giovedì 21 maggio 2020

Le consolazioni della cultura (XIII)


OPINIONI

Mi piace comunicare le diverse opinioni degli AMICI DI CASA DELFINO e di chi vuole farne parte. Ho ricevuto quella dell’amico Carlo Cofano e la pubblico volentieri. Sarei lieto di pubblicarne altre, se ce le fate conoscere. Infatti dice R. Descartes : “La diversità di opinioni non deriva dall’essere gli uni più ragionevoli degli altri, ma solo dal fatto che noi giudichiamo i nostri pensieri per vie diverse, e non consideriamo le medesime cose” .  Sulla diversità delle opinioni si può dire ancora altro.  Quando sono rigide; “ Il massimo inganno delli omini è nelle loro opinioni” Leonardo da Vinci.  E  quando sono assolute: “È la mia opinione ed io la condivido”  H. Monnier.
                                                          A.S.

============================== 

“I PROMESSI SPOSI” AL TEMPO DEL CORONA VIRUS, di Carlo Cofano

Alle … idi di marzo mi sono recato alla Biblioteca civica di Cuneo volendo leggere per la terza volta, e dopo oltre quarant’anni dalla seconda, i “Promessi sposi” di Alessandro Manzoni; ce l’ho in casa ma con caratteri un po' troppo piccoli, da non potersi leggere senza occhiali come invece preferisco. E così mi hanno dato una edizione per ipovedenti di due volumi per complessive mille pagine (350 il mio) e due chili. Ero impreparato a questa soluzione ed a piedi e così ho marciato con quel bagaglio per quasi tre chilometri fino a casa; è vero che con gli zaini portiamo ben è più di due chili e più a lungo, ma appunto con lo zaino, mentre quei due tomi sotto braccio erano scomodi e sfuggenti.
Questa rilettura ha avuto il merito di tenermi alquanto impegnato durante il “confinamento“ domestico, ma mi ha un po’ deluso  e non ve ne sarà una quarta (anche perché il tempo stringe) e avanzo al riguardo cautamente e …imprudentemente qualche osservazione (non critica, non avendone la relativa  competenza). Dunque prolisso, retorico iperanalitico (stavo per scrivere “pedante”) e moraleggiante. È un cocktail che pervade l’intera opera, da far dire ogni tanto al lettore: “vabbè basta, abbiamo capito, va avanti”. 
A volte una intera pagina per descrivere un fatto o situazione secondari  o l’aspetto, anche interiore, di una persona del tutto anonima  e occasionale che non riapparirà più il seguito.
  Caro Alessandro non prèndertela, cosa vale il mio giudizio? Hai ben altri estimatori! E poi forse non era questo il momento di leggere (o rileggere) quel capolavoro universalmente riconosciuto, perché si riverbera sulla nostra infausta attualità e sul nostro stato d’animo l’ombra sinistra, macabra e prolungata (tante pagine) della peste di Milano, con gli untori, i monatti, il contagio, i morti. Allora tutto si risolse con un provvidenziale e prolungato acquazzone purificatore (ora diremmo “sanificatore”: noi aspettiamo il vaccino, speriamo presto (“Speriamo”: quasi tutti i nostri attuali scambi verbali con parenti o amici si concludono  con quella  parola…). .. e speriamo .

L’amico Carlo è entrato, inconsciamente in una delle lezioni che la Fondazione intende svolgere nell’ambito di un vasto progetto detto TURACEI quest’estate nella sua Villa Torre Acceglio.                                                    
Sarà una lezione di un “corso di creatività nelle comunicazioni umane”, sulle <descrizioni> in un testo narrativo che potremmo sinteticamente definire quelle parti che il lettore medio tende a saltare. 
È stato acutamente osservato che “l’interesse di un romanzo risiede nella storia raccontata, nelle peripezie dei personaggi, nella  suspense narrativa: al lettore importa conoscere la sorte dell’eroe, non il colore o la foggia delle tende del salotto di un personaggio minore. La descrizione, spesso, suscita impazienza, appare inessenziale, annoia.
Per una volta. i teorici della letteratura sembrano dare ragione al lettore medio. Insistono quasi sempre sul carattere subalterno della descrizione. Che deve essere funzionale alla logica del racconto, e non può mai rendersi autonoma"(1).   A.S. 


(1) Pierluigi PELLINI – La descrizione – Ed. Laterza – 1998




fotogramma della prima trasposizione cinematografica 
del 1922 di Mario Bonnard dei Promessi sposi