Caro Ulisse,
In questi
giorni siamo bombardati delle notizie ma soprattutto dai commenti sui
gravissimi fatti conseguenti ai terremoti dell’Italia centrale: morti e
distruzioni. Quante parole e quanti commenti ! Nessuno che si interroga sulle
conseguenze che derivano da questi fatti sulle credenze che cercano di spiegare
il significato del vivere umano. Gli antichi credevano che i fatti naturali
fossero l’effetto delle volontà capricciosa
degli dei, ma quando a queste credenze si è sostituita quella della
esistenza di un Dio creatore, onniscente
ed onnipotente, darne una spiegazione e soprattutto una giustificazione, è
impossibile. Il vescovo, mons. Giovanni d’Ercole celebrante i funerali di 49 su
297 vittime del terremoto (le altre -
giustamente - sono state sepolte nei cimiteri voluti dai parenti essi le retoriche
celebrazioni istituzionali) ha finalmente posta la domanda :” A nome mio, a nome di questa nostra gente,
tradita dal ballo distruttore della terra, suscitato dall’angoscia, dall’
avvilimento di esseri umani derubati dell’ultima loro speranza mi sono rivolto
a Dio Padre chiedendogli “ e adesso che si fa ?”.
Silenzio - dico io! - da Dio ma anche dal vescovo.
E’ la
domanda che si era posto Voltaire dopo il terremoto di Lisbona del 1755 con
12.000 vittime ed a cui aveva dato risposta scrivendo il prima il “Poema sul
disastro di Lisbona” (vedasi un belissimo commento di Francesco Tanini su Wikipedia) e poi “Candide” con cui cercò di guarire l’umanità dalla
teodicea di Leibniz per cui il
nostro era il migliore dei mondi possibili.
“ Dio, che si fa
? “ : è una domanda che non ha risposta perché non c’è nessuno ad udirla e
nessuno a rispondervi.
Sola
risposta contro forza imprevedibile della natura è la continuazione dell’opera
dell’uomo che fin da quando esiste cerca di domarla, anzi di porla al proprio
servizio. Non è forse l’evolversi della materia terrestre che con i suoi
assestamenti provoca terremoti ma ci da anche la potenza calorifica che noi usiamo ai nostri scopi, con le sue
rocce vulcaniche fatte emergere dai terremoti ci da anche calce, silice, petrolio etc. etc. ?
Si tratta,
come sempre, di concentrarsi sulle potenzialità della nostra umanità e non
lasciarsi abbindolare dai sogni “oppiacei” di chi tende a predicare la nostra debolezza per
meglio dominarci .
Naturalmente
sono anche profondamente turbato dal tanto male che vediamo nel mondo (la vera
carneficina che avviene in certi paesi e nel mare eterno) più che altro per l’impotenza che sento
dentro di me. Arriverci Ulisse parla tu al mondo. A.S.