giovedì 24 giugno 2021

PENSIERI SULLA "FATWA"

Quando ero matricola della facoltà di Giurispudenza a Torino (palazzo Campana), tanti anni fa, mi ricordo che il primo corso a cui si doveva partecipare, perchè era l'esame di base, era "Istituzioni di Diritto Privato". Il corso era tenuto dal temutissimo prof. Allara che aveva una concezione tutta sua, una concezione formalistica quasi matematica del diritto, alla Kelsen, e trattava, al contrario dei suoi colleghi in quella materia, praticamente solo della "norma giuridica", con la conseguenza che gli allievi dopo aver superato il suo esame se volevano andare avanti negli studi giuridici dovevano comprare e studiare un altro testo di "normale" diritto privato. Del suo insegnamemto mi ricordo poco o nulla ma una cosa si', ed importante : la differenza tra la norma morale e la norma giuridica. La differenza è molto semplice ma fondamentale: la norma giuridica è fornita di sanzione legale, quella morale no. Mi è servita questa nozione per orientarmi sulle diatribe relative al comportamento di quei pakistani che hanno icciso la loro figlia perchè rifiutava il matrimonio a lei imposto per la loro interpretazioe della religione musulmana. Si è tanto discusso dela malvagità di quesa "fatwa" assolutamente incompatibile, non tanto con i nostri costumi, poi non tanto antichi, ma certamente con i nostri ordinamenti giuridici. Per fornirci una spiegazione razionale sul drammatico caso e interrogarci sul perchè i famigliari di quella povera ragazza l'hanno uccisa, in primo luogo bisogna evitare l'anatema della "fatwa". WIKIPEDIA spiega che la fatwā (in arabo: فتوى‎, plur. in arabo: فتاوى‎, fatāwā), nel diritto islamico, corrisponde ai responso del diritto romano. La parola è composta da tre lettere e deriva da aftā-hu fī-l-amr ("consultare qualcuno riguardo qualcosa") e istaftā ("richiedere una spiegazione o un chiarimento"). La parola significa "novità", "chiarificazione", "gioventù", "perfezione", "spiegazione", "ricerca di una decisione da una corte" e compare undici volte nel Corano, in cinque Sure diverse. La fatwa è il risultato di due azioni: l'istiftā, la domanda, e l'iftā, la risposta e chiarimento. In sostanza la fatwa è un "precetto" della religione munsulmana, non diverso da un "precetto" della nostra religione cattolica. La dfferenza tra un precetto religioso musulmano ed un precetto della religione cattolico consiste nel fatto che la religione musulmana è una religione di Stato in cui i precetti religiosi coincidono con le norme giuridiche e sono quindi sanzionabili con pene anche gravissime e crudeli , mentre i precetti cattolici sono sanzionabili solo con condanne morali (es.la scomunica). In Italia essendo in vigore il principio della laicità dello Stato e qunidi "libera Chiesa in libero Stato", solo le norme giuridiche e solo queste sono sanzionabili con pene corporali o economiche e con validità per confronti di tutti, ed egualmente. Va poi ancora detto che anche le norme morali, anche se prive di sanzioni giuridiche (come in Italia), hanno una loro validità per i credenti e quindi hanno conseguenze della loro inosservanza molto più blande per i cattolici, in genere anche inosservanti delle stesse, mentre per i musulmani molto più severe ed applicate talora con feroce fanatismo. Di questo fanatismo religioso è stata vittima la povera ragazza pakistana. L'Islam non ha avuto la Rivoluzione francese ma fatalmente, anche se con lungo cammino, saprà giungere ai "lumi". CIAO ULISSE, ALLA PROSSIMA A.S. .