sabato 25 aprile 2020

Le consolazioni della cultura (VIII) per la Festa della Liberazione (25 aprile 1945/2020)


In questi momenti di rigurgito  di idee e di azioni (vedi  Horban ed i suoi amici Salvini e Meloni) che con il 25 aprile 1945 credevamo definitivamente sconfitti ricordiamo  il monito  di SANDRO PERTINI:

L’esperienza fatta nella mia lunga e travagliata vita politica mi ha dimostrato che non esistono le autocrazie illuminate. Le dittature dei giusti e dei puri. Perché chi nega la libertà ai propri concittadini è un tiranno quale che sia la giustificazione – anche la più nobile  - che egli offra al suo operato (in genere lo stato di momento eccezionale che si perpetua a data da definire n.d.e.).
    Quanto più il Parlamento è radicato nella vita del Paese, parla lo stesso linguaggio, sente gli stessi problemi delle masse popolari, tanto più esso riflette le loro aspirazioni. Inoltre la mia esperienza di Presidente della Camera dei deputati italiana mi ha insegnato che in un vero Parlamento maggioranza e opposizione si confrontano rispecchiando gli interessi diversi e le diverse istanze del Paese , anche le più opposte.
    Peraltro in un sistema democratico l’opposizione è necessaria, perché a sostanza di una vera democrazia consiste appunto nel libero raffronto e nel  civile contrasto di tutte le idee e di tutte le opinioni(1). È solo questo contrasto che può mettere in luce i lati negativi e le lacune delle diverse posizioni e può, quindi, far prevalere la conclusione più giusta. Ed in questo raffronto sta pure la vitalità del Parlamento.
    Forse taluno può trovare eccessiva questa mia esaltazione del Parlamento, ma io sono fermamente convinto che senza un libero Parlamento non si potrà mai avere una democrazia. Certo i contrasti che talvolta si verificano in un libero Parlamento possono far apparire difettoso il regime democratico.     In un regime democratico sorgono talora disordini e si levano clamori, mentre l’ordine ed il silenzio regnano nei regimi dittatoriali, ma è l’ordine delle carceri, è il silenzio dei cimiteri. Io alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie
.

SANDRO PERTINI


Dal Messaggio del Presidente della Repubblica per il nuovo anno. Roma, 31 dicembre 1979.




(1)  In un altro discorso Pertini ha detto:
      Nel Paese vi è oggi la libertà, la libertà per tutti. Memore dell’antico insegnamento dico al mio avversario: “Io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi sino al prezzo della mia vita, perché tu la tua idea possa esprimere liberamente”. Ma non possiamo consentire la libertà di uccidere la libertà. Questo non lo permetteremo mai, costi quel che costi alle nostre persone.





mercoledì 22 aprile 2020

Le consolazioni della cultura (VII)


Da "Antologia di Spoon River", di Edgar Lee Masters

Carl Hamblin

La macchina del Clarion di Spoon River fu distrutta
ed io spalmato di pece e coperto di penne,
per aver pubblicato questo il giorno in cui gli Anarchici
vennero impiccati a Chicago:
"Vidi una donna bellissima con gli occhi bendati
eretta sui gradini di un tempio di marmo.
Una gran folla le passava dinanzi
sollevando la faccia ad implorarla.
Nella mano sinistra teneva una spada.
Brandiva quella spada, colpendo a volte un bimbo, a volte un operaio,
ora una donna che tentava sottrarsi, ora un folle.
Nella destra teneva una bilancia;
nella bilancia venivano gettate monete  d'oro
da quelli che schivavano i colpi di spada.
Un uomo con la toga nera lesse da un manoscritto:
"Ella non guarda in faccia nessuno"
Poi un giovane col berretto rosso
balzò al suo fianco e le strappò la benda.
Ed ecco, le ciglia erano tutte corrose
sulle palpebre marce;
le pupille bruciate da un muco latteo;
la follia di un'anima morente
le era scritta sul volto -
ma la folla vide perché portava la benda."

(Epitaffio sulla tomba dell'anarchico Giuseppe Pinelli)        continua




John Amos Comenius, Orbis Sensualium Pictus, Charles Hoole, Londra, 1658




lunedì 20 aprile 2020

Le consolazioni della cultura (VI)


Proseguo con altri aforismi di Oscar Wilde:

Non riesco a sentirmi solidale con la sofferenza. È troppo brutta, troppo orribile e troppo deprimente. C’è qualcosa di assolutamente morboso nell’attuale simpatia per il dolore. Ci si dovrebbe sentire solidali col colore, la bellezza, la gioia di vivere. Meno si parla dei dolori e meglio è.

L’egoismo non consiste nel vivere come ci pare ma nell’esigere che gli altri vivano come pare a noi. 

È un vero peccato che impariamo le lezioni della vita quando non ci servono più.

La vita è semplicemente un mauvais quart d’heure (cattivo quarto d’ora) composto di attimi squisiti.



Linley Sambourne, Punch’s Fancy Portraits - No. 37, Punch, Londra 25 giugno 1881





sabato 18 aprile 2020

Un intervento di Franco Isnardi sul significato dell'arte


Pubblico con piacere l'intervento di Franco Isnardi relativo al ragionamento di Nicola Chiaromonte che potete leggere su questo blog (lettere-a-ulisse.blogspot.com/le-consolazioni-della-cultura-iii):

"partecipo con piacere alla tua sollecitazione, pensando che, almeno in tal senso, la pausa forzata sia propizia (cercherò comunque di essere sintetico). Anche l'Arte ha una sua inesorabile evoluzione. Rimanendo più vicino al nostro tempo, di rilevante vi è il grande fermento che ha caratterizzato il passaggio di secolo tra '800 e '900. Gli Artisti erano prevalentemente impegnati a cogliere i pregi del bello e dell' armonia nella Natura, e quindi "fuori di sé" (opere esemplari si trovano nei Maestri dell' Impressionismo). Nel contempo, altri, forse i più ardimentosi, si accorsero di avere nuove pulsioni espressive anche "dentro di sé". Quasi in sintonia con le nuove teorie scientifiche del profondo, hanno cominciato a scandagliare le loro fonti di creatività. Come da un nuovo "vaso di Pandora" sgorgarono i colori di Matisse, il cubismo di Picasso e Braque, il surrealismo di Dalì, e tutto ciò che costituisce "Arte Contemporanea" come l'astrattismo, il gestuale, l'arte povera, l'informale e tanti altri "rinvenimenti", comprese le provocazioni. La "bellezza" quindi ha ceduto il privilegio della ricerca alle fantasiose "realtà" interiori, purché significative e rivelative di aspetti costituenti nuova conoscenza. L'Arte, la vera Arte di oggi dovrebbe procurare non più il piacere del bello o del sublime in prevalenza, ma la testimonianza espressiva di ogni aspetto del nostro tempo.Mi fermo qui per dare spazio ad altre riflessioni, ben sapendo che quanto sinteticamente espresso non manca di risvolti anche critici o di opportuni approfondimenti". 
Franco Isnardi






Xue Song, Steersman, 1997





giovedì 16 aprile 2020

Le consolazioni della cultura (V)


A controcanto della riflessione di Nicola Chiaromonte sul significato dell'arte (vedi le consolazioni della cultura iv), propongo alcuni aforismi di Oscar Wilde e, come sempre, attendo vostri commenti in proposito: 


L’arte è molto più astratta di quanto si pensi. La forma e il colore ci parlano della forma e del colore e basta. 

Tutti coloro che sono incapaci di imparare si sono messi ad insegnare.

L'arte non dovrebbe mai cercare di rendersi popolare. È il pubblico che dovrebbe cercare di rendersi artistico. C’è un’enorme differenza.

Nessun  grande artista vede mai le cose come realmente sono. Se lo facesse, cesserebbe di essere un artista. 

Il realismo come metodo è un totale fallimento e le due cose che ogni artista dovrebbe evitare sono la modernità nella forma e la modernità nel soggetto Per noi che viviamo nel diciannovesimo secolo, qualsiasi altro secolo è idoneo all’arte tranne il nostro. Le uniche cose belle sono quelle che non ci coinvolgono. 



Fancy Portrait, Oscar Wilde, Charivari Punch, 5 March 1892



venerdì 10 aprile 2020

Le consolazioni della cultura (IV)


Oggi (...) nessuno sa più che cosa sia l'arte (né tanto meno che cosa sia la bellezza): si sa solo che l'uomo, sia da solo che nella sua vita associata, continua ad aver bisogno di un atto, di un lavoro, di una forma che siano puri e gratuiti, cioè che servano unicamente a dare un significato alla vita; e diciamo pure un significato immaginario. [Nicola Chiaromonte]

Cari lettori, voi cosa ne pensate? Cos'è l'arte? Una domanda che per lo più viene posta dinanzi ad un'opera d'arte specie se è del tipo detto "astratto": cosa vuol dire, cosa significa? Nicola Chiaromonte ha dato la risposta riportata più sopra (e che io condivido), attendo vostri commenti in proposito. 




Hans Hartung, T1971-R27, 1971




lunedì 6 aprile 2020

Le consolazioni della cultura (II-III)


"Il Buddha non solo era un essere umano ma non ha mai affermato di avere tratto ispirazione da un dio o da un potere esterno… Considerava tutte le sue realizzazioni, i suoi conseguimenti e le sue azioni come proprie dello sforzo e dell’intelligenza umana. Egli affermava “Ognuno è il rifugio di se stesso, di chi altri potrebbe essere il rifugio”. [...] L’emancipazione dell’uomo dipende dalla  sua conquista della Verità e non dalla grazia benevola di un dio o da un potere esterno come ricompensa per un comportamento corretto ed obbediente"

"Tutte le azioni umane hanno la mente come precursore, la mente è il loro capo, e sono fatti di mente. Se uno parla o agisce con la mente contaminata, la sofferenza lo segue come la ruota segue lo zoccolo del bue che tira il carro"

"Come un bel fiore colorato ma senza profumo, così infruttuosa è la parola ben detta di uno che non la mette in pratica"

"Affrettati a compiere il bene, trattieni la tua mente dal male. Se si è lenti nel fare il bene, la mente si diletta nel male""
                                   
continua


Da Walpola Rahula, L’insegnamento del Buddha, (Ed. Adelphi)






domenica 5 aprile 2020

Le consolazioni della cultura (I)


E se vi si chiedono perché sorridete e piangete 
dite che siete tristi perché i vostri cuori vedono l'oggi 
dite che siete gioiosi perché i vostri cuori presagiscono il domani
F. Thomson


Henri Matisse, Finestra aperta a Collioure, 1905