lunedì 13 marzo 2017

COSA VUOL DIRE ESSERE SINDACO A CUNEO

 
Caro Ulisse, 
        in questo momento di vigilia, pur relativamente lontana,  delle elezioni amministrative nella mia Cuneo, sento – pur sottotraccia - pullulare pensieri, progetti (si fa per dire) e pettegolezzi, che , per varie ragioni, non mi piacciono.  Lo sapevo che anche all’età di 87 anni non avrei resistito a stare zitto . Cosi per vivere e capire parlo con te, ULISSE, mio silenzioso interlocutore.  
       “Chi” è Cuneo ? perchè domandarsi “cosa” è Cuneo, vuol dire chiedersi chi sono i cuneesi. Fin dalle origini i cuneesi sono stati figli della loro terra : prudenti, lavoratori, attaccati alla roba, individualisti nel bene ma solidali nel male.   La terra cuneese è montagna bella ma avara, ma è anche pianura riflessiva e generosa, però gli uomini di questa terra sono tutti uguali :  diffidenti e testoni.
Fare i capi di questa gente non è mai stato facile perchè essere capo vuol dire condurre la gente e non intrupparsi in essa per andare dove porta il caso.   Di questo si dovrebbe dibattere in modo serio nei “comizi” elettorali (non ci sono più neanche loro)  ma  nelle strade di Cuneo di questo dibattito non è mai arrivato nemmeno l’eco. Faccio mie alcune considerazioni che la stampa sta facendo su Aosta (vedi il caso  anche lei,  isolata città di montagna). E’ stato scritto che Aosta oggi sofferente  per la crisi della miniera d’oro del Casinò di Saint Vincent, vede “il silenzioso turismo della montagna che passeggia al sole ignaro del  malessere che da tempo c’era nei palazzi del potere mentre nei bar c’era chi, con ironia,  nota che il sole sorge ugualmente  ogni giorno”
A Cuneo c’è un bel clima, si passeggia nel verde e nel sole del Viale Angeli o del parco fluviale,  e sotto gli storici portici quando piove o fa neve, ma la città invecchia e il suo benessere è senza sviluppo .  Vivendo indisturbati  in questo benessere i politici non si sono preoccupati dell’avvenire.  Io, vecchio democristiano (peraltro anomalo) mi ricordo la teoria di “Cuneo isola felice” dei sindaci Dotta Rosso e Viano.  Degno loro successore è stato il sindaco Valmaggia.  Cuneo quindi è stata felice ma incosciente  di essere tagliata fuori dai fermenti di maggior giustizia sociale e quindi  di cambiamento di sistema politico. 
          Che mi ricordi,  contro questa teoria della protezione anzichè dell’innovazione si sono infrante le visioni avveniristiche  del sindaco Ing. Menardi.  Ed oggi ?
          Con una metafora si può dire che ai cuneesi invece di insegnare  a pescare,  gli  è stato servito  il pescato, buono, digeribile per il loro portafoglio gonfio e ben nascosto , ma destinato a esaurire o peggio a puzzare di stantio, specie per i giovani.  Dal fatto che appaia probabile la conferma dell’attuale sindaco Borgna e della sua giunta penso che si continuerà a fare così.  
            A questo punto, caro Ulisse , salvo cambiare idea in caso di credibili novità,  poichè non voglio più mangiare questo “pescato” non mi rimane che non sedermi a questo tavolo : non andrò a votare . Allo stato della politica locale non è un atteggiamento distratto o peggio menefreghista.  ma un altro modo di fare politica e , se diventa di massa, voglio vedere se passerà inutile, almeno come minaccia.
Astenersi e quindi non approvare vorrà dire ai nostri attuali e probabilmente  futuri  amministratori  :  continuate così, andrete a sbattere, ed io non voglio farmi male !          ANTONIO SARTORIS