martedì 29 gennaio 2019

LA COLPA - Giorno della memoria 2019


Caro Ulisse (C.U.) ,

       il Giorno della Memoria per CASA DELFINO è sempre stato un  momento di ricerca e approfondimento sui temi connessi con la SCHOA che in lingua ebraica  significa “catastrofe” “distruzione”: l’antisemitismo e/o razzismo, la violenza più brutale il mal assoluto, ma anche la responsabilità ed il castigo.

       Oggi 27 Gennaio 2018 parleremo della COLPA non solo del popolo tedesco ma di tutti gli uomini che vissero negli anni 25 -45 del secolo scorso. LA QUESTIONE DELLA COLPA - Sulla responsabilità  politica  della Germania – è un libro  scritto da Karl Jaspers.
CHI E’ CARL JASPERS,
Carl Jaspers nasce a Oldenburg, BassaSassonia, nel 1883. Si laurea in medicina, diventa psichiatra e filosofo. Nel 1933, con la salita al potere di Adolf Hitler e del nazismo, poiché sua moglie Gertrud Mayer è ebrea, entra nel novero dei potenziali nemici el Reich. Nel 1937 gli impongono un’alternativa: o lasciare la Germania o lasciare la moglie. Non lascerò né la Germania né mia moglie, risponde. Viene allontanato dall’Università di Heidelberg, dove studia ed insegna. Si ritira a vita privata con Gertrud. Nel 1938 a ogni casa editrice tedesca è vietato pubblicare opere di Jaspers. Fa la fame, si ammala. Negli anni della guerra, per evitare a sé ed a Gertrud l’eventualità devastante della deportazione, pare conservi pasticche di cianuro a portata di mano. L’arresto è in effetti stabilito, ma non c’è esecuzione probabilmente per l’avanzata degli americani. Nel 1946, a guerra finita, torna alla vita accademica. Tiene un ciclo di lezioni oggi tradotte e raggruppate nel libro che vi ho detto  “La QUESTIONE DELLA COLPA”.  In sintesi dice :” Noi tedeschi siamo obbligati, senza alcuna eccezione, a vedere chiaro sulla questione della nostra colpa ed a trarne le conseguenze. La questione della colpa, più che essere una questione posta dagli altri a noi, è una questione che noi poniamo a noi stessi. Ci obbliga la nostra dignità di uomini”. La colpa che riconosceva a sé stesso era di avere sottovalutato il nazismo e di non essersi opposto per tempo e col dovuto vigore. E per questa ragione avertì: “Ognuno è responsabile della situazione politica del proprio Paese”


Il tema  della colpa individuata da Jaspers  è ben presente nel documentario che ora vi farò vedere :
       Si tratta di una intervista fatta a Brunilde POMSEL, segretaria nel periodo nazista di Goebels, intervista intervallata dalla presentazione di documenti terribili ed inediti sui campi di concentramento nazisti.
       Ad introduzione e commento del documentario vorrei porre l’accento  sull’INDIFFERENZA e L’IMPOTENZA  del singolo di fronte al Moloch del Male. 
       Sull’indifferenza vi leggo quanto dice Jaspers (pag. 26) “I cittadini sono nella maggior parte estranei alla vita politica. La potenza dello Stato non viene qui sentita come cosa che li riguarda. Essi  non si considerano corresponsabili, ma fanno solo da inerti spettatori della vita politica, e lavorano ed operano obbedendo ciecamente. Essi conservano la loro buona coscienza nell’ubbidienza, senza partecipare a ciò che i detentori del potere decidono e fanno. Subiscono la realtà politica come qualche cosa di estraneo a loro. Cercano di cavarsela con astuzia e di trarre i propri vantaggi personali, oppure vivono in un cieco entusiasmo (fanatismo) fatto di sacrifici “

       Sulla IMPOTENZA e/o CODARDIA  vi leggo quanto dice la POMSEL
“” Non sono il tipo di persona che resiste. Non ne avrei il coraggio. Sono una dei codardi. Questo è quello che cerco  sempre di spiegare alle persone di oggi. Farei domande stupide ed ingenue se avessi la loro età. Direi: “Avresti dovuto autoescluderti. Sarei stata capace di decidere per me soltanto ?  No, non avresti potuto. Chi lo ha fatto, ha messo a repentaglio la propria vita. Era da schiocchi farlo. Se avessero tenuto la bocca chiusa, oggi sarebbero vivi. Tutto per quel diavolo di un foglietto, tutto questo per un volantino””

QUESTI SONO I TEMI SU CUI VI INVITO A RIFLETTERE  OGGI E SEMPRE..


       Voglio ancora dirvi due parole sul presente :  oggi vi sono
circostanze  storiche molto simili a quelle in cui si sono trovati a vivere i nostri padri.  E noi cosa facciamo ?
               La shoa è il passato che  molti milioni di uomini  hanno vissuto tragicamente ma che la maggioranza della popolazione mondiale ha per lo più vissuto nell’indifferenza e/o impotenza. 
               I tempi in cui stiamo vivendo hanno messo dinanzi ai nostri occhi  (in modo ancora più esplicito e dettagliato specie con i moderni mezzi di comunicazione)  e quindi alla nostra coscienza, tragedie umane indicibili ,
        Si pensi alle sofferenze  provocate dalle guerre contemporanee a milioni di esseri umani : il Vietnam, l’Agfanistan, il Libano, la Siria.  E proprio ieri ed oggi, la tragedia degli immigrati.
                     Indubbiamente sappiamo, non possiamo ignorare ciò che gli assassini hanno fatto alle loro vittime . Abbiamo visto persino rubare loro la povertà: quei fagotti, quei trolley scassati, fino alla pagella del ragazzino cucita nella tasca del suo vestito.
                Tra le verità nate da questo evento a noi contemporaneo, ci sono quelle che i morti hanno portato in mare divenuto il loro cimitero. Ma non sapremo mai ciò che le vittime provarono  nelle tenebre  che precedettero la loro morte .
              Sono queste le verità che dobbiamo decifrare, capire e  ricordare nelle nostre decisioni politiche.

O altrimenti a chi non lo farà – come diceva Primo Levi -  si sfasci la casa, la malattia lo impedisca,  i suoi nati torcano il viso da lui.

                                                 Antonio Sartoris

Letto nella sala grande della Fondazione Casa Delfino in Cuneo nl pomeriggio di domenica 27 Gennaio 2019


lunedì 14 gennaio 2019

UN REGALO A SALVINI



 C.U.
         Non ho né la competenza nè la approfondita conoscenza delle  carte processuali  per esprimere un giudizio sul caso Battisti ma come essere umano mi ha colpito il commento del neo presidente brasiliano Bolsonaro ”abbiamo fatto un regalo a Salvini”.   Un tale regalo (poiché l’arresto non è avvenuto in Brasile ) non può che riferirsi al fatto di aver privato Salvini  della primaria negazione brasiliana alla sua estradizione verso un paese come l’Italia che prevede la pena dell’ergastolo ignota in Brasile, e quindi spintolo  a fuggire in Bolivia dove l’ergastolo è previsto.
         Rifiutando questo tipo di politica ispirata da cinica disumanità, mi sono ricordato dei miei studi classici dove si raccontava  della testa decollata di Pompeo portata in un cesto a Giulio Cesare per fargli un regalo interessato .   Siamo tornati all’impero ?
         Salvini ha avuto il regalo di un corpo (quello di Battisti) e gli ha augurato di marcire in carcere (l’ergastolo ostativo è l’applicazione del principio della pena con fine mai !)  e ciò alla faccia della norma della Costituzione italiana per cui  Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato “ (art 27 c. 3°).    Giustizia è stata fatta, ma come ?  

                                                                                         Antonio Sartoris                                                                                        

venerdì 4 gennaio 2019

E QUESTA SAREBBE LA SINISTRA REGIONALE ?

Caro Ulisse,                    
                    Ho appreso da un articolo Massimo Novelli pubblicato su IL FATTO QUOTIDIANO di Lunedì 3 Genn. 2019 pag. 13 che è stato eletto il nuovo segretario del Partito Democratico piemontese nella persona del trentaduenne biellese Paolo Furia.  
                   Scrive Novelli che Furia ha dichiarato a Repubblica di volere "interloquire con la pancia  delusa di Forza Italia " Una "pancia" che a suo dire potrebbe guardare al PD se "la Lega continuerà a governare con i 5 stelle". Quindi par di capire - prosegue Novelli - che il PD di Furia si candida a dare sfogo al bisogno di destra o di centrodestra, di quella "pancia"- forzista. Tutto ciò, prosegue il neo-segretario, con lo scopo di collocare il PD "al centro di un patto civico". Conclude Novelli:  "Invece di puntare a (ri)conquistare consensi e voti della sinistra, delle lavoratrici e dei lavoratori, dei senza lavoro e dei precari, degli studenti, che una volta magari votavano  pure per il PD, o dialogare con i 5 stelle, che parte di quel voto hanno intercettato, il giovane Furia vuole anche lui fare come gli altri. Come Matteo Renzi,  come Silvio Berlusconi  e compagnia centrista. Stare al centro, dunque, e verso il centro destra; comunque non a sinistra". 
                     Mi domando : questa sarebbe la nuova sinistra regionale di Furia ? la visione del futuro del PD e di quello che era l'elettorato del  PD, elettorato che non l'ha più votato in massa il 4 Marzo 2018 e non lo voterà più se continuerà a marciare sempre più a destra.  
                     Il problema che angoscia i dirigenti del PD è la constatazione che con un volto dichiaratamente di sinistra,  in Italia non sia riuscito ad andare al governo. Ci è andato con Renzi trescando con Berlusconi e con un governo di forte odore di destra,  e rinnovare questo tacito accordo è tutto quello che sa proporre il "nuovo" (si fa per dire) segretario del PD piemontese alla vigilia delle elezioni regionali  ?   Ma il PD non è più quello dello spavaldo Renzi e il moderato Berlusconi non è più la destra: c'è Salvini e l'odore di destra è diventato puzza !
                     Avere un chiaro e coraggioso programma di sinistra e sapere aspettare anche anni come seppe fare il partito socialista italiano di Turati e Treves imponendo con tenacia e coerenza il sorgere di una nuova Italia (il cui progresso solo la "grande guerra" ed il conseguente fascismo fermò ma non distrusse), questo è la ideologia  che può restituire uno scopo per l'avvenire e quindi una dignità politica a un "nuovo" Partito democratico italiano .                     Purtroppo oggi non si sa aspettare, lavorando con fede, pazienza e tenacia, e si va a perdersi con "furia".                
                                                              ANTONIO SARTORIS    

ASCESA E CADUTA DI ZABUM


Sul tema della cultura a Cuneo ho già scritto parecchio: ritengo che lo farò ancora. Per intanto - caro Ulisse - ti invio la seguente lettera che peraltro ho inviato a LA STAMPA, alla GUIDA ed a CUNEO CRONACA chiedendogliene gentile pubblicazione .

Come operatore culturale della Fondazione Casa Delfino e come cittadino mi ha fatto male vedere la triste sorte della creatura di Alberto Castoldi  la società “Zabum Uno”. La sua attività estesa al territorio del cuneese è stata simile all’ascesa del Marcovaldo di Caraglio e alla sua caduta.  Zabum è sorta con fini tipicamente culturali (intrattenimento e formazione del gusto materiale e  intellettuale, soprattutto dei giovani ) si è poi trasformata in impresa-culturale (che per me è già una contraddizione in termini) e quindi soggetta alla legge economica dei costi e benefici.  Sarebbe interessante sapere quanto costa un evento-concerto di un certo rilievo e quanto e se ne ricava in cassa.
Ma poiché si tratta di attività culturali mi soffermo ad indicare due punti sul tema (che cercherò di sviluppare sul mio blog “lettere ad Ulisse”).
Primo: quando si tratta di attività culturali  che investono la vita di tutta una collettività, bandendo ogni presunzione di primato,  occorre interpellare e possibilmente coinvolgere “tutte” le energie che si sviluppano in tale settore e in tale territorio: cosa che non è stata fatta per esempio con la fallimentare proposta di “Cuneo capitale della cultura” . Secondo (è un mio pallino): bisogna puntare  su eventi che siano “pro Cuneo” e non solo “pro-cuneesi”, vedasi Barolo e gli eventi dell’albese in genere. Forse non tenere presente ciò è stato un errore  di Alberto Castoldi e sinceramente mi dispiace molto l’avvenuto.      ANTONIO SARTORIS