Caro Ulisse,
La Fondazione Casa Delfino (onlus) ha
voluto ricordare il centenario della Grande Rivoluzione sovietica (1917-2017)
proponendo una intiera settimana (la prima di ottobre) di eventi in sua memoria.
Si è proposta una immagine della
vecchia Russia con il famoso film di S.M Ejzenstejn – ALEKSANDR NEVSKIJ , poi
la immortale musica di P. TCHAIKOVSKY, il pensiero ispiratore di K. MARX, il
momento decisivo della rivoluzione con il film OTTOBRE di S.M Ejzenstejn, l’arte del BALLETTO RUSSO e lo spirito (talora tradito) del
comunismo reale con il CORO
DELL’ARMATA ROSSA (purtroppo
tragicamente scomparso). Il messaggio
del ciclo può essere riassunto nelle parole con cui Roberto Curi ha concluso la sua magistrale lezione
su "Karl Marx e la rivoluzione". Egli ha detto: "La prefazione alla Dissertazione
di laurea di Marx si conclude con l'evocazione della figura di Prometeo. In
tutte le versioni del mito classico, Prometeo è quella figura che compie un
sacrilegio nei confronti delle divinità per riscattare il genere umano (dona
loro il fuoco). Questo sacrilegio consiste nel sottrarre agli dei qualcosa che
è specifica attribuzione degli dei e portarla abusivamente agli uomini, spinto
da filantropia e amore per l'umanità. Nelle diverse versioni del mito, il dono
di Prometeo qualche volta è la tecnica, qualche volta è la speranza, qualche
volta è la politica C'è una versione che è quella che ritroviamo nel Protagora
di Platone, in cui ciò che Prometeo cerca di donare agli uomini vanamente senza
riuscirvi è portare nel mondo la giustizia. Ecco, forse Marx ha prometeicamente
tentato questa impresa idolatrica, questo atto sacrilego: portare la
giustizia piena in questo mondo,
e l'amaro commento che troviamo nel Protagora di Platone è che la
giustizia se ne sta presso dio e che in questo mondo non conosciamo giustizia,
ma nella migliore delle ipotesi, una buona applicazione del diritto. Questa
consapevolezza che una compiuta giustizia non è realizzabile nonostante gli
sforzi generosi compiuti da Marx e anche da coloro che alla sua opera e al suo
pensiero si sono ispirati, è la consapevolezza con la quale possiamo a
distanza ormai di tanti decenni, ritornare a dialogare con Marx grande
pensatore classico."
Sopratutto ritengo che , come ci insegna Curi , oggi Marx, più che dal suo pensiero
classico, “lo possiamo
incontrare se ci riferiamo ad uno
stile intellettuale, ad un approccio ai problemi, all'esempio dato da un'intera
vita in cui sono stati coniugati insieme l'attività della ricerca teorica e
l'impegno e la passione del militante e del dirigente politico con una
sfumatura tragica che non è possibile tuttavia dimenticare “.
E’ stata
infatti una autentica tragedia constatare nel tempo che un regime sorto da
ideali rivoluzionari per un mondo più giusto si è macchiato di terribili delitti
perchè ha voluto e/o dovuto
gestire il potere, non con la libertà e la democrazia ma con la violenza e la
forza.
Tuttavia non dobbiamo dimenticare (ed era questo lo
spirito degli eventi dedicati al centenario della Rivoluzione sovietica) la fervida speranza in un avvenire
migliore del presente, unita alla
più assoluta sincerità e purezza di spirito di tanti e tanti comunisti. Fra questi voglio ricordare, nel cinquantenario del suo
assassinio (9 ottobre 1967) , il
Dott. Ernesto GUEVARA (il CHE).
Finisco con una sua frase: “Il vero rivoluzionario è guidato da grandi
sentimenti d’amore. E’ impossibile concepire un autentico rivoluzionario che
non abbia questa qualità. Forse è proprio questo uno dei maggiori drammi del
dirigente che deve unire ad uno spirito appassionato una mente fredda”. (Il socialismo e l’uomo di
Cuba, in "Marcha”, 12 Marzo 1965)
ANTONIO