lunedì 24 aprile 2017

SUL MANIFESTO DEGLI STATI GENERALI DELLA CULTURA DEL CUNEESE"

 
COMMENTO SUL “MANIFESTO DEGLI STATI GENERALI DELLA CULTURA DEL CUNEESE”

Ho letto il manifesto degli Stati Generali della cultura del Cuneese.
Intanto per cominciare questo pomposo titolo non rappresenta una voce veramente “generale” perchè per esempio la  Fondazione Casa Delfino, dopo la partecipazione ad una riunione avvenuta presso il Filatoio di Caraglio (9 Sett. 2016) è stata tenuta allo scuro di ogni successiva riunione e quindi della attività per la elaborazione del documento.
La prima domanda che mi pongo  è quindi questa : chi ha elaborato il “Manifesto” ? , non ho trovato firma  nè indicazione a chi possa farsi risalire la redazione di questo documento e quindi la  responsabilità del suo contenuto.  E’ un documento anonimo che non ho visto circolare in via cartaceo e che ho rintracciato solo su internet .
Veniamo al suo contenuto . Una ripetuta sua lettura mi conferma una prima impressione della genericità ed anche banalità della maggioranza  delle sue affermazioni.
Dopo una lunga premessa storico- statistica su “il territorio cuneese”  si esprime la “volontà dei sottoscrittori (che non si sa chi sono) di riassumere le idee che descrivono una visione contemporanea e proiettata nel futuro del ruolo e del modo di operare nel settore culturale in risposta ai fenomeni in atto, interpretandoli non come vincolo, ma come indicatori di una  importante opportunità da cogliere attraverso un’azione convergente”.

Vediamo allora quale sia questa “visione contemporanea e proiettata nel futuro”  divisa nei titoli dei singoli capitoli del Manifesto 

Crescita del pensiero individuale e collettivo. Ivi si afferma che la cultura si basa sul processo di conoscenza e rielaborazione, affermazione  che mi sembra sia la scoperta dell’acqua calda

2° Relazione, innovazione, sviluppo e benessere.
A questi strumenti per fare cultura, anch’essi abbastanza ovvii e praticati si aggiunge nel testo la “creatività” che è proprio la qualità culturale che manca al “Manifesto”.   “Creativo” è un pensiero che esprime qualcosa di nuovo,  che è non c’era prima ed è quindi stato creato,   ma di creativo cosa c’e nel Manifesto ? 

3°  Democratica
Per essere democratica la cultura dovrebbe essere fruibile, accessibile ed ottenere il coinvolgimento  sia del pubblico che delle istituzioni.  Che la cultura “non debba essere elitaria e diventare occasione piacevole ed accattivante , ma anche di crescita e di confronto”  l’ho già detto e scritto anch’io (vedasi LA GUIDA) .  Ma non basta dirlo bisogna  esaminarlo facendo riferimento ad esempi concreti di realizzazione del passato (per Cuneo vedasi l’Illuminata) ,  e di programmazioni del futuro.

Educativa
   Ivi si afferma che “l’aspetto educativo è fondamentale perchè il singolo riconosca la qualità della proposta culturale e ne divenga fruitore e poi attore” e ci si scontra con concetti e realtà molto discutibili. Che cosa significa educare ? Quale è il contenuto di una educazione ? Come si concilia educazione con “occasione piacevole ed accattivante” di cui si diceva sopra ?  Tutte domande pratiche a cui il Manifesto non da risposta .

5°  Qualità  
Che la qualità sia un requisito dell’appetibilità – anche economica – dell’attività culturale non c’è dubbio. Peraltro la qualità culturale è un criterio che fa escludere dalla qualifica di  culturale attività e manifestazioni che pur hanno un successo economico straordinario per il territorio.  Ciò spiega perchè le risorse, specie quelle pubbliche, stentano a sostenere le attività culturali. Alla politica ciò che interessa sono le manifestazioni di massa ritenute fonti del consenso . Se hanno poco  di culturale (strumento per aprire le menti)  forse è meglio.   Quella che va è sempre la vecchia formula del panem et circenses.

6°  Impresa, lavoro, professionalita’
Che il “lavoro culturale”  crei occupazione, professionalità e crescita di scala delle realtà locali, obiettivi  raggiungibili anche attraverso “contratti di rete” è un tema che ha molte problematiche, positive e negative. Una di queste è la forza/ostacolo della concorrenza.  Nel manifesto non si va oltre oltre una generica quanto subdola invocazione alla “professionalità” .

7°  Luoghi del fare
La necessità della cultura di avere luoghi di conservazione, valorizzazione, creazione  in sintesi “luoghi del fare” è cosa ovvia. Come tutte le azioni dell’uomo  anche quelle culturali  vivono di pensiero e materia.

 Sostenibilita’ e ricaduta
Quì si parla di soldi ! si sostiene il  “beneficio che  (la cultura) è in grado di produrre in termini di ricaduta sociale” con la conclusione che per una attività culturale  “è fondamentale la capacità di generare entrate economiche” .  E’ un argomento scivoloso perchè  porta alla conclusione che un attività culturale non in grado di realizzare tale risultato, non è degna  di considerazione.  Diventa pericoloso quando a valutare tale “ricaduta economica” si propone un monitoraggio non si da chi realizzato e sopratutto con quali criteri.   Per essere brutali questa tesi della sostenibilità e ricaduta sa tanto dell’ ormai realizzato metodo di far piovere sempre e solo sul bagnato !

Rete
Probabilmente lo strumento più  moderno ma anche più pericoloso che si propone nel manifesto è la realizzazione di una rete  che consenta di “realizzare cultura innovativa e di qualità”. Sembrerebbe una buona proposta, praticamente l’unica del manifesto.  Ma ci si affretta ad aggiungere  che   “il lavoro di rete richiede competenze specifiche per un efficace coordinamento di ruoli e risorse rispetto ad obiettivi chiari e mirati, e per far si che siano liberi di emergere i  risultati al di là delle aspettative , che sono componente importante del valore aggiunto della collaborazione”.    Questo  sarebbe il grande fratello della cultura cuneese ?  In cauda venenum. 

CONCLUDENDO
A parte la genericità e banalità delle sue premesse “culturali” io vedo nel  “Manifesto della cultura cuneese”  l’unico scopo di realizzare un coordinamento dirigistico con evidenti privilegi economici. 

Ho pertanto interloquito sul tema  con la seguente lettera inviata il 23 Aprile 2017  per la pubblicazione sulla pagina locale de LA STAMPA ed a LA GUIDA

DUE PAROLE SUL “ MANIFESTO  DELLA CULTURA DEL CUNEESE” .

        Non so quanti, nella nostra città,  sappiano che qualche giorno fa è stato emanato il “manifesto” di misteriosi quanto  autoproclamatisi “Stati Generali della cultura del Cuneese”. Tralascio  l’esame dettagliato della banalità degli argomenti del testo ( esame che ho riservato al mio blog “Lettere ad Ulisse”), vorrei dire solo due parole sull’unica proposta pratica del manifesto.
          Si propone  alle attuali, per lo più vitali e vivaci attività
culturali della nostra terra, “di lavorare in rete”. Se si tratta di
far conoscere e coordinare tali attività per evitarne la reciproca
concorrenza di date e di argomenti ed eventuamente collaborare, va benissimo anzi - è sommamente utile ed auspicabile. Ma il manifesto,  con una certa genericità,  decide  che “il lavoro di rete richiede  competenze specifiche per un efficace coordinamento di ruoli e risorse  rispetto ad obiettivi chiari e mirati, e per far si che siano liberi di emergere i risultati al di là delle aspettative, che sono componente importante del valore aggiunto della collaborazione”.
         La domanda è: chi è l’organo o le persone a cui sarebbe affidato tale “coordinamento” produttivo  ?  Con quale criterio verrebbero scelte le attività sì e quelle nò ?  quali poteri dovrebbe avere tale coordinamento ? Non è chi non veda che il potere decisionale (anche solo ipotetico e virtuale)  su ruoli e sopratutto risorse,  vuol dire determinare la vita e quindi i risultati che ogni attività si  ripromette. E’ una situazione che, sopratutto in tema di risorse, le attività culturali cuneesi vivono già oggi perchè  - a mio giudizio - l’ultimo criterio di valutazione è il merito.     Si vuole istituzionalizzare  un “coordinamento” che sia fonte di ulteriori privilegi e/o censure sulla  futura attività  culturale  cuneese ?
                                 ANTONIO SARTORIS

LA STAMPA NON L'HA PUBBLICATA, LA GUIDA SI'. GRAZIE