lunedì 1 giugno 2020

Le consolazioni della cultura (XIV)



Gent. avvocato,

ho letto il commento di Carlo Cofano circa i Promessi Sposi. (da noi pubblicato ne le CONSOLAZIONI di qualche giorno fa n.d.r.)
Intanto, visto il disagio di portarsi a casa tutti quei chili di carta, mi permetto di consigliare per un’altra occasione la versione in audiolibro, la chiavetta da inserirsi in una porta USB pesa circa 10grammi e sta nel taschino... e contiene tanti tanti libri. (probabilmente Carlo Cofano non ha o non usa il computer n.d.r.)
E poi ci sono dei “lettori” (intesi come le persone che leggono) che renderebbero piacevole anche l’elenco telefonico tanto sono bravi. Se non fosse stato per un audiolibro non avrei mai “letto” l’intero Don Chisciotte.
Per quanto riguarda il romanzo del Manzoni, beh se si preferisce un fast food alla McDonald rispetto a un gustoso saporito pasto da consumarsi “slow” magari presso un ristorante stellato… (mi pare che il sig. Cofano propendesse per la prima opzione)
Io, al riguardo, volendo leggere il Decameron (la peste a Firenze nel 1348) ho appena fatto questa esperienza: stante la difficile lettura del Decameron in lingua originale ho optato in prima battuta per la “traduzione” in lingua moderna “pop” di Aldo Busi (prime 50 novelle), e questo va bene per scorrere veloce di novella in novella e comprendere senza difficoltà il succo delle singole storielle. Ma, dopo questo primo approccio, quando voglio assaporarle, le novelle, con più gusto, mi rivolgo all’originale (edizione “Le lettere” di kg. 5,5 - 800 pagg. con illustrazioni del Boccaccio stesso ed altre opere d’arte del 4-500) anche se decisamente più faticoso e forse prolisso, ma che goduria la rilettura.
Di questi grandi anzi grandissimi scrittori nulla è superfluo, tutto è necessario ed estremamente godibile, e pazienza, anzi è un grande valore aggiunto, se ci sono delle deviazioni rispetto al filone maestro, si ha tempo a prendere fiato e godere del fascino della scrittura dell’autore e conoscere storie parallele (es. la monaca di Monza).
Io invece vorrei dare all’avvocato uno spunto per le prossime sue riflessioni ed è come fare uso del proprio tempo, questa risorsa che ognuno di noi ha in quantità limitata, sempre più limitata man mano che l’età avanza. E allora come conviene spenderla questa risorsa, a cosa conviene dedicarsi, come sfuggire alle cose futili o irrilevanti che ci frastornano da mane a sera (giornali, riviste, radio, tv, telefono, chiacchere inutili in casa e fuori ..), cosa hanno eventualmente detto al riguardo i grandi pensatori, etc..
Avvocato ha senso questo che Ti propongo? I grandi pensatori antichi e moderni che tu frequenti si sono espressi e in che modo su questo tema importante, fondamentale direi.
Grazie, saluti cordiali e buon lavoro. LIVIO PILAT

Caro Pilat,
Ricevere commenti come il tuo mi fa molto piacere perché dimostra che LE CONSOLAZIONI sono lette e valutate. Giustamente tu mi ricordi di rivolgere l'attenzione ai pensieri dei grandi. Finora abbiamo cercato di farlo, ma il timore è quello di essere pesanti e quindi non leggibili. Mi permetto aggiungere alcune osservazioni che ricavo da un articolo di Abraham B.Yehoshua (su Robinson supplemento letterario di La Repubblica) sui criteri che assegnano valore ad un romanzo. “La letteratura è un’arte che mediante il linguaggio, rende il lettore compartecipe di un’importante esperienza interiore al fine di suscitargli un appagamento estetico”. Quindi sul valore di un romanzo il giudizio è molto soggettivo perché rimesso all’"appagamento estetico" del lettore cioè del “bello” che egli ricava dall’opera: e il bello per uno non è detto che sia bello per tutti. In merito alla diversità dei giudizi letterari (e non solo a quelli n.d.r) Yehoshua cita l’esempio del Diario di Anna Frank che per alcuni è un diario personale ritrovato per caso, mentre per altri è un libro scritto intenzionalmente come opera d‘arte sotto forma di diario. Quindi ad ognuno il suo "appagamento" dove, come e quando lo trova.

Con stima ANTONIO SARTORIS