lunedì 9 gennaio 2023

IRAN

Caro Ulisse, Circa un mese fa è venuta alla Fondazione, a trovarmi, una ragazza, Sara. Non so perchè, quando e dove sia venuta a Cuneo: era una ragazza piena di vivacità ed energia. Era venuta a chiedermi di fare qualcosa contro il massacro dei giovani che nel suo paese combattono per la libertà. Le confessai tutta la mia impotenza in questa guerra come in quella in Ucraina e se ne andò insieme al suo gatto che aveva sempre con sè. Il 22 Dicembre mi arriva un messaggio da Sara: "Io sono in Iran, al sicuro a casa di mio padre, Non so neanch'io come va la situazione in Iran. Grazie che ci pemnsi. Hai un cuore grande." Cosa dirle ? Le ho mandato questo messaggio: "" Cara Sara, difronte al massacro che state subendo (soprattutto voi giovani) in Iran sono profondamente turbato soprattutto dalla impotenza di fare qualcosa di utile per Voi. Questa mattina a Roma dinanzi alla vostra ambasciata sono state deposte “300.000 (trecentomila) firme per il popolo iraniano” come ha scritto il giornale L;A STAMPA di Torino che le ha raccolte. Nei confronti del Vostro governo fanatico ed inumano probabilmente non serviranno ma è l’unico modo con cui il semplice cittadino può esprimere un po’ di solidarietà con Voi: i nostri Governi potrebbero fare molto di più. Quando ho fondato la sezione di Amnesty a Cuneo ho constatato che qualche volta la consapevolezza di avere addosso gli occhi del mondo, qualche dittatore l’ha fermato. Non mi faccio illusioni : dimmi se hai qualche idea di iniziative di solidarietà da realizzare a Cuneo. Intanto mi raccomando di essere prudente e riguardati. Ti mando un pensiero di una vittima della violenza del Fascismo : Giovanni Amendola, politico, giornalista e accademico italiano. All’inizio del 1925, Mussolini accentua la politica repressiva del governo nei confronti delle opposizioni, ritiratesi dal Parlamento sul famoso Aventino. Il 20 Luglio 1925 Giovanni Amendola viene aggredito e violentemente “pestato” : si rifugia in Francia dove viene curato ma muore per le conseguenze delle ferite subite il 7 Aprile 1926. Sulla sua tomba a Cannes stava scritto “qui vive Giovanni Amendola…...aspettando”. Ebbene Giovanni Amendola, antifascista e martire lasciò scritto: ” Quando si ha in sorte di passare attraverso cataclismi storici -. come il fascismo - e quando la realtà non offre mete sicure e mezzi di sicuro rendimento, la storia ammaestra che bisogna ubbidire ad un unico criterio: vivere e durare, come uomini e come forme politiche. I vecchi politici, quando si trovavano di fronte a situazioni apparentemente insuperabili, formulavano così la loro terapia: io e il tempo”. Quindi, cara Sara, mi raccomando, devi vivere e durare e sarà il tempo a far trovare libertà e giustizia alla Tua patria. Un saluto caro a te ed alla Tua famiglia ed anche al gatto. ANTONIO SARTORIS"" Non so se le ho dato un consiglio di spertanza o di vigliaccheria. Ciao Ulisse, A.S.