venerdì 29 maggio 2020

Dateci una mano



Questo titolo è insieme una richiesta di fiducia ed una offerta di amicizia. Sono ormai quindici anni che la Fondazione Casa Delfino si adopera con più di 100 eventi all’anno a diffondere e stimolare cultura, cercando così di dare risposta al profondo bisogno umano di rapporti sociali.
L’importanza di questi rapporti ce la indica  Arthur Schopenahuer quando scrive: "Se ogni desiderio, venisse soddisfatto al suo manifestarsi, come potrebbero gli uomini riempire le proprie vite, come potrebbero passare il tempo?
Immaginiamoci la nostra specie  trasposta in un regno di Utopia dove ogni cosa cresca spontaneamente e i tacchini svolazzino bell’arrostiti, dove gli amanti si trovino tra loro senza indugi e restino l’uno accanto all’altro  senza difficoltà. In un luogo del genere gli uomini morrebbero di noia o si impiccherebbero, alcuni combatterebbero e si ucciderebbero a vicenda infliggendo a se stessi maggiori sofferenze di quante non ne affligga loro la natura qual è”.
La recente esperienza inflittaci dal corona virus ci ha costretti in tempi utopici negativi a vivere soli e Federico Nietzsche ha detto che “per vivere soli bisogna essere un animale o un dio”. 
Noi non siamo né animali né dei e quindi in spirito di vita (anche se ristretta) e di amicizia la fondazione Casa Delfino si è inventata LE CONSOLAZIONI DELLA CULTURA che dovreste avere ricevuto regolarmente via e-mail, letto su facebook o sul blog LETTERE AD ULISSE  di Antonio Sartoris.
Ma ora i rapporti sociali che abbiamo cercato di continuare a mantenere, non potendo riprenderli, se non in autunno, con gli INCONTRI DI ULISSE nella nostra sede di  C.so Nizza n. 2 , vorremmo riprenderli fisicamente nei mesi di luglio ed agosto aprendo la nostra sede estiva di Villa Torre Acceglio. Ivi intendiamo realizzare  un progetto concepito e gestito insieme a noi dai giovani del collettivo SESAMO di Cuneo e con l’aiuto della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Abbiamo progettato corsi culturali (arte letteratura, musica, scienze, tecniche) concerti e spettacoli cinematografici all’aperto. Riceverete i dettagli di queste nostre virtuali “strette di mano”, ma, per piacere, “dateci una mano” dedicando nella vostra denuncia dei redditi il contributo del 5 x mille al nostro Codice Fiscale N.  96070990047 
  
Grazie !!            Il Presidente Antonio Sartoris




giovedì 21 maggio 2020

Le consolazioni della cultura (XIII)


OPINIONI

Mi piace comunicare le diverse opinioni degli AMICI DI CASA DELFINO e di chi vuole farne parte. Ho ricevuto quella dell’amico Carlo Cofano e la pubblico volentieri. Sarei lieto di pubblicarne altre, se ce le fate conoscere. Infatti dice R. Descartes : “La diversità di opinioni non deriva dall’essere gli uni più ragionevoli degli altri, ma solo dal fatto che noi giudichiamo i nostri pensieri per vie diverse, e non consideriamo le medesime cose” .  Sulla diversità delle opinioni si può dire ancora altro.  Quando sono rigide; “ Il massimo inganno delli omini è nelle loro opinioni” Leonardo da Vinci.  E  quando sono assolute: “È la mia opinione ed io la condivido”  H. Monnier.
                                                          A.S.

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“I PROMESSI SPOSI” AL TEMPO DEL CORONA VIRUS, di Carlo Cofano

Alle … idi di marzo mi sono recato alla Biblioteca civica di Cuneo volendo leggere per la terza volta, e dopo oltre quarant’anni dalla seconda, i “Promessi sposi” di Alessandro Manzoni; ce l’ho in casa ma con caratteri un po' troppo piccoli, da non potersi leggere senza occhiali come invece preferisco. E così mi hanno dato una edizione per ipovedenti di due volumi per complessive mille pagine (350 il mio) e due chili. Ero impreparato a questa soluzione ed a piedi e così ho marciato con quel bagaglio per quasi tre chilometri fino a casa; è vero che con gli zaini portiamo ben è più di due chili e più a lungo, ma appunto con lo zaino, mentre quei due tomi sotto braccio erano scomodi e sfuggenti.
Questa rilettura ha avuto il merito di tenermi alquanto impegnato durante il “confinamento“ domestico, ma mi ha un po’ deluso  e non ve ne sarà una quarta (anche perché il tempo stringe) e avanzo al riguardo cautamente e …imprudentemente qualche osservazione (non critica, non avendone la relativa  competenza). Dunque prolisso, retorico iperanalitico (stavo per scrivere “pedante”) e moraleggiante. È un cocktail che pervade l’intera opera, da far dire ogni tanto al lettore: “vabbè basta, abbiamo capito, va avanti”. 
A volte una intera pagina per descrivere un fatto o situazione secondari  o l’aspetto, anche interiore, di una persona del tutto anonima  e occasionale che non riapparirà più il seguito.
  Caro Alessandro non prèndertela, cosa vale il mio giudizio? Hai ben altri estimatori! E poi forse non era questo il momento di leggere (o rileggere) quel capolavoro universalmente riconosciuto, perché si riverbera sulla nostra infausta attualità e sul nostro stato d’animo l’ombra sinistra, macabra e prolungata (tante pagine) della peste di Milano, con gli untori, i monatti, il contagio, i morti. Allora tutto si risolse con un provvidenziale e prolungato acquazzone purificatore (ora diremmo “sanificatore”: noi aspettiamo il vaccino, speriamo presto (“Speriamo”: quasi tutti i nostri attuali scambi verbali con parenti o amici si concludono  con quella  parola…). .. e speriamo .

L’amico Carlo è entrato, inconsciamente in una delle lezioni che la Fondazione intende svolgere nell’ambito di un vasto progetto detto TURACEI quest’estate nella sua Villa Torre Acceglio.                                                    
Sarà una lezione di un “corso di creatività nelle comunicazioni umane”, sulle <descrizioni> in un testo narrativo che potremmo sinteticamente definire quelle parti che il lettore medio tende a saltare. 
È stato acutamente osservato che “l’interesse di un romanzo risiede nella storia raccontata, nelle peripezie dei personaggi, nella  suspense narrativa: al lettore importa conoscere la sorte dell’eroe, non il colore o la foggia delle tende del salotto di un personaggio minore. La descrizione, spesso, suscita impazienza, appare inessenziale, annoia.
Per una volta. i teorici della letteratura sembrano dare ragione al lettore medio. Insistono quasi sempre sul carattere subalterno della descrizione. Che deve essere funzionale alla logica del racconto, e non può mai rendersi autonoma"(1).   A.S. 


(1) Pierluigi PELLINI – La descrizione – Ed. Laterza – 1998




fotogramma della prima trasposizione cinematografica 
del 1922 di Mario Bonnard dei Promessi sposi




venerdì 15 maggio 2020

Le consolazioni della cultura (XII)


A PROPOSITO DI SILVIA ROMANO  e della sua dichiarata conversione all’Islam il Prof. Umberto Galimberti, psichiatra e filosofo di chiara fama, scrive un articolo su La Stampa dell’11 Maggio 2020 -  pag. 20,  in cui sostiene alcune tesi su cui ognuno di noi dovrebbe interrogarsi : 1)“Perché la conversione? non lo sappiamo” la nostra dimensione religiosa è un segreto che ognuno di noi  custodisce  nel profondo della nostra anima” 2)  Quindi per Galimberti in ognuno di noi esiste una dimensione religiosa “così personale, così propria, così difficile da comunicare  perché  quando si ha a che fare con sensi e significati  che oltrepassano la nostra esperienza condivisa, ogni discorso, nel momento in cui si offre alla chiacchiera comune rischia il fraintendimento”. 3) Per evitare ciò Galimberti precisa che “Religioso è quell’atteggiamento che caratterizza chi non accetta che ogni senso e ogni significato si esaurisca nella realtà esistente in cui quotidianamente viviamo”. Per essere ancora più chiaro Galimberti continua “Religiosa è la ricerca di una ulteriorità di senso che coloro che credono chiamano “trascendenza” e che ognuno di noi avverte in ogni momento di insoddisfazione, di delusione, di sconforto, o anche di non completezza per quanto si va realizzando nel corso  della propria esistenza”.
Pur avendo provato tutti questi sentimenti di inferiorità umana io non sento il bisogno di questa “trascendenza” che priva di prove si chiama semplicemente fede, e quindi in me non vi è una dimensione religiosa”.  Se altri ce l’hanno, li rispetto.                       A.S. 


Queste note non sono che una introduzione ad un ulteriore capitolo che abbiamo chiamato


 L’INSEGNAMENTO DEL BUDDHA di Walpola  Rahula. Ediz Adelphi  

La radice di tutti i mali è l’ignoranza… Per progredire oltre è assolutamente necessario liberarsi dal dubbio…

Il solo dire  “io credo, o non ho dubbi” certamente non risolverà il problema. Costringersi a credere e ad accettare una cosa senza comprenderla è un atteggiamento politico e non spirituale o intellettuale.  (pag. 24) …

La maggior parte delle religioni è basata sulla fede, una fede alquanto “cieca”, sembrerebbe. Nel buddismo invece l’enfasi viene posta  sul “vedere, conoscere, comprendere e non sulla fede o sulla credenza“ (pag. 30) …

Riferendosi alla propria illuminazione, il Buddha disse. “Nacque l’occhio, nacque la conoscenza, nacque la conoscenza, nacque la saggezza, nacque la scienza, nacque la luce”. Si tratta sempre di espressioni che si riferiscono al vedere per mezzo della conoscenza o della saggezza (nana dassana) e non al credere per mezzo della fede. (pag.31)…

Il buddismo non è né pessimista né ottimista. Se occorre definirlo, esso è realista, perché adotta una visione realistica della vita e del mondo. Guarda alle cose con oggettività. Non si culla nell’illusione di vivere in un mondo di sogno qui oggi e domani nell’aldilà. Neanche vi spaventa con ogni sorte di paure e di peccati immaginari. Vi dice esattamente ed oggettivamente quello che siete e quello che è il mondo intorno a voi e vi mostra la via per la libertà, la pace, la tranquillità e la felicità perfetta. (pag. 41) ...

                                               ( 2- continua)







mercoledì 13 maggio 2020

World Fest Fest 2020 - Bando di partecipazione / Call for applications



WORLD FEST FEST 2020


12^ Edizione del

FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLE FESTE




bando di partecipazione / call for applications











REGOLAMENTO GENERALE

1. Premessa

1.1. Il Fest Fest e la sua edizione 2020 intitolata WORLD FEST FEST (Festival internazionale delle feste) sono una realizzazione della Fondazione onlus “CASA DELFINO” che detiene tutti i diritti di copyright sulla denominazione e sul logo della manifestazione.

1.2. Il WORLD FEST FEST 2020 si svolgerà a Cuneo, domenica 6 settembre 2020.

1.3. La Fondazione onlus Casa Delfino si avvale, per la realizzazione del programma e per la direzione delle varie sezioni che lo compongono, di una Direzione Artistica cui sono demandate, a suo insindacabile giudizio, tutte le decisioni in merito all’ammissione e all’invito dei video inseriti nel programma, secondo le norme del presente Regolamento.


2. Obiettivi


2.1. Il WORLD FEST FEST promuove la potenzialità dell’immagine in movimento quale strumento di diffusione della cultura e momento aggregativo. Il WORLD FEST FEST sostiene la sperimentazione a favore dell’espressione d’autore, della qualità audiovisiva e della creatività delle nuove generazioni.

2.2. Il WORLD FEST FEST si propone, inoltre, di contribuire alla qualità delle feste, presentando manifestazioni particolarmente significative sotto diversi aspetti culturali e favorendo un confronto costruttivo tra di esse. Si intende creare un dialogo tra usi e costumi di tradizioni differenti.


3. Sezioni

3.1. Il programma del concorso WORLD FEST FEST 2018 si articola in 2 sezioni:

3.1.1. FEST.DOC
Sono proposti i video che rappresentano nel modo migliore feste e momenti aggregativi della società[1], con particolare attenzione a quelle che si possono considerare particolari sia per la loro origine sia per la loro realizzazione. Questa sezione mette in risalto il lavoro di ripresa, la capacità di valorizzare lo spirito e il contenuto di una festa, catturarne momenti e sfumature, renderne il fascino e trasportare lo spettatore all’interno di essa.

3.1.2. FEST.FICTION
Questa sezione è dedicata alle opere di fantasia imperniate sul tema della feste. Non saranno, quindi, ammessi documentari o reportages di feste realmente avvenute.


PER SCARICARE IL BANDO COMPLETO 
E IL MODULO DI PARTECIPAZIONE
CLICCARE SUL LINK SOTTOSTANTE





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WORLD FEST FEST 2020

12th Edition of

FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLE FESTE[1]




GENERAL GUIDELINES



1. Introduction


1.1. The Fest Fest and its 2020 edition called WORLD FEST FEST (Festival internazionale delle feste) are a “CASA DELFINO” onlus Foundation production. All the rights over the name and logo of the event are copyrighted and own by the Foundation.



1.2. The WORLD FEST FEST 2020 will take place in Cuneo, on Sunday 6 September 2020.



In order to run the program and for the organization of its sections The Casa Delfino onlus Foundation will be using an Artistic Direction which, according to the regulations in this guide, will have the final decision regarding the admission and the sending of the videos shown during the program.


2. Purposes



2.1. The WORLD FEST FEST promotes the potential of the moving picture as a tool to spread culture and as a social gathering.



The WORLD FEST FEST supportes sperimentation in favour of the expression of the author, audiovisual quality and the new generations' creativity.



2.2. The WORLD FEST FEST also aims at the contribution to the quality of the celebrations by hosting events that are especially interesting in many cultural aspects and promoting a constructive dialogue among them. We also want to create a dialogue among different customs and traditions.






3. Sections



3.1. The WORLD FEST FEST 2020 contest program is divided in 2 sections:



3.1.1. FEST.DOC
A selection of the most representative videos of celebrations and social gatherings, with a particular focus on the most interesting ones in terms of origins and making.This section stresses on the shooting process, the capability to emphasize the spirit and the subject of a celebration, capturing its moments and shades, expressing its charm and taking the viewer to its very center.

3.1.2. FEST.FICTION This section is reserved for fiction dealing with the celebration theme.
No documentaries or reportage of celebrations that took place in reality will be therefore admitted.






[1] International Festival of Celebrations




CLICK ON THE LINK BELOW TO DOWNLOAD 
THE ANNOUNCEMENT AND THE APPLICATION FORM


application_form_-_world_fest_fest_2020.pdf



















martedì 12 maggio 2020

Le consolazioni della cultura (XI)


Intervista a Enzo Bianchi 

Sul numero del 1° maggio di Robinson, supplemento culturale de "La Repubblica", Antono Gnoli ha intervistato Enzo Bianchi, ex priore della Comunità monastica di Bose.

Dopo una ampia serie di domande sui problemi contingenti  collegati alla paura ed in particolare alla paura degli immigrati, Gnoli domanda:

C’è  un altro aspetto che sembra emergere in questi tempi la paura di dire la verità, di parlare chiaro, senza ambiguità o almeno senza eccesso di contraddizione.  Hai l’impressione che si stia inquinando il dibattito politico?

Bianchi risponde: C’è una parola che torna spesso sulle mie labbra, anche a causa della mia formazione di biblista, è parresia. È la virtù della libertà e della franchezza. Sapendo che questa non si mendica, ma si esercita innanzitutto attraverso la parola.  

Una parola chiara e diretta?

Parresia è il parlare superando l’inibizione della paura. Mio padre insisteva molto sul “saper dire sempre ciò che si pensa, a costo di patirne”. Personalmente ho fatto esperienza di quanto si paghi soprattutto nella chiesa, l’essere persone che parlano con parresia. Si dà fastidio a quelli che non prendono mai posizione, ai vili e agli ignavi, a quanti sono abituati a rinnegare se stessi ben prima di rinnegare gli altri.

[...]

L’intervista  termina con una domanda di Gnoli

C’è la frase di un autore che ti accompagna?

È un pensiero di Bernardo di Chiaravalle: "l’amore basta a sé stesso. Vale a dire ciò che conta è di avere amato, non conta se l’altro non ha ricambiato o ha tradito”.

                                                                   ========

Parlando con parresia dirò che per me questa è una risposta da monaco (uomo solo),  del tutto simile a quanto diceva Kierkegaard: "Amare è agire in modo da non ottenere nulla in cambio”.  Appunto, un mistico.  

Quando facevo l’avvocato e frequentavo il mondo delle adozioni di minori mi trovavo spesso di fronte alla pretesa dei Giudici Minorili e soprattutto delle Assistenti sociali  perché  i potenziali genitori adottivi manifestassero la loro “oblatività” cioè la loro disponibilità a soddisfare i bisogni e gli affetti altrui senza attendersi necessariamente  un contraccambio. Mi sembravano e mi sembrano tuttora  impostazioni psicologiche non solo irrealizzabili ma anche in un certo senso dannose perché sono al limite del solipsismo (ognuno per conto suo) nei rapporti affettivi interpersonali.   A.S.

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Un quadro di Picasso ("Madre e figlio saltimbanchi" 1905) che raffigura la genitorialità in un momento in cui non c'è il celebre sguardo di riconoscimento e vicendevole che c'è di solito nelle rappresentazioni. Questo l'amore genitoriale "gratuito", quello necessario per non veder nel figlio creta da plasmare a proprio piacimento, ma un individuo altro da noi, da amare non per un riconoscimento e soddisfazione personale, ma perché riesca a reggersi sulle proprie gambe stabile anche se su sentieri differenti da quelli genitoriali. L'agire giustamente del figlio non perché qualcuno lo vede o per sentirsi dire bravo, ma perché viene considerato giusto in se stesso, questo credo che sia il traguardo più difficile e auspicabile. P.B.




Pablo Picasso, Madre e figlio saltimbanchi, 1905



lunedì 11 maggio 2020

Precisazioni su un articolo pubblicato da targatocn


Sul sito web "targatocn" è comparso un articolo relativo al gesto goliardico attuato nei confronti della scultura posta di fronte alla sede della Fondazione Casa Delfino; rilevando una inesattezza di carattere artistico, mi sono permesso di inviare una precisazione al Direttore della suddetta testata giornalistica. 

Questo è il link dell'articolo in questione: 

   
e questa è la mia risposta:

Alla direzione di  TARGATOCN, 

Sono Antonio Sartoris, l’ideatore della statua realizzata dallo scultore Gaetano Usciatta e posta in C.so Nizza n.2, dinanzi all’ingresso della Fondazione Casa Delfino che ne è proprietaria. Detta statua rappresenta un uomo qualunque seduto su una panchina e che legge un libro. Su questo libro sta scritto “Ragiono e canto” sintesi delle facoltà intellettuali e artistiche dell’uomo. È per ciò che l’ho chiamato Ulisse come l’eroe Omerico. Ulisse è  il simbolo della inesauribile volontà della ricerca spirituale e materiale. Ulisse sta ragionando, ma non è la copia del “Pensatore” di Rodin, come ipotizza la vostra giornalista Tiziana Fantino riferendo del gesto scherzoso di chi ha applicato sul viso di Ulisse una mascherina chirurgica. A parte la radicalmente diversa postura della statua di Rodin, l’Ulisse di Cuneo non è chiuso in sé con il pugno sotto il mento ma è un normale cittadino che vive tranquillamente il suo mondo di cose e di fantasie. Queste sono anche l’oggetto dell’attività della Fondazione Casa Delfino (onlus) che in regime di chiusura di attività pubbliche si è inventata la rubrica delle CONSOLAZIONI DELLA CULTURA che divulga sulle seguenti piattaforme web: 

https://www.facebook.com/fondazionecasadelfino/

https://lettere-a-ulisse.blogspot.com/

https://twitter.com/casadelfinonlus


Il Presidente della Fondazione Casa Delfino - Avv. Antonio Sartoris



lunedì 4 maggio 2020

Le consolazioni della cultura (X)


È un periodo in cui mi sento molto vicino alle utopie: sarà anche perché tutti dicono che il coronavirus ci introdurrà ad un diverso modo di vivere. Io non ne sono molto convinto stante la radicata natura umana: egoista!  Dopo il ricordo della storica rivoluzione sovietica con l’ironia di Moni Ovadia voglio ricordare la tragica figura di Lev Trockij come appare nella coerenza e sensibilità umana del suo testamento con il toccante finale di augurio ad una  vita bella.        A.S.  


Lev Trockij nacque nella moderna Ucraina l'8 novembre 1879. È stato un politico, rivoluzionario, politologo e militare russo, poi sovietico. Il 21 agosto 1940 muore, ferito a morte il giorno prima Città del Messico dove era in esilio. Il killer era al soldo di Stalin. Questo il suo testamento:


La vita è bella (Testamento di Lev Trockij)

La mia pressione alta (e in continuo aumento) inganna chi mi sta vicino sullo stato reale della mia salute. Sono attivo e abile al lavoro, ma la fine, evidentemente, è vicina. Queste righe saranno rese pubbliche dopo la mia morte. Non ho bisogno di confutare ancora una volta le stupide e vili calunnie di Stalin e dei suoi agenti: non v’è una macchia sul mio onore rivoluzionario. Non sono mai sceso ad accordi, né direttamente né indirettamente, o anche solo a trattative dietro le quinte coi nemici della classe operaia. Migliaia di oppositori di Stalin sono caduti vittime di accuse analoghe, e non meno false. Le nuove generazioni rivoluzionarie ne riabiliteranno l’onore politico e tratteranno i giustizieri del Cremlino come si meritano. 

Ringrazio con tutto il cuore gli amici che mi sono rimasti fedeli nei momenti più difficili della mia vita. Non ne nomino nessuno in particolare, perché non posso nominarli tutti. Mi ritengo tuttavia nel giusto facendo un’eccezione per la mia compagna, Natalia Ivanovna Sedova. Oltre alla felicità d’essere un combattente per la causa socialista, il destino mi ha dato la felicità d’essere suo marito. Durante i circa quarant’anni di vita comune, lei è rimasta per me una sorgente inesauribile di amore, di generosità e di tenerezza. Ha molto sofferto, soprattutto nell’ultimo periodo della nostra esistenza. Mi conforta tuttavia, almeno in parte, il fatto che abbia conosciuto anche giorni felici.

Per quarantatre anni della mia vita cosciente sono rimasto un rivoluzionario; per quarantadue ho lottato sotto la bandiera del marxismo. Se dovessi ricominciare tutto dapprincipio, cercherei naturalmente di evitare questo o quell’errore, ma il corso della mia vita resterebbe sostanzialmente immutato. Morirò da rivoluzionario proletario, da marxista, da materialista dialettico e quindi da ateo inconciliabile. La mia fede nell’avvenire comunista del genere umano non è meno ardente che nei giorni della mia giovinezza, anzi è ancora più salda.

Natascia si è appena avvicinata alla finestra che dà sul cortile e l’ha aperta in modo che l’aria entri più liberamente nella mia stanza. Posso vedere la lucida striscia verde dell’erba ai piedi del muro, e il limpido cielo azzurro al di sopra del muro, e sole dappertutto.

La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza, e goderla in tutto il suo splendore.



Diego Rivera, L'uomo, controllore dell'universo, Palazzo delle Belle Arti, Città del Messico, 1934






venerdì 1 maggio 2020

Le consolazioni della cultura (IX)


Il Primo Maggio, festa dei lavoratori, deve anche essere ricordo storico. Dopo decenni di lotte con avanzate ed arretramenti,  le conquiste operaie e l’emancipazione delle masse sono approdate nel 1917, alla BELLA UTOPIA. Moni Ovadia con pietas ed ironia ebraica la ricorda in un suo spettacolo (Libro e DVD - Promo Music books  2008) anche così:
«Compagno Stalin, io ce l’ho delle lamentele da fare. La guerra ci ha distrutti, questa vittoria terribile ci è costata moltissimo, sofriamo, il cose da mangiare fanno schifo e qvelli burocrati che ci governano fanno più schifo, sono il peste nel peste. E qvelo gataccio maledetto, ogni volta che mi viene in mente io prenderei lui e strapperei a lui i baffi e glieli farei mangiare, qvel porco!»

«Compagno Rabinòvic - domanda Stalin lentamente - a chi vi riferite quando parlate di questo gattaccio porco con i suoi baffi?», Rabinòvich sgrana gli occhi esterrefatto. «Ma come sarebbe a chi mi riferisco? A qvel porco maledetto di Adolf Hitler!»
Si racconta che durante la cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Mosca del 1980, Brežnev impugnando i fogli col discorso cominciò a leggere:  «O…O…O…O…O…» ma fu interrotto dal suo segretario che gli si avvicinò e gli disse: «Leonid Il'ič, stai leggendo i cerchi olimpici». Brežnev proseguì il discorso per sei ore. Resosi conto ad un certo punto che la gente era quasi in coma per la noia, si rivolse stizzito al suo segretario: «Che razza di discorso hai scritto?», «Compagno Brežnev - rispose il segretario imbarazzato - io te ne ho consegnate sei copie».
                              

Andate a vedervi lo spettacolo! A. S.