lunedì 8 giugno 2020

Le consolazioni della cultura (XV) - Indagine sulla bellezza (prima parte), di Franco Isnardi



                      Dalle riflessioni di Nicola Chiaromonte ("oggi..nessuno sa più cosa sia l'arte né tantomeno che cosa sia la bellezza...) mi ero espresso sulla prima parte dell'affermazione, con il proposito di una ricognizione sulla seconda, che investe un tema trattato fin dall'antichità, e tutt'ora più che mai vivo.
Se qualcuno, preso da curiosità e interesse, volesse ben conoscere il parere prevalente sul tema della "bellezza, oggi" potrebbe rivolgere, in un sondaggio, l'interrogativo: "è un valore soggettivo (è bello ciò che piace), oppure è un dato oggettivo (ci sono delle regole)? Non è difficile pronosticare che la maggioranza risulterà schierata sulla prima ipotesi.
              Un approfondimento del tema però metterebbe in luce che nelle risposte pesano i fattori strettamente personali, le scelte abituali, la propria cultura, consolidata e certa. Il giudizio però può non essere garanzia che ciò che piace sia anche "bello".
               Diverso, almeno in parte, potrebbe scaturire l'esito se il quesito venisse riferito ai "prodotti" della Natura (fiori, foglie, piante ornamentali, conchiglie, stelle marine, fiocco di neve ecc. Sì, almeno il dubbio, in questi casi, potrebbe far supporre l'esistenza di qualità nascoste o canoni non visibili nelle opere del mondo creato.
Ancora un motivo di interesse potrebbe derivare da una indagine da svolgere nel mondo dei "creativi", di coloro che si impegnano a dotare le loro opere di armonia e bellezza. E' vero che esiste anche l'estro creativo, ma il prodotto che deve diventare "oggetto di desiderio" non potrà nascere solo da semplice senso estetico, (o di solo buon gusto).
La pratica della ricerca per le soluzioni più convincenti fa emergere la certezza che le qualità istintive siano un "dono" ma soprattutto che la formazione avviene con un bagaglio culturale. L'esito del sondaggio potrebbe rivelarsi capovolto.
Si entra infatti nel campo della commerciabilità dei prodotti: il creativo punta ad ottenere un'opera "oggetto del desiderio".
Il Design, assurto ormai a vera e propria forma d'arte, è nato proprio dall'esigenza di dare, oltre alla funzionalità dell'oggetto di uso comune, anche la qualità dell' attrazione che conquista.
Ebbene, a tale proposito interviene persino la ricerca in campo scientifico. E' provato sperimentalmente che le forme che con volumi, colori o suoni, conducano al pregio estetico, attivano una parte del cervello che produce piacere emotivo o empatia a stimolare anche il desiderio di possesso.  
Ogni opera creativa quindi può essere riconosciuta di qualità, se sollecita interesse e procura piacere partecipativo.
Stimolati da tali rilevazioni, i creativi che sono alla ricerca del successo per il proprio lavoro e per i propri committenti, non mancheranno di dedicarsi costantemente alla ricerca delle sorgenti e degli sviluppi delle teorie su bellezza ed armonia. Bisognerà partire da lontano: dal grande lavoro compiuto da Euclide (325-265 a.C.) sulla Geometria. Il suo trattato sui  poligoni regolari ha costituito in ogni epoca un imprescindibile riferimento per ogni rappresentazione di qualità e prestigio, e ha posto le basi per riconoscere in estetica l' importanza delle proporzioni o dei rapporti tra le parti.
Va ricordato anche Pitagora (570-496 a.C.), non solo per il noto teorema sul triangolo rettangolo ma anche per il simbolo prescelto per la sua scuola, il pentagono regolare avente la  prerogativa dei "rapporti armonici" dei lati e delle diagonali.  Con un salto di alcuni secoli, in area medioevale, dobbiamo conoscere un personaggio curioso ma geniale, Leonardo Pisano, conosciuto ormai universalmente come Fibonacci. Il suo libro assai importante, nato per insegnare a far di conto (Liber Abbaci), conduce alla conoscenza di una sorprendente serie numerica con la caratteristica che ogni numero è la sommatoria dei due precedenti. Il rapporto di ogni numero con quello che lo precede tende ad esprimere il valore di quel numero (1,618...) che è espressione di rapporto armonico, in seguito definito rapporto aureo o, addirittura, divino. Parti del mondo creato (in Natura, quindi) ma si può rilevare anche tra le più prestigiose opere di grandi artisti. Un accostamento che solleva diversi interrogativi.
        Ma qui, per ora ci dobbiamo fermare, per consentire una pausa di  riflessione prima di esaminare più in dettaglio  le ragioni o i fondamenti che stanno alla base di chi sostiene che, nelle  forme, il rapporto armonico tra le parti tra loro e tra le parti ed il tutto, siano componente essenziale per ottenere un  risultato compositivo dotato di armonia e bellezza.
                                  
  Franco Isnardi


N.B.Porgo un cordiale arrivederci alla seconda parte della ricognizione,  con un aforisma che ritengo pertinente al tema:
C'è una sola cosa da apprezzare, la Bellezza, che solleva il cuore di chi l' adora in tutti i suoi aspetti visibili ed invisibili. (8°  principio del Sufismo)