- Caro Ulisse,
- Poichè tu sei il mio confidente, ma anche la mia memoria, ho pensato di affidarti oltre le mie ragionate "lettere", anche i fugaci pensieri che letture, conversazioni, fatti, suscitano in me. Sono pensieri che inframezzeranno le mie lettere per cui li troverai sull'indice di questo mio blog come pensieri uno, due , tre etc. Vado a cacciarmi in altro lavoro. Ma diceva Voltaire : "Dobbiamo darci da fare il più possibile, per rendere sopportabile la vita in questo mondo" e concludeva :" Non aver da fare e non esistere sono la medesima cosa. Tutti sono buoni, meno gli oziosi"
- PENSIERI UNO
- Il vero unico scopo del Ministro Minniti e di tutta la classe dirigente italiana era quello di liberarsi del problema dei migranti. Per fare ciò un ex militante del partito comunista, duro e puro quale fu Minniti, non ha avuto nessun scrupolo ad applicare i famoso detto macchiavellico : "il fine giustifica i mezzi". Per cui ha ben detto la Jena de LA STAMPA di Sabato 12 Agosto 2017 :"Siamo tutti contenti che diminuiscano gli immigrati che arrivano in Italia, se poi aumentano quelli che muoiono in Libia chissenefrega..." e Domenica 13 Agosto , con macabra ironia, ha aggiunto : "Siccome non possiamo accoglierli tutti, aspettiamo che la morte faccia il suo corso ". Se a questo modo di agire aggiungiamo l'appello alle madri italiane di fare più figli per la difesa della "nostra razza" di una dirigente del PD (delegata alla tutela degli animali - sic!) non so più cosa dire se non citare Tacito: Mala tempora currunt. A.S.
Sono ANTONIO SARTORIS, nato il 13 ottobre 1930 a Cuneo ed ivi sono sempre vissuto. Liberato dall'età, dai lacci del lavoro di avvocato e dai lacciuoli della vita sociale, mi sono inventato L'ARTE FATTUALE e con questa pubblicamente mi pronuncio e mi diverto. Scrivo, e ho deciso di aprire questo blog per conversare di passato, presente e futuro rivolgendomi ad Ulisse che mi ascolta perché è la "mia" statua.
lunedì 14 agosto 2017
PENSIERI UNO (IL CINICO MINNITI)
sabato 12 agosto 2017
MIGRANTI : FUORI DAI PIEDI !
Caro Ulisse,
In realtà i migranti nessuno li vuole. Contrariamente al silenzio di chi si proclama di sinistra, e ciò anche
nella mia piccola città, io voglio gridare
: stanno morendo , salvateli, salvateli tutti e subito !
In
questi giorni ho sentito e letto tante parole su questo tema ma molto poche realistiche
e sagge. Tali gli interventi di Roberto Saviano: “quelle vite come la nostra”
(5 Agosto) , di Mario Calabresi :“perché non vinca la propaganda” (8 Agosto), di
Massimo Giannini “il silenzio della sinistra”, di Ezio Mauro: “l’inversione
morale” (9 Agosto). Tutti articoli su LA
REPUBBLICA” che però il 3 Agosto ospita
un vergognoso giudizio di un certo Carlo Bonini che fa una sua divisione tra “
buoni e cattivi di una catastrofe
umanitaria “. Bonini colloca tra i cattivi i giovani idealisti della nave
Iuventa perché rifiutano a bordo della loro nave la “presenza di
poliziotti di un paese (il nostro) che, fino a prova contraria, i migranti li
accoglie non in campi di concentramento , non li dà depreda dei loro averi , non li dà in pasto ai pesci se c’è da in
pasto ai pesci se c’è da alleggerirsi di zavorra” e non capisce – o fa finta di
non capire – che anche i giovani della Iuventa non fanno altro che strappare
questi infelici proprio dalle mani di quel paese che “i migranti li accoglie in
campi di concentramento etc.etc”. E se
non li tolgono le omg, compresa la Iuventa, dalle grinfie degli scafisti, la
sorte dei migranti è quella di esse
inghiottiti dal mare o dal male. Per tanti legalitari (alla Bonini e/o Minniti),
poiché in realtà il nostro paese i migranti non li vuole, è ora che finiscano
di disturbarci, scompaiano , non importa dove !
Nell’ultima
lettera a te indirizzata, con il titolo (che
voleva richiamare Primo Levi), I SOMMERSI ED I SALVATI, anch’io ho scritto che al
di là delle motivazioni
economiche (“sono in troppi in confronto a noi”, “non abbiamo lavoro per
noi ed a maggior ragione per loro”) vi è
un profondo sentire razzista di tanti italiani: “i migranti, specie i neri sono brutti,
ignoranti, pigri, pericolosi. Vadano a
casa loro a mangiare le banane, si arrangino.
La ministra ” Trascrivo da
WIKIPEDIA “” Il termine razzismo
nella sua definizione più semplice si riferisce a un'idea, spesso “preconcetta” e comunque
scientificamente errata, come dimostrato dalla genetica delle popolazioni e da molti
altri approcci metodologici, che la specie
umana (la cui variabilità fenotipica, l'insieme di tutte le caratteristiche
osservabili di un vivente, è per lo più soggetta alla continuità di una variazione clinale) possa essere suddivisibile
in razze biologicamente
distinte, caratterizzate da diverse capacità intellettive, valoriali o morali,
con la conseguente convinzione che sia
possibile determinare una gerarchia secondo cui un particolare, ipotetico,
raggruppamento razzialmente definito possa essere definito superiore o
inferiore a un altro “”.
Chi ha questa convinzione è un razzista perciò politicamente pericoloso.
I fatti storici individuali (liti e
vendette) o collettivi (sanzioni e guerre) non succedono a caso e senza una
motivazione ideologica. Tutte le azioni
umane singole o collettive avvengono perché vi è una convinzione, giusta o
sbagliata che sia, che le sostiene.
Convinzioni potenzialmente buone (di salvare, di redimere, di aiutare)
ma anche convinzioni potenzialmente cattive (di arricchirsi, di avere potere
esclusivo) di convinzioni apparentemente buone ma pericolosamente mutabili in
cattive (difendersi per es.) .
Ho letto un libro che ritengo illuminante
a verificare quanto dicevo (studiare le motivazioni per capire e valutare le
azioni) : “I filosofi di Hitler” di
Yvonne Sherratt
Ediz. 2017 - Bollati Boringhieri dove
con ampia documentazione si dimostra come tutto il regime nazi-fascista
germanico fatalmente sfociato nel massacro degli ebrei e dei diversi e nella
guerra di conquista terminata sono con la sconfitta della Germania nel 1945 sia sorto e sorretto sulla
falsa teorizzazione di Alfred Rosemberg (condannato a morte nel processo di
Norimberga) terorizzazionedella “scala
delle razze umane” in cui nel gradino più basso collocò gli africani e gli
ebrei, mentre in cima si trovava la razza bianca, o “ariana”, da considerarsi
“razza padrona”. La Sherrat dimostra la
rapida diffusione negli anni ’30 di queste aberranti teorie, della loro
diffusione con il sostegno della maggior parte della intellighenzia tedesca
(fra cui il famoso filosofo Martin Heidegger) e
come proprio in esse si possa capire il consenso di un popolo intero
alla guerra aggressiva di pacifiche nazioni e soprattutto al massacro
sistematico di tanti loro simili.
Caro
Ulisse, nelle mie precedenti lettere ho cercato
di stigmatizzare i drammatici
fatti della strage dei migranti a cui la nostra generazione sta assistendo nella
più vergognosa inerzia, la stessa strage a cui la generazione dei nostri padri
ha assistito quella degli ebrei, degli zingari, degli omosessuali, dei diversi
in genere. In questa lettera ho cercato di chiarire a me stesso (giacche
sono sempre ben consapevole che queste lettere a te dirette sono in verità dei
soliloqui) cosa c’è di autenticamente vero dietro le motivczioni dei
“respingimento” dei migranti. Per me c’è
il razzismo che in tanti italiani forse
è residuo del fascismo ed in tanti altri è opera di ideologie tradottesi in
partiti che ci credono ma che
soprattutto lo usano al fine della presa del potere. Purtroppo anche per chi proclama un dovuto
rispetto della vita umana sembra non capire che tale rispetto non può essere
limitato solo ad alcune categorie (vedi la divisioni tra migranti per motivi di
persecuzione o di guerra e migranti politici)
o situazioni (quelli che affogano sì e quelli che vengono respinti nelle
tremende situazioni da cui cercano di fuggire, no). Respingere questi disgraziati in paesi che
non li vogliono e se li ricevono dal sud
ora invivbile li ammazzano è la stessa cosa che lasciarli morire in
mare. Ma l’ipocrisia occidentale non
vuol vedere cosa succede, dopo i respingimenti, a questi ultimi della terra
“pur di non averli tra i piedi”.
Questi
atteggiamenti del disprezzo dell’altro e
quindi della diffidenza verso il supposto diverso fino alla paura dello stesso io li vedo
tradursi in fatti concreti sempre più dannosi (vedi le limitazioni alla opera
generosamente umanitaria delle navi ogn) e pericolosa perchè sfociabile in una
rivoluzione dei disperati con la repressione/aggressione dei fanatici come è
avvenuto più e più volte nella storia
umana e come ancora avviene oggi (vedi nel ventre degli Stati Uniti ).
A questo punto mi viene un dubbio : il
problema sempre più vistoso della disuguaglianza
tra gli uomini non ha forse una fondamentale dimensione razzistica : i ricchi meritano di esserlo e sempre di più, i poveri sono geneticamente diversi.
Ma un
giorno verrà …. come – con Marx – ho cercato di profetizzare nel mio “MANIFESTO
DEI MIGRANTI”.
Te l’ ho
scritto e te lo ripeto
ANTONIO SARTORIS
venerdì 4 agosto 2017
I SOMMERSI E I SALVATI
Sono
anni che l’Italia, il paese più vicino
al mare di Libia , è diventata la
meta di salvezza di disperati, vittime della guerra rossa (quella che uccide) e della guerra bianca, la
fame. Noi e tutta l’Europa abbiamo
visto, commossi ma immoti, la
carneficina di questi migranti che su mezzi disastrati e con carichi da
schiavisti sono stati sommersi del mare
nostrum : e sono ormai migliaia e
migliaia di uomini, donne e bambini.
In Germania,
la già nazista Germania realizzatrice della Shoa, un pugno di giovani che mi piace
accostare ai loro connazionali della Rosa Bianca, commossi ma attivi, dopo l’ecatombe di migranti nel Mediterraneo nella
notta tra il 18 e il 19 aprile del 2015
(furono 800 i sommersi) fondarono la “Jugend
Rettet” - che tradotto significa
più o meno “la Gioventù che salva” (vedasi il bell’articolo di Walter
Rauhe da Berlino su LA STAMPA di Venerdì
4 Agosto corrente).
Con i
pochi mezzi raccolti solo con l’esempio e con l’appello
all’umanità dei propri concittadini, hanno acquistato una carretta del mare ed
hanno incominciato a salvare i migranti. Fra le
tante insinuazioni, calunnie, accuse
cattive addebitate a questi giovani quella più lieve, ma forse la più giusta, è di “estremismo umanitario”. Con tanti morti e tanto dolore non è
estremismo ma generosità a fare il bene , come tante cose che fanno i giovani ,
dico io commosso e grato che di fronte a questo nuovo storico disastro , qualcuno si muova. “Ma non basta dice - sul
suo IL FATTO QUOTIDIANO ed alla televisione un irriconoscibile Marco Travaglio - perché
a fin di bene si possono compiere disastri (sic!) e anche reati, e nessun Stato di diritto può
consentirlo” . Io vedo i vivi ed i
morti e capisco che chi difronte a tanti sommersi
ottiene il fine (anche con discutibili mezzi) di salvarne il più possibile, agisce
bene e va lodato, non perseguitato . Io ritengo che i ragazzi della “Jugend Rettet “,
moderni Antigone, applichino quelle eterne leggi della solidarietà o almeno della pietà , frutto della
civiltà umana e più forti delle contingenti (talora opportunistiche e talora
ipocrite) leggi scritte dal potere statale. Poiché – per fortuna – la nave Iuventa della omg tedesca non è la sola a salvare i migranti spero che
i salvati siano sempre di più dei sommersi, vale a dire inesistenti come vorrebbe il vero profondo sentire razzista di tanti italiani. ANTONIO
SARTORIS
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