Caro
Ulisse,
Domenica 20 Novembre 2016 è morto Riccardo Cavallo: aveva solo 59 anni. Chi era Riccardo Cavallo: vai a vedere i suoi blog:
http://recognitiones-ii.blogspot.it/
http://recognitiones.blogspot.it/
http://trancriptiones.blogspot.com/
Avendo avuto notizia di questi blog dall'intimo amico di Riccardo e suo collaboratore, Roberto Cavallera, sono andato a dargliene una occhiata: un mondo incredibilmente onirico e colto mi si è spalancato sotto gli occhi. In questo mondo, non in quello della piccola provicia, dopo un precoce e locale inizio folgorante, viveva ormai da tempo Riccardo Cavallo ed ivi quasi si nascondeva sotto modeste vesti. Per me era un caro amico che incontravo spesso
per strada, con la testa bassa ed
il sigaro in bocca, immerso nei suoi pensieri ma che non mancava di fermarmi e
di chiedermi sempre: “hai scritto qualche altra cosa dei tuoi racconti
fattuali, mi raccomando dammeli subito”, e rapidamente si allontanava come se
avesse tante cose da fare. Nel
silenzio generale della città e del suo specchio che dovrebbero essere i
giornali e le televisioni locali, se n'è andato un fine, coltissimo
intellettuale laico. L’abbiamo salutato laicamente noi del mondo dell’arte,
Martedì 22 nov. nella sala delle mostre di Casa Delfino.
Voglio
qui ricordare Riccardo Cavallo (proprio in questi giorni di renaissance del pittore Ego Bianchi con una
bella mostra a Palazzo Samone – vedi il mio blog Il FISCHIETTO - ) riproducendo un suo scritto intitolato “Liceo artistico di Cuneo- Omaggio a Ego Bianchi” – Scriveva Riccardo Cavallo parecchi anni fa :
"Di una frequentazione, da parte di Ego Bianchi, di tematiche ed iconografie religiose e sacre (da
intendersi qui nel senso ristretto e del tutto particolare di “cristiano”)
abbiamo brevi quanto salienti testimonianze di Lucio Fontana e di Tullio
Mazzotti. Più che di frequentazione sarebbe più corretto parlare di una
reinvenzione e di una appropriazione creativa, se si guardano le opere che
compongono il ciclo della Via Crucis . A questa serie di opere, verrebbe
fatto di pensare, hanno concorso almeno tre distinte personalità di Bianchi
(per il quale l’unica religione praticabile era l’arte, con un concetto “teologico” di creazione non privo di
una certa ironia neopagana) : il pittore, l’inventore di ceramiche ed il
disegnatore. Del pittore si ritrova lo sguardo ancora ebbro di rossi e neri
come di terre, di derivazione probabilmente vascolare ed arcaica, si leggono,
sapientemente rielaborate, le tracce di Rouault e di Picasso. Il pensiero del
ceramista ha simulato sulla superficie piana una serie di spazi convessi sui quali articolare la fuga turbinosa
delle immagini, che paiono racchiuse in un’ellisse e deformate dalla lente di un
oblò. Forte, anzi fortissima, la presenza del disegnatore, del mitografo che
febbrilmente commuta i dati acquisiti dei codici di partenza (l’avventura di
Bianchi fu sempre avventura del disegno e nel disegno). L’artista ha operato
dunque ai margini di un’occasione narrativa, ritrovando nella storia sacra
l’ennesima fantasmagoria, sostituendo all’ideale linearità di un racconto
universale una visione sperimentale e provocatoria. La singola frequenza
finisce così non di illustrare una “stazione”, ma di esprimere una fase
immaginativa dell’artista. Un moto
curvo, come di un compasso posto in libertà, trascina con sé, quasi facendoli
ruotare nel suo interno, omini, armi e cavalli, deformati come apparizioni
oniriche, nelle quali al pretesto degli episodi evangelici si sovrappone una
programmata violenza, un altro racconto, per l'appunto a frammenti, esemplare ed
ossessivo : quello della pittura. Il segno greve e plumbleo che fu del Rouault
più tragicamente cristiano, si
nega alla forza di gravità alleggerendosi in fisionomie volatili.
Dall’apocalisse di Guernica tornano figure di catastrofica spettacolarità,
irreconducibili all’ordine.
Fra pathos e mythos l’artista non ha esitazioni,
cedendo integralmente alla fascinazione del secondo, tanto in questo singolo
episodio, come in tutta la sua opera. Riccardo Cavallo." Alla prossima ANTONIO