Ho appreso con incredulità la notizia che la nuova
dirigenza dell’ ass. Uomini di Mondo (quella che si rifà al mite Totò) faccia riferimento a Gabriele D’Annunzio in occasione della “festa” del 4 Novembre. A
parte il fatto che si festeggi una vittoria guerresca che è costata 650.000
morti e molte decine di migliaia di
feriti oltre a danni immani, il riferimento al “Vate”lo ritengo veramente
improprio. D’Annunzio è stato un interventista accanito giungendo nel suo
celebre discorso a Quarto, nel Maggio 1915, ad esaltare la guerra come il futurista
Marinetti che la dichiarava “sola igiene del mondo” (si stima che durante la prima Grande Guerra persero la vita poco meno di 9.722.000 soldati
con oltre 21 milioni di feriti). Nel suo famoso volo aereo su Trieste (non
Vienna) non dichiarò affatto che la
guerra potesse divenire un “inutile strage” (parole del Papa Benedetto XV ) ma
nello spirito esibizionistico di questa ed altre sue imprese (Buccari, Fiume
etc) intimò agli austriaci di arrendersi (sic).
Ricordare con onore
D’Annunzio, fascistissimo fin
dalla prima all’ultima ora, a Cuneo, capitale della Resistenza, mi pare una
idea veramente sciocca. ANTONIO
SARTORIS
Inviato oggi 4 Ott. 2018 a La Stampa (ediz, locale) e a La Guida per la pubblicazione