Cuneo
8 Luglio 2016
Caro
Ulisse,
“E’ una cosa meravigliosa poter partecipare
alla vita di internet , rete di comunicazione con tutta l’umanità .
Ogni volta che mi metto al computer per poter sfogare le mie
considerazioni molto ma molto personali, (non mi vergogno a definirle
“chiacchere da bar” perchè sincere e terra terra ) considerazioni
su fatti, persone, idee,
non mi sembra più, come mi accadeva in passato, di parlare in un
armadio. Mi sento invece un naufrago che sfoga il suo pensiero
in uno scritto, lo mette in una bottiglia, lo butta nel mare magnum
della “rete” e spera che qualcuno lo legga e magari risponda, cosa che non puoi fare tu, caro Ulisse, che
rimani comunque l’ispiratore del mio pensiero.
Oggi ho alcune considerazioni da farti sul terribile eccidio anche di italiani effettuato ieri a Dakka. Mi è parso non
privo di significato che l’eccidio sia avvenuto della capitale del Bangladesh città poverissima con un numero
esorbitante di abitanti (6 milioni e 700 mila) ma che è anche il luogo ove si fabbrica il tessile che sarà
usato e venduto in occidente
(anche in Italia) con lavoro di
operai locali pagati 70 dollari al
mese (sic). E poi ci si domanda perchè quei popoli del terzo mondo
debbono emigrare da noi e tutti concordano nella necessità che per
evitare le immigrazioni questi popoli debbono essere aiutati a crescere nei
loro paesi di origine : sì pagandoli
meno di 3 euri per 10 ore
di lavoro al giorno.
Ciò premesso mi è parso singolare che gli
italiani vittime del massacro erano tutti (chi più chi meno) a Dacca proprio per curare gli
interessi di ditte italiane interessate ad ottenere a bassissimo prezzo gli
oggetti da loro poi commercializzati in Italia e in tutto il mondo occidentale a prezzi enormemente
maggiori di quelli del costo di produzione.
Non voglio assolutamente giustificare la morte
di queste persone con la loro legittima attività; è infatti il mercato su cui
si regge il capitalismo che è a sua volta la attuale base economica del mondo
occidentale che impone a questi imprenditori la ricerca del minor costo
possibile delle loro merci per vincere la concorrenza e poter ingrandire le
loro imprese con lo sfruttamento di una mano d’opera a bassissimo costo. Sta di fatto che la coincidenza
colpisce e ci costringere ad interrogarci sulla motivazione che ha spinto gli
assassini ad accanirsi su questi
inermi.
Sono infatti persuaso che ogni azione umana
compreso anche il peggior delitto, ha (almeno per chi la commette) una motivazione, giusta o sbagliata che
sia. I sadici/mostri esistono, ma
sono meno di quanto si creda (me lo diceva già Primo Levi a proposito degli
incredibili orrori commessi dagli aguzzini di Auschwitz). In questo caso la motivazione più evidente in
corrispondenza con altre simili stragi come quella di Parigi o quella di
Istambul appare quella della ideologia dell’odio
che questi fanatici mussulmani nutrono verso le abitudini di vita, per loro
fortemente peccaminose,
dell’occidente. Ma mi è consentito sospettare che nel caso della strage
di Dacca, lo sfruttamento (perchè
di questo si tratta) delle popolazioni di quei luoghi, possa essere almeno una
concausa del terribile massacro
ivi commesso ?
Da qui la mia personale considerazione che da
questa ormai radicata e diffusa piaga della moderna lotta ideologica di un
Islam furioso e fanatico, armato fra l’altro di combattenti pronti alla morte
subito e dovunque, non si possa uscire
se non con il dialogo e/o la trattativa. Bisogna capire bene le
motivazioni di questa loro lotta terroristica e quindi le cause di queste
rinascenti e trasformate ideologie religiose, e possibilmente porre rimedio a
quelle accuse, spesso giustificate, che ci vengono da quel mondo. Il primo e
principale ostacolo a questo dialogo e/o trattativa è ancora una volta (perchè
lo ricordo bene come rigidamente usato contro le “Brigate rosse”) il principio che con questi nemici non si
tratta, che trattare vorrebbe dire riconoscerne il potere e – orrore – forse anche
capire le cause del loro
delittuoso agire.
Questo muro contro muro vedremo dove ci porterà ! E’ vero che le brigate
rosse sono state annientate ma non vi è paragone tra il fanatismo politico e
quello religioso: il primo al massimo ti fa sperare in un mondo migliore ma il
fanatismo religioso ti consente di diventare martire degno del Paradiso : cosa
vuoi di più ? A.S.