sabato 18 aprile 2020

Un intervento di Franco Isnardi sul significato dell'arte


Pubblico con piacere l'intervento di Franco Isnardi relativo al ragionamento di Nicola Chiaromonte che potete leggere su questo blog (lettere-a-ulisse.blogspot.com/le-consolazioni-della-cultura-iii):

"partecipo con piacere alla tua sollecitazione, pensando che, almeno in tal senso, la pausa forzata sia propizia (cercherò comunque di essere sintetico). Anche l'Arte ha una sua inesorabile evoluzione. Rimanendo più vicino al nostro tempo, di rilevante vi è il grande fermento che ha caratterizzato il passaggio di secolo tra '800 e '900. Gli Artisti erano prevalentemente impegnati a cogliere i pregi del bello e dell' armonia nella Natura, e quindi "fuori di sé" (opere esemplari si trovano nei Maestri dell' Impressionismo). Nel contempo, altri, forse i più ardimentosi, si accorsero di avere nuove pulsioni espressive anche "dentro di sé". Quasi in sintonia con le nuove teorie scientifiche del profondo, hanno cominciato a scandagliare le loro fonti di creatività. Come da un nuovo "vaso di Pandora" sgorgarono i colori di Matisse, il cubismo di Picasso e Braque, il surrealismo di Dalì, e tutto ciò che costituisce "Arte Contemporanea" come l'astrattismo, il gestuale, l'arte povera, l'informale e tanti altri "rinvenimenti", comprese le provocazioni. La "bellezza" quindi ha ceduto il privilegio della ricerca alle fantasiose "realtà" interiori, purché significative e rivelative di aspetti costituenti nuova conoscenza. L'Arte, la vera Arte di oggi dovrebbe procurare non più il piacere del bello o del sublime in prevalenza, ma la testimonianza espressiva di ogni aspetto del nostro tempo.Mi fermo qui per dare spazio ad altre riflessioni, ben sapendo che quanto sinteticamente espresso non manca di risvolti anche critici o di opportuni approfondimenti". 
Franco Isnardi






Xue Song, Steersman, 1997