sabato 23 ottobre 2021

TANTO TUONO' CHE PIOVVE

Caro Ulisse, è stato detto che chi non ricorda il passato è destinato a ripeterlo anche se sotto forme diverse da quelle originali. La vita politica e sociale che stiamo vivendo mi ricorda il periodo storico del prefascismo per limitarmi a fare riferimento al tempo storico più prossimo al nostro. L’episodio della contestazione contro il greenpass del popolo di Trieste mi ricorda molto la contestazione dannunziana del popolo di Fiume (coincidenze di etnicità ?). Quella storica contestazione fu risolta con la forza : Giolitti mandò due o tre navi militari nel porto di Fiume e con due cannonate la questione fiumana fu risolta. Vedremo come si risolverà quella triestina: non ho certo rimpianti in proposito ma mi interessa ricordare una certa assonanza del clima di questa contestazione con quella di allora, entrambe essenzialmente politiche , come del resto viene evidenziata dagli argomenti politico/giuridici di alcuni intellettuali ( Cacciari, Agamben, Barbero, Odifreddi, Vattimo etc.) Un altro elemento che mi ricorda l’humus da cui è emerso e cresciuto il fascismo di Mussolini, è il dissesto culturale/politico che da tempo va corrodendo la struttura democratica del nostro Paese e che ha la sua palese dimostrazione nel disinteresse e/ indifferenza alle vicende politiche di un sempre maggior numero di cittadini (vedasi la diserzione dalle urne) . In una intervista di E. Scalfari pubblicata su La Repubblica del 28 Luglio 1981 (sic), Enrico Berlinguer diceva: “”I partiti non fanno più politica. I partiti hanno degenerato e questa è l’origine dei malanni d’Italia. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa e mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente. Idee, ideali, programmi, pochi e vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contradditori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con il bene comune. Non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un boss ed un sotto-boss. I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche , gli istituti culturali, gli ospedali, le università. La Rai-TV, alcuni grandi giornali. …. Insomma tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le “operazioni” che le diverse istituzioni e il loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione del partito o della corrente del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi ,anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti. Molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi, (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne. I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione concorrere alla volontà politica della Nazione e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi di Stato sempre più numerosi centri di potere in ogni campo, ma interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del popolo, controllando democraticamente l’operato delle istituzioni. La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della, politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale nell’Italia d’oggi fa tutt’uno con l’occupazione dello Stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati……Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un ampio consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi ed intollerabili privilegi (e metodi come sopra descritti n.d.a). Se questi elementi non ci sono, l’operazione non può riuscire . Se si continua in questo modo, in Italia la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi ; rischia di soffocare in una palude. Trent’anni fa così diceva Berlinguer. Non mi sembra che la situazione politica italiana sia cambiata. Ma la sfiducia nella politica lentamente ma inesorabilmente sale ed i segnali del malcontento aumentano. E’ come un temporale di cui si sentono i lontani brontolii, si vedono nubi nere addensarsi, ogni tanto scoppia il lampo delle saette, ed alla fine giunge il disastro e si salvi chi può. Ciao, alla prossima ANTONIO Cuneo 23 Ottobre 2021