domenica 4 novembre 2018

TOTO' E D'ANNUNZIO (COSE DI CUNEO)


Ho appreso con incredulità la notizia che la nuova dirigenza dell’ ass. Uomini di Mondo (quella che si rifà al mite Totò)  faccia riferimento a Gabriele D’Annunzio  in occasione della “festa” del 4 Novembre. A parte il fatto che si festeggi una vittoria guerresca che è costata 650.000 morti e  molte decine di migliaia di feriti oltre a danni immani, il riferimento al “Vate”lo ritengo veramente improprio. D’Annunzio è stato un interventista accanito giungendo nel suo celebre discorso a Quarto, nel Maggio 1915,  ad esaltare la guerra come il futurista Marinetti che la dichiarava “sola igiene del mondo” (si stima che durante la prima Grande Guerra  persero la vita poco meno di 9.722.000 soldati con oltre 21 milioni di feriti).   Nel suo famoso volo aereo su Trieste (non Vienna)  non dichiarò affatto che la guerra potesse divenire un “inutile strage” (parole del Papa Benedetto XV ) ma nello spirito esibizionistico di questa ed altre sue imprese (Buccari, Fiume etc) intimò agli austriaci di arrendersi (sic).
Ricordare con onore  D’Annunzio,  fascistissimo fin dalla prima all’ultima ora, a Cuneo, capitale della Resistenza, mi pare una idea veramente  sciocca.                                                            ANTONIO SARTORIS

Inviato oggi 4 Ott. 2018 a La Stampa (ediz, locale) e a La Guida per la pubblicazione

giovedì 25 ottobre 2018

PARLIAMO DI POLITICA


 Caro Ulisse,
Ti racconto l’ultima mia avventura nel mondo dell’utopia che ogni tanto frequento con rinnovate delusioni.

Una professionista cuneese che mi è sembrata vicina al Partito Democratico, qualche tempo fa mi ha contattato e proposto di mettere su,  presso la sede della Fondazione Casa Delfino da me presieduta, una “attività” di cultura politica.  Non ho capito bene se questa attività fosse una operazione di fiancheggiamento alla attività pratica del P.D. (una anticipazione dei Comitati Civici di geddiana memoria ed oggi riscoperti da Renzi) o un nuovo intelligente ed attuale strumento culturale.
       Io l’ho inteso così e detto-fatto mi sono messo subito all’opera redigendo il manifesto che ti propongo come segue:

PARLIAMO DI POLITICA

Circolo di libere conversazioni politiche

In Cuneo e’ stato ideato e messo a disposizione di chiunque voglia parteciparvi uno spazio fisico ed intellettuale  ove si possa liberamente parlare e dibattere  di politica.

SCOPI DI TALE SPAZIO
Rivolgendoci agli uomini di buona volontà, noi crediamo fermamente che tutti i problemi  della convivenza umana trovano la spiegazione, e le proposte di soluzione, nel
regno delle idee prima che nella prassi di tutti i giorni: sono le idee a guidare  rapporti fra gli uomini.
Concretamente “parlare di politica” vuol dire trovarsi tra persone di qualsiasi sesso, età, lavoro, idea politica o religiosa o artistica per ricevere e portare delle informazioni che abbiano una valenza politica ed insieme discuterne.
Discutere vuol dire ad esempio:
- comunicare , commentare fatti  e/o persone,
- comunicare, commentare contenuti di libri o articoli, documentari video.
- proporre ed organizzare conferenze, presentazione di libri, dibattiti con altri soggetti  politici individuali o collettivi.
Etcetera,  etcetera ……

PARTECIPAZIONE

Si sottolinea il fatto che chiunque lo desideri può liberamente ,  temporaneamente o stabilmente , partecipare a ciò che potrà avvenire in detto spazio, che - sia ben chiaro-  non è e non deve diventare una succursale o comunque supporto di un partito politico Ovviamente “parlare di politica” potrebbe tradursi, in alcuni, in un passaggio dal pensiero all’azione (agire cioè in un partito o movimento poiitico), ma in ogni caso questo sarà un problema personale che non coinvolgerà il Circolo in alcun modo.    In ogni caso la funzione del Circolo  sarà una attività di educazione politica che nel singolo potrà anche sfociare nella adesione ad un partito ma senza insegnare quale è il partito che si deve scegliere.


PROPOSTE  OPERATIVE  (da discutersi e decidersi nelle prime sedute)

1° la sede dove riunirsi è una sala della Fondazione Casa Delfino (Cuneo – C.so Nizza n.2) messa a disposizione dalla Fondazione, gratuitamente.
2° le riunioni avverranno una volta al mese ogni ultimo mercoledì del mese  a partire da mercoledì 31 Ottobre  2018 dalle ore 18 alle 19,30 sotto la direzione di un moderatore che sarà scelto volta per volta dai partecipanti della seduta. 
3° La comunicazione pubblica del quando e del come si svolgeranno i dibattiti di cui all’oggetto  sarà  decisa dai partecipanti alle prime sedute, suscettibili di ogni modifica in seguito.
Lo sviluppo della iniziativa è un processo progressivo ed evolutivo.
                                     Antonio Sartoris    
Cuneo 25 Settembre 2018

       Per verificare la utilità e realizzabilità in concreto di  detto progetto ho invitato, via e-mail, una trentina di amici che ritenevo particolarmente sensibili al tema della politica ad una seduta preliminare alla data sopra indicata del 31 ott.2018
      Naturalmente ho allegato a detta e-mail il testo del progetto  come sopra.  Intendevo introdurre il discorso per suscitare commenti, interrogazioni e – perché no – critiche, gli appunti che  ti trascrivo come segue:

INTRODUZIONE ALL’INCONTRO DELLI 18 OTT. 2018
       Cari amici,  quello  che vi propongo è un tentativo di uscire da un sistema di comunicazione oggi molto diffuso e cioè quello di comunicare soprattutto con se stessi.
       Sul presupposto ( molto credibile) che sia molto difficile - ed in certe situazioni - impossibile  far cambiare le idee degli altri con le nostre, la comunicazione che noi facciamo finisce per essere rivolta a chi ha le nostre stesse idee.
       Io ho un esperienza personale di questo vero e proprio blocco comunicativo. E’ noto per chi mi conosce che spesso intervengo in conferenze, comizi e discussioni in genere quando è il momento  dell’apertura al dialogo con il pubblico. Sto perdendo questa  abitudine perché guardando l’uditorio che partecipa a questi momenti di comunicazione pubblica mi rendo conto dell’inutilità dei miei eventuali interventi critici od anche solo interrogativi .
Ciò non per paura di essere considerati avversari  delle tesi sostenute dai comunicatori e recepite dai comunicati  ma semplicemente per la acquisita consapevolezza dell’inutilità di questi miei interventi.  In parole povere dalla constatazione che qualsiasi argomento  fossi in grado di contrapporre alle tesi sostenute dai presenti non smuoverebbe di un millimetro le idee di questi presenti  .
       Va anche segnalato che il pubblico in materia di politica,  come anche in materia di filosofia, letteratura, storia, arte si divide in “parrocchie” che non comunicano, che hanno i proprii pastori di cui vanno ad ascoltare solo le loro prediche.
       La mia iniziativa di costituire questo circolo di informazione e critica politica è diretta a rompere questo modo oggi molto diffuso di comunicazione che si risolve a parlare solo con chi la pensa come noi e  quindi sostanzialmente a parlare con noi stessi, di diventare autoreferenziali e quindi antipolitici al massimo possibile.  
Il circolo invece vuol essere una stanza di compensazione tra idee ed  esperienze diverse alla ricerca del modo di raggiungere anche tra soggetti diversi per idee politiche, religiose, o per esperienze personali diverse una concordanza su alcuni fatti e relative conseguenze degli stessi.
In questa primo incontro ho voluto verificare se c’è qualcuno che ritiene di condividere  questo mio intento, ed i tal caso, arricchirlo anche modificandolo, adattandolo in funzione del miglior risultato possibile.

       Caro Ulisse, vuoi sapere come è finita ?  Della trentina degli invitati sono venuti a trovarmi all’appuntamento indicato, numero tre persone.  In questa situazione la mia nuova utopia è finita li’ !  

P.S.  Non è la prima volta.

Ciao Ulisse, tu almeno non mi deludi,  la pensi come me.  Alla prossima.   ANTONIO

SULLA MASTURBAZIONE - Lettera a NON E' L'ARENA

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Aggiungi a SpecialiDA <antonio.sartoris1930@gmail.com>25 ottobre 2018 16:29

Egregio Dott. Gilletti,
seguo regolarmente la sua rubrica NON E' L'ARENA e la trovo molto
interessante e civilmente utile.  A proposito del servizio sull'uso
delle bambole di gomma a fini sessuali di cui al servizio di domenica
scorsa (21 ott. 2018) mi permetto  farle presente che ritengo detto uso nientaltro che uno strumento facilitante la "masturbazione"  ("onanismo" da Onam personaggio biblico che, non volendo avere figli,  spargeva il suo seme a terra: un sistema anticoncezionale ante litteram che piace alla Chiesa).  E' noto che la masturbazione, questo atavico strumento di  piacere sessuale,  ha nell' evoluzione della cultura umana vari stimoli. La lettura di libri pornografici (quelli che De Amicis diceva che si leggono con una mano sola), la visione di immagini, da quelle di Pompei alle riviste tipo Playboy e nel classico per es. il famoso quadro di Courbet '"L'origine del mondo" , ed oggi la quantità enorme e l'uso altrettanto enorme dei siti pornografici sul Web.  Le bambole di gomma non sono che uno strumento per rendere più realistico il sesso solitario e quando si diffonderà anche il bambolo di gomma,  con il suo pene anche le donne potranno usarlo come uno stimolatore fra gli altri.  La masturbazione non fa male a nessuno, non disturba nessuno, non sfrutta la donna: non privateci anche della masturbazione con bigotti cavilli come si vuole fare a Torino!  Grazie  dell'attenzione e con i più sinceri auguri e cordiali saluti 
AVV. ANTONIO SARTORIS - CUNEO


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lunedì 16 luglio 2018

INTERVISTA A ME STESSO SULLA MUSICA A CUNEO NEL DOPOGUERRA


Ricordi e riflessioni sulla vita musicale a Cuneo dal dopoguerra ad oggi, di Antonio Sartoris

Ho fatto parte della vita culturale dal dopoguerra ad oggi. Qui sono riportati i ricordi di eventi realmente accaduti ma può darsi che ci siano imprecisioni nella collocazione temporale.
Nel dopoguerra - a Cuneo - la musica classica era pressochè a zero ma esisteva una civica scuola di musica, diretta dal M°. Carlo Savina fu poi compositore di musica da film e direttore d’orchestra, importante. Poi c’erano musicisti storici come il M°Tarditi che scriveva brani per banda e canzoni . Importante il lavoro successivamente svolto da Giovanni Mosca, violista. Nativo di Fossano, diventa direttore della scuola e punto di rifermento della vita musicale di Cuneo. La scuola si avvaleva di  musicisti locali-.  Sempre intorno alla persona di Mosca nasce un'orchestra d’archi  : primo violino Oscar Chiocchio e spalla sua moglie Eulalia, noti musicisti che avevano anche una propria, piccola, orchestra di musica leggera che suonava nel noto caffe' Gerbaudo. Il M° Mosca, meritatamente , nella sua orchestra coinvolse anche musicisti dilettanti  , peraltro bravi, come un orologiaio ed un medico e a me fece l'onore di presentare i concerti.
Il M° Mosca fu anche chiamato a dirigere la già nota Corale Città di Cuneo. I concerti si svolgevano in un cinema che poteva essere utilizzato come auditorium, unica sala grande della città, che poi è stato distrutto per costruire  i solito condomini. Oggi è stato ricostruito in parte  ed è gestito da Cinelandia, oggi ed allora con il nome di “Fiamma”, Lì fu eseguito l'oratorio per coro, solisti ed orchestra del M° Perosi: un enorme impegno. 
      Oltre a queste attività c’erano pochi concerti.  Vi era in città, in Via Roma,  l'ottocentesco  Circolo Sociale, che aveva sede nei locali tuttora occupati dal Conservatorio G. F, Ghedini, ove  si ritrovava la società borghese anche per fare incontrare le giovani figlie con gli ufficiali della guarnigione militare allora numerosissima a Cuneo, città di frontiera.  Era allora Presidente del Circolo , Sociale (di cui io ero segretario) il Dott. Enzo Tenino e si debbono a lui le serie annuali di concerti di alto livello: fra gli altri quelli del Quartetto Italiano, del violinista Vasa Prhjioda,  dei duo Massimo Anfitheatrof e pian Santoliquido, Franco Gulli e pian. Cavallo, il Violinista Ferraresi .  Debuttarono a Cuneo  appena dodicenni,  Uto Ughi e Salvatore Accardo. Oltre a questi ed altri importanti musicisti il Sociale ospitò conferenze di insigni musicologhi come Andrea Dellacorte e Bruno Confalonieri nonchè il comprovinciale (era nato a Fossano) Piero Rattalino,  pianista e sommo storico e critico dei pianismo internazionale.  Era  l’unica sala decente per far musica anche perchè dotata di pianoforte (un vecchio Pleyel): a Cuneo  non c’era nient’altro. Il Teatro Toselli era semi distrutto a causa della guerra.
  Poi finalmente il Toselli fu riassestato e riprese ad ospitare l'opera lirica per cui era stato costruito nell’ '800.  L' opera lirica, era realizzata - per lo più stagionalmente -   da impresari privati, un po’ come ai tempi di Verdi. L’organizzazione era opera di privati che pagavano cantanti, autori e il "pacchetto" lo mettevano in scena a loro rischio e  pericolo . e quindi cercavano di risparmiare  nei cantanti, nelle scene ed anche nell'orchestra e nei direttori. A Cuneo l'impresario era sopratutto il torinese Vittorio Bertone . Lui aveva sotto contratto uno straordinario direttore d'orchestra: il M° Mario Braggio, una specie di magico burattinaio , un personaggio musicale di una cultura e capacità musicali eccezionali che perà avevauna madre tremenda che lo accompagnava sempre.  Ha avuto l’occasione di essere invitato al Metropolitan di N.Y , era di un livello come quello di Tullio Serafin  (il grande direttore della Callas), ma la madre gli impedì di volare quindi  lui  faceva musica nei piccoli teatri di provincia, come Cuneo, realizzando in modo decoroso il grande repertorio di Verdi, Rossini e Puccini anche con orchestre di 25/30 elementi: veri miracoli.  
      Dunque quella era la vita musicale di Cuneo , un po’ al Toselli, un po’ al Circolo Sociale, un po’ intorno alla scuola musicale civica "Bartolomeo Bruni". 
     Ma, anche allora, anche quando venivano  interpreti importanti, il pubblico partecipante non era molto. Però si ballava molto nell'atmosfera di ritrovata libertà dopo la guerra.  Al Salone Paradiso di Viale Angeli ed  tanti altri dancing di Cuneo e dintorni primeggiava l'Orchestra Daina con  alla tromba Nini Rosso che è poi divenuto star internazionale, Bruno al pianoforte e Donadio al sax .  Piano piano, la sensibilità dei cittadini all'arte in genere (fu il periodo di Ego Bianchi, pittore e ceramista, innovatore) è cresciuta  e il gusto si è affinato.
     
          Ai giorni nostri la realtà è questa:
la civica scuola di musica Bartolomeo Bruni,  prima divenne sezione del conservatorio di Torino e poi autonomo Conservatorio musicale nazionale e prese il nome di Giorgio Federico Ghedini, importante compositore del '900 e nato e sepolto a Cuneo. Il direttore rimase  Giovanni Mosca, aveva l’età  i titoli e l’esperienza.
      Naturalmente questo strumento educativo di alto livello forma i musicisti, diffonde la musica ed eleva la cultura musicale dei cuneesi che la gradiscono , purchè sia " a gratis " ! 
      C’è l’orchestra Bartolomeo Bruni, di livello medio anche se ha grande visibilità durante il concerto di ferragosto, ma fa anche stagioni di musica sinfonica e con solisti di alto valore.  C‘è la serie, “Voci d’artista” promossa dal Comune  e ci sono i concerti interni e talora esterni del Conservatorio F.G.  Ghedini. C’è la Corale Città di Cuneo che sotto la direzione prima del m.° Bissi ed oggi del M° Cappotto si è molto evoluta e oltre il repertorio tradizionale propone musiche nuove. Ritengo di poter citare anche la Fondazione Casa Delfino che nella sua bella sede di Cuneo si è ritagliata un suo spazio per la divulgazione in audio-video dei grandi concerti e dei grandi musicisti di tutti tempi e di tutto il mondo,
      Tuttavia in generale e specie nel campo dell'arte  i cuneesi sono rimasti sempre gli stessi : moderati e tradizionalisti. "L’uma sempre fai parei". Cambiare le cose è faticosissimo. Vedi i politici al potere quelli di ieri e quelli di oggi : onesti e bravi ma dei bugia nen. E' stato fatto qualcosa ai tempi del M° Mosca fondatore dell'Orchestra sinfonica Bartolomeo Bruni, del maestro Bissi (direttore ed evolutore della Corale Città di Cuneo)  che aveva organizzato una stagione musicale di altissimo livello ma forse troppo costosa.  Oggi, molto e appassionatamente,  è impegnata a vivacizzare la vita musicale cuneese è la Prof.sa Vera Anfossi, recentemente eletta Presidente della Promo Cuneo.
      Con la apertura del Conservatorio musicale intitolato al musicista cuneese Giorgio Federico Ghedini la vita musicale cuneese è cresciuta sia nel campo c.d. classico sia nel jazz, nel pop e c.d. leggero e perfino nella musica elettronica.
  Negli anni 70 sono diventato presidente della Procuneo che oggi è  promocuneo. Io dicevo che bisogna essere pro-Cuneo più che pro-Cuneesi,  ma la tendenza dei politici era e rimane  sopratutto quella di accontentare i potenziali elettori, assecondandoli più che facendoli crescere culturalmente.  Tuttavia,. assoluta novità per quei tempi,  ero riuscito a far venire a Cuneo l’Orchestra di Praga che chiedeva un cachet misero perché  erano musicisti bravi ma che venivano dalla miseria. Venivano in pullman, dormivano in pullmann, mangiavano panini. Avevano un repertorio gigantesco.  Per la prima volta, dal vivo, a Cuneo si è ascoltata la "sinfonia dal nuovo mondo" di Antonin Dvorak.
Anche assoluta novità,  voluta dalla mia Po-Cuneo,  è stata la partenza da Cuneo dell'8° Cantagiro una specie di Carro di Tespi della musica leggera. Vi partecipavano personaggi come Adriano Celentano, Caterina Caselli, Morandi e sopratutto le sorelle Kessler che con il loro "dada umpa" e le lunghe gambe furoreggiavano in televisione. Cinquemila spettatori e tutto lo stadio Monviso pieno fu uno spettacolo televisivo che presentò  Cuneo ed un  suo importante evento a tutta Italia : una cosa che finora non si mai più ripetuta e che per me voleva dire dare un esempio che anche  una piccola città poteva fare cose in grande.  Oggi  c’è “Collisioni” ma non a Cuneo ma nella fervida Langa.
       
Tornando a noi ho detto delle difficoltà e dei   valori che ritengo siano rilevabili nella vita musicale della mia amata Cuneo.   Ciò che più  mi  dispiace è la mancanza  di conoscenza di quanto di bello, importante  e moderno ci circonda Quando vai nelle grandi città ti riempi gli occhi e le orecchie di entusiasmo e vitalità. Qui manca una fiorente vita culturale:  bisogna proporre e stimolare  perché la gente non sa chiedere.

                 ANTONIO SARTORIS

******************
 INTERVISTA  DI MILENA PUNZI il 7 Luglio 2018

ASSOCIAZIONI MUSICALI DELLA CITTA' DI CUNEO

Fondazione Casa Delfino
Società Corale Città di Cuneo
Associazione Incontri D’Autore
Orchestra Bartolomeo Bruni


Fondazione Casa Delfino


Descrizione

Si è costituita in Cuneo il 20 Settembre 2005 per iniziativa dei sig.ri Marcello Delfino ed Antonio Sartoris . La Fondazione persegue esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo culturale preminentemente nei settori delle scienze, dell'istruzione, dell'arte, della conservazione e valorizzazione dei beni culturali e ambientali, tenendo presenti le finalità a cui si sono ispirati i fondatori e cioè l'incremento della munificenza privata, la tutela delle categorie sociali più deboli e lo sviluppo sociale del proprio territorio di origine.

Tipo di attività
concerti, spettacoli, seminari, conferenze, visione di audiovideo

Target di pubblico
bambini, ragazzi, adulti, anziani


Qual è la storia della sua associazione? Cosa ispira i suoi progetti?

La Fondazione Delfino di Cuneo deriva da una famiglia di medici che si chiamava Delfino per l’appunto che ha avuto un curriculum molto importante perchè sia il padre che il figlio hanno diretto l’ospedale Santa Croce, prima il padre 40 anni e pure il figlio 40 anni. Il figlio, Prof. Eugenio Delfino, libero docente in chiriurgia ed ostyetricia, fu allievo del celebre Antonio Carle a cui è intitolato  il nostrto ospedale ( S.CROCE - CARLE), era un impegnatissimo professionista che si rilassava , suonando al pianoforte Verdi, Wagner etc.  Ai suoi tempi, tra fine ottocento e inizio novecento, non c’erano i dischi e i bravi borghesi, con le loro famiglie, suonavano uno strumento. Magari la figlia violino e il padre pianoforte facevano duetti, ospitavano gli amici. Ecco perché c’erano anche queste sale grandi nelle case della borghesia benestante, una di questa è la sala concerti della Fondazione Delfino.  Purtroppo nel 1947 il professor Delfino è mancato.   Era proprietario di un ingente patrimonio (fra cui l’intiero palazzo di C.so Nizza n. 2 ) che successivamente è stato ereditato dall' unico figlio superstite, Marcello. Invecchiando è caduto nelle mani di un truffatore che, quando si sono avvicinati per me, e per lui, gli 80 anni, per motivi psicologici che neanche bene si spiegano, è stato convinto a vendere tutto il patrimonio immobiliare . Con il suo reddito annuale delle sole locazioni, sui 300 000 euro, pensate quanti concorsi, borse di studio si potevano fare. Niente, con la sua morte nel 2010  tutto saltato.  Alla Fondazione , promossa nel 2005 da Marcello e da me, è rimasto solo un grande alloggio in C.so Nizza 2 che è ora la sua sede insieme a quella estiva di Villa Torre Acceglio, in località Madonna delle Grazie di Cuneo, ma non ci sono entrate economiche. Con le sole sue forze  devo limitarmi a  fare concerti in audio-video, conferenze, presentazione di libri, dibattiti e qualche concerto dal vivo, sopratutto di giovani musicisti debuttati. Con il patrocinio della Sig.ra Mariagrazia Ghedini, unica figlia superstite del M°Ghedini (oggi purtroppo scomparsa) la Fondazione Delfino unitamente alla Assoazione Amici di Cuneo ha istituito e assegna ogni anno  il “premio Giorgio Federco Ghedini”  Infine la Fondazione  un festival cinematografico mondiale di documentari sulle “feste”: il  WORD FEST FEST” ed inoltre gestisce una “FUCINA DEL FOLK”.

Qual è la strategia nell’organizzazione degli eventi? A che pubblico vi rivolgete?

Ho trovato la soluzione degli audiovideo, tutti i venerdì, per stimolare la cultura dei cuneesi. In realtà parlo di una minoranza. Qui vengono di solito una cinquantina di affecionados. Tutti i venerdì faccio un concerto, una presentazione filosofica, cose anche particolari, architettura, psicologia, letteratura, poesia. Li faccio audiovisivi, anche perché li ritengo strumenti culturali di alto livello e di costo contenuto. Abbiamo un grande archivio di teche cultuali e l’aiuto di Internet.  Per esempio nell’estate nella nostra sede estiva di  a Torre Acceglio facciamo incontri proiettando  i grandi Concerti del Teatro della Foresta tenuti ogni anno fai Berliner Philarmocher . Ho fatto vedere e senirte Rostropovich che suona Haydn e Shostakovich parlando anche della storia , grandi direttori d’orchestra, poi Horowitz. Poi ci sono posti incredibili da vedere. Voglio far conoscere alla gente  quello che succede fuori dalla nostra piccola città ed il livello ella grande cultura musicale.
Ho iniziato anche a scrivere dei brevi racconti da alternare alla musica con un’attore che legge.

Tutti questi progetti sono quindi ispirati dalla passione per la musica ma anche da un senso della cittadinanza per aiutare la città

Brava ma la città lo rifiuta, ma ci provo lo stesso. Poi parliamoci chiaro, mi diverto anche, lo faccio volentieri. La mattina sapessi la fatica che faccio ad alzarmi per venire in Fondazione ove, praticamente ma faccio tutto io, cln l’aiuto part.time di Paola e Roberto. Lo faccio comunque perché mi piace logico! Cerco sempre di smuovere le acque però non ho nessun aiuto. Certo È il solito discorso: gli enti pubblici, le autorità pubbliche puntano soprattutto, come è giusto, capisco, su cose che portano gente. In regime di democrazia contano i voti. Vedi il contributo di Vera Anfossi e Roberto Punzi, attività che portano 1000-1500 persone: non è detto che tutti voteranno il sindaco Borgna però è quello che convince ad aiutare queste iniziative. Loro cercano di mettere insieme il piacere e il colto in maniera da far crescere la gente ma allo stesso tempo che abbiano presa popolare. Non è detto che non siano cose buone.  Popolare non è in contraddizione con colto, ma bisogna vedere quale prevale delle due tendenze. Bisogna tenere il giusto equilibrio, il che non è facile. Perchè ci sono anche quelli, non è il caso di Vera, che in nome di una presunta “cultura” puntano poi solo a far soldi. AS loro non importa nulla che il livello sia modesto, purchè la gente abbocchi.  Pagare poco gli artisti, attirare tanta gente ma aprire loro la mente, lasciare  un pensiero o un insegnamento pur divertendola. È il loro ultimo pensiero.
Insomma, la Fondazione cerca di puntare sull’acculturamento della gente, divertirla si, ma farla anche pensare.  Ciò senza l’aiuto di nessuno forse  perché  per il “potere” è meglio che la gente non pensi, non sappia, non critichi. Ora mi sfogo in rete ho tre blog. Il FISCHIETTO: poiché sostengo che a Cuneo non si fischia, né per il bene né per il male.  la gente batte sempre le mani, non esprime il  non esprime il proprio dissenso ma non  ci si entusiasma mai in modo appassionato, si è tiepidi. Nel Fischietto i do kl mio giudizio su quanyo di culturale e importante (a mio giudizio) avviene in città.
Poi vi sono le mie LETTERE A ULISSE ove esprimo i miei pensieri sulle cose della via i cui mi capita di incappare.
Cerco di dire il mio pensiero, anche se non sarà condiviso, ma mi sfogo: butto il mio messaggio come  in una  bottiglia nel mare.
Infine pubblico in rete i miei RACCONTI FATTUALI.

Tornando alla musica, sappiamo che il rapporto tra sensibilità musicale e approfondimento culturale (quello a cui dovrebbe essere soprattutto destinata la scuola)   è essenziale  per una vita sana ed equilibrata, ma spesso si ha impressione che il sistema educativo e i politici non se ne siano davvero accorti…

L’importanza della musica si verifica anche qui. È molto difficile da definire. La musica e l’arte, cosa

Viene naturale chiedersi in che modo si possa suscitare l’interesse dei giovani e la passione per la musica…

E’ certo un quesito fondamentale. Come dicevo il mezzo di base è  l’istruzione scolastica e permanente.  Ma l’istruzione non deve essere imposta.
      Le famiglie:  alcune spingono a studiare musica perché devi avere un titolo di studio. Poi magari non basta, anche una laurea musicale.  E si impongono “lavori “  che non si fanno con piacere e quindi che non danno risultati e soprattutto soddisfazioni.
      La scuola : mancano i professori formati che facciano amare, mancano insegnanti di musica specializzati per i più piccoli, e soprattutto  appassionati, non semplici m impiegati.
     La musica fa crescere, ingentilisce la mente ; ne abbiamo bisogno, altrimenti cresciamo ignoranti e brutalmente fanatici. La formazione dell’uomo è complessa e la musica con il suo misterioso messaggio,  ammansisce anche gli animali.
                                              
                                         ANTONIO SARTORIS