venerdì 4 gennaio 2019

E QUESTA SAREBBE LA SINISTRA REGIONALE ?

Caro Ulisse,                    
                    Ho appreso da un articolo Massimo Novelli pubblicato su IL FATTO QUOTIDIANO di Lunedì 3 Genn. 2019 pag. 13 che è stato eletto il nuovo segretario del Partito Democratico piemontese nella persona del trentaduenne biellese Paolo Furia.  
                   Scrive Novelli che Furia ha dichiarato a Repubblica di volere "interloquire con la pancia  delusa di Forza Italia " Una "pancia" che a suo dire potrebbe guardare al PD se "la Lega continuerà a governare con i 5 stelle". Quindi par di capire - prosegue Novelli - che il PD di Furia si candida a dare sfogo al bisogno di destra o di centrodestra, di quella "pancia"- forzista. Tutto ciò, prosegue il neo-segretario, con lo scopo di collocare il PD "al centro di un patto civico". Conclude Novelli:  "Invece di puntare a (ri)conquistare consensi e voti della sinistra, delle lavoratrici e dei lavoratori, dei senza lavoro e dei precari, degli studenti, che una volta magari votavano  pure per il PD, o dialogare con i 5 stelle, che parte di quel voto hanno intercettato, il giovane Furia vuole anche lui fare come gli altri. Come Matteo Renzi,  come Silvio Berlusconi  e compagnia centrista. Stare al centro, dunque, e verso il centro destra; comunque non a sinistra". 
                     Mi domando : questa sarebbe la nuova sinistra regionale di Furia ? la visione del futuro del PD e di quello che era l'elettorato del  PD, elettorato che non l'ha più votato in massa il 4 Marzo 2018 e non lo voterà più se continuerà a marciare sempre più a destra.  
                     Il problema che angoscia i dirigenti del PD è la constatazione che con un volto dichiaratamente di sinistra,  in Italia non sia riuscito ad andare al governo. Ci è andato con Renzi trescando con Berlusconi e con un governo di forte odore di destra,  e rinnovare questo tacito accordo è tutto quello che sa proporre il "nuovo" (si fa per dire) segretario del PD piemontese alla vigilia delle elezioni regionali  ?   Ma il PD non è più quello dello spavaldo Renzi e il moderato Berlusconi non è più la destra: c'è Salvini e l'odore di destra è diventato puzza !
                     Avere un chiaro e coraggioso programma di sinistra e sapere aspettare anche anni come seppe fare il partito socialista italiano di Turati e Treves imponendo con tenacia e coerenza il sorgere di una nuova Italia (il cui progresso solo la "grande guerra" ed il conseguente fascismo fermò ma non distrusse), questo è la ideologia  che può restituire uno scopo per l'avvenire e quindi una dignità politica a un "nuovo" Partito democratico italiano .                     Purtroppo oggi non si sa aspettare, lavorando con fede, pazienza e tenacia, e si va a perdersi con "furia".                
                                                              ANTONIO SARTORIS    

ASCESA E CADUTA DI ZABUM


Sul tema della cultura a Cuneo ho già scritto parecchio: ritengo che lo farò ancora. Per intanto - caro Ulisse - ti invio la seguente lettera che peraltro ho inviato a LA STAMPA, alla GUIDA ed a CUNEO CRONACA chiedendogliene gentile pubblicazione .

Come operatore culturale della Fondazione Casa Delfino e come cittadino mi ha fatto male vedere la triste sorte della creatura di Alberto Castoldi  la società “Zabum Uno”. La sua attività estesa al territorio del cuneese è stata simile all’ascesa del Marcovaldo di Caraglio e alla sua caduta.  Zabum è sorta con fini tipicamente culturali (intrattenimento e formazione del gusto materiale e  intellettuale, soprattutto dei giovani ) si è poi trasformata in impresa-culturale (che per me è già una contraddizione in termini) e quindi soggetta alla legge economica dei costi e benefici.  Sarebbe interessante sapere quanto costa un evento-concerto di un certo rilievo e quanto e se ne ricava in cassa.
Ma poiché si tratta di attività culturali mi soffermo ad indicare due punti sul tema (che cercherò di sviluppare sul mio blog “lettere ad Ulisse”).
Primo: quando si tratta di attività culturali  che investono la vita di tutta una collettività, bandendo ogni presunzione di primato,  occorre interpellare e possibilmente coinvolgere “tutte” le energie che si sviluppano in tale settore e in tale territorio: cosa che non è stata fatta per esempio con la fallimentare proposta di “Cuneo capitale della cultura” . Secondo (è un mio pallino): bisogna puntare  su eventi che siano “pro Cuneo” e non solo “pro-cuneesi”, vedasi Barolo e gli eventi dell’albese in genere. Forse non tenere presente ciò è stato un errore  di Alberto Castoldi e sinceramente mi dispiace molto l’avvenuto.      ANTONIO SARTORIS