere sono la medesima cosa. Tutti sono buoni, meno gli oziosi"
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  •                                                           PENSIERI UNO
  • Il vero unico scopo del Ministro Minniti e di tutta la classe dirigente italiana era quello di liberarsi del problema dei migranti. Per  fare ciò un ex militante  del partito comunista, duro e puro quale fu Minniti,  non ha avuto nessun scrupolo ad applicare i famoso detto macchiavellico : "il fine giustifica i mezzi".  Per cui ha ben detto la Jena de LA STAMPA di Sabato 12 Agosto 2017 :"Siamo tutti contenti che diminuiscano gli immigrati che arrivano in Italia, se poi aumentano quelli che muoiono in Libia chissenefrega..." e Domenica 13 Agosto ,  con macabra ironia, ha aggiunto : "Siccome non possiamo accoglierli tutti, aspettiamo che la morte faccia il suo corso ".   Se a questo modo di agire aggiungiamo l'appello alle madri italiane di fare più figli per la difesa della "nostra razza" di una dirigente del PD  (delegata alla tutela degli animali - sic!) non so più cosa dire se non citare  Tacito:   Mala tempora currunt.                                                            A.S.
        

sabato 12 agosto 2017

MIGRANTI : FUORI DAI PIEDI !



Caro Ulisse,

In realtà i migranti nessuno li vuole. Contrariamente al silenzio di chi si proclama di sinistra, e ciò anche nella mia piccola città, io voglio gridare : stanno morendo , salvateli, salvateli tutti e subito !

       In questi giorni ho sentito e letto tante parole su questo tema ma molto poche realistiche e sagge.  Tali gli interventi di  Roberto Saviano: “quelle vite come la nostra” (5 Agosto) , di Mario Calabresi :“perché non vinca la propaganda” (8 Agosto), di Massimo Giannini “il silenzio della sinistra”, di Ezio Mauro: “l’inversione morale” (9 Agosto).  Tutti articoli su LA REPUBBLICA” che però  il 3 Agosto ospita un vergognoso giudizio di un certo Carlo Bonini che fa una sua divisione tra “ buoni e  cattivi di una catastrofe umanitaria “. Bonini colloca tra i cattivi i giovani idealisti della nave Iuventa     perché rifiutano  a bordo della loro nave la “presenza di poliziotti di un paese (il nostro) che, fino a prova contraria, i migranti li accoglie non in campi di concentramento , non li dà depreda dei loro averi  , non li dà in pasto ai pesci se c’è da in pasto ai pesci se c’è da alleggerirsi di zavorra” e non capisce – o fa finta di non capire – che anche i giovani della Iuventa non fanno altro che strappare questi infelici proprio dalle mani di quel paese che “i migranti li accoglie in campi di concentramento etc.etc”.   E se non li tolgono le omg, compresa la Iuventa, dalle grinfie degli scafisti, la sorte dei migranti è quella  di esse inghiottiti dal  mare o dal male.  Per tanti legalitari (alla Bonini e/o Minniti), poiché in realtà il nostro paese i migranti non li vuole, è ora che finiscano di disturbarci, scompaiano , non importa dove ! 

       Nell’ultima lettera a te indirizzata,  con il titolo (che voleva richiamare Primo Levi), I SOMMERSI ED I SALVATI, anch’io ho scritto  che al  di là delle motivazioni  economiche (“sono in troppi in confronto a noi”, “non abbiamo lavoro per noi ed a maggior ragione per loro”) vi è un profondo sentire razzista di tanti italiani:  “i migranti, specie i neri sono brutti, ignoranti, pigri, pericolosi.  Vadano a casa loro a mangiare le banane, si arrangino.  La ministra ”      Trascrivo da WIKIPEDIA “” Il termine razzismo nella sua definizione più semplice si riferisce a un'idea, spesso   “preconcettae comunque scientificamente errata, come dimostrato dalla genetica delle popolazioni e da molti altri approcci metodologici, che la specie umana (la cui variabilità fenotipica, l'insieme di tutte le caratteristiche osservabili di un vivente, è per lo più soggetta alla continuità di una variazione clinale) possa essere suddivisibile in razze biologicamente distinte, caratterizzate da diverse capacità intellettive, valoriali o morali, con la conseguente convinzione che sia possibile determinare una gerarchia secondo cui un particolare, ipotetico, raggruppamento razzialmente definito possa essere definito superiore o inferiore a un altro “”.

   Chi ha questa convinzione è un razzista perciò  politicamente pericoloso. 

   I fatti storici individuali (liti e vendette) o collettivi (sanzioni e guerre) non succedono a caso e senza una motivazione ideologica.  Tutte le azioni umane singole o collettive avvengono perché vi è una convinzione, giusta o sbagliata che sia, che le sostiene.  Convinzioni potenzialmente buone (di salvare, di redimere, di aiutare) ma anche convinzioni potenzialmente cattive (di arricchirsi, di avere potere esclusivo) di convinzioni apparentemente buone ma pericolosamente mutabili in cattive (difendersi per es.) . 

       Ho letto un libro che ritengo illuminante a verificare quanto dicevo (studiare le motivazioni per capire e valutare le azioni)  : “I filosofi di Hitler” di Yvonne Sherratt Ediz. 2017  - Bollati Boringhieri dove con ampia documentazione si dimostra come tutto il regime nazi-fascista germanico fatalmente sfociato nel massacro degli ebrei e dei diversi e nella guerra di conquista terminata sono con la sconfitta della  Germania nel 1945 sia sorto e sorretto sulla falsa teorizzazione di Alfred Rosemberg (condannato a morte nel processo di Norimberga) terorizzazionedella  “scala delle razze umane” in cui nel gradino più basso collocò gli africani e gli ebrei, mentre in cima si trovava   la razza bianca, o “ariana”, da considerarsi “razza padrona”.   La Sherrat dimostra la rapida diffusione negli anni ’30 di queste aberranti teorie, della loro diffusione con il sostegno della maggior parte della intellighenzia tedesca (fra cui il famoso filosofo Martin Heidegger) e  come proprio in esse si possa capire il consenso di un popolo intero alla guerra aggressiva di pacifiche nazioni e soprattutto al massacro sistematico di tanti loro simili.

       Caro Ulisse, nelle mie precedenti lettere ho cercato   di stigmatizzare i drammatici fatti della strage dei migranti a cui la nostra generazione sta assistendo nella più vergognosa inerzia, la stessa strage a cui la generazione dei nostri padri ha assistito quella degli ebrei, degli zingari, degli omosessuali, dei diversi in genere.       In questa lettera ho cercato di chiarire a me stesso (giacche sono sempre ben consapevole che queste lettere a te dirette sono in verità dei soliloqui) cosa c’è di autenticamente vero dietro le motivczioni dei “respingimento” dei migranti.  Per me c’è il razzismo che in tanti italiani  forse è residuo del fascismo ed in tanti altri è opera di ideologie tradottesi in partiti che ci credono  ma che soprattutto lo usano al fine della presa del potere.  Purtroppo anche per chi proclama un dovuto rispetto della vita umana sembra non capire che tale rispetto non può essere limitato solo ad alcune categorie (vedi la divisioni tra migranti per motivi di persecuzione o di guerra e migranti politici)  o situazioni (quelli che affogano sì e quelli che vengono respinti nelle tremende situazioni da cui cercano di fuggire, no).  Respingere questi disgraziati in paesi che non li vogliono e se li ricevono dal sud  ora invivbile li ammazzano è la stessa cosa che lasciarli morire in mare.  Ma l’ipocrisia occidentale non vuol vedere cosa succede, dopo i respingimenti, a questi ultimi della terra “pur di non averli tra i piedi”.

       Questi atteggiamenti  del disprezzo dell’altro e quindi della diffidenza verso il supposto diverso  fino alla paura dello stesso io li vedo tradursi in fatti concreti sempre più dannosi (vedi le limitazioni alla opera generosamente umanitaria delle navi ogn) e pericolosa perchè sfociabile in una rivoluzione dei disperati con la repressione/aggressione dei fanatici come è avvenuto più e più volte nella  storia umana e come ancora avviene oggi (vedi nel ventre degli Stati Uniti ).

       A questo punto mi viene un dubbio : il problema sempre più vistoso  della disuguaglianza tra gli uomini non ha forse una fondamentale dimensione razzistica : i ricchi meritano di esserlo  e sempre di più, i poveri sono geneticamente diversi.    

       Ma un giorno verrà …. come – con Marx – ho cercato di profetizzare nel mio “MANIFESTO DEI MIGRANTI”.      

       Te l’ ho scritto e te lo ripeto      
                                                        ANTONIO SARTORIS  

venerdì 4 agosto 2017

I SOMMERSI E I SALVATI



       Sono anni che l’Italia,  il paese più vicino al mare di Libia ,  è diventata la meta di salvezza di disperati, vittime della guerra rossa (quella che uccide) e della guerra bianca, la fame.   Noi e tutta l’Europa abbiamo visto, commossi ma immoti,  la carneficina di questi migranti che su mezzi disastrati e con carichi da schiavisti  sono stati sommersi del mare nostrum :  e sono ormai migliaia e migliaia di uomini, donne e bambini.

       In Germania, la già nazista Germania realizzatrice della  Shoa, un pugno di giovani che mi piace accostare ai loro connazionali della Rosa Bianca, commossi ma attivi, dopo  l’ecatombe di migranti nel Mediterraneo nella notta tra il 18  e il 19 aprile del 2015 (furono 800 i sommersi) fondarono la “Jugend  Rettet”  - che tradotto significa più o meno “la Gioventù che salva” (vedasi il bell’articolo di Walter Rauhe  da Berlino su LA STAMPA di Venerdì  4 Agosto corrente).

       Con i pochi mezzi raccolti solo con l’esempio e con l’appello all’umanità dei propri concittadini, hanno acquistato una carretta del mare ed hanno incominciato a salvare i migranti.  Fra le tante insinuazioni, calunnie, accuse cattive addebitate a questi giovani quella più lieve, ma forse la  più giusta, è di “estremismo umanitario”.  Con tanti morti e tanto dolore non è estremismo ma generosità a fare il bene , come tante cose che fanno i giovani , dico io commosso e grato che di fronte a questo nuovo storico disastro ,  qualcuno si muova. “Ma non basta dice - sul suo IL FATTO QUOTIDIANO ed alla televisione  un irriconoscibile Marco Travaglio - perché a fin di bene si possono compiere disastri (sic!)  e anche reati, e nessun Stato di diritto può consentirlo” .        Io vedo i vivi ed i morti e capisco che chi difronte a tanti sommersi ottiene il fine (anche con discutibili mezzi) di salvarne il più possibile,  agisce bene e va lodato, non perseguitato .  Io  ritengo che i ragazzi della “Jugend Rettet “, moderni Antigone, applichino quelle eterne leggi della solidarietà o almeno della pietà , frutto della civiltà umana e più forti delle contingenti (talora opportunistiche e talora ipocrite) leggi scritte dal potere statale.     Poiché – per fortuna – la nave Iuventa  della omg tedesca  non è la sola a salvare i migranti spero che i salvati siano sempre di più dei sommersi, vale a dire inesistenti come vorrebbe il vero  profondo sentire  razzista di tanti italiani.                                                                        ANTONIO SARTORIS