martedì 5 ottobre 2021

IL NUOVO CHE E' FALLITO

Caro Ulisse, dopo i risultati delle elezioni politiche di domenica 1° Ottobre 2021, ti scrivo alcune mie considerazioni che mando anche al FATTO QUOTIDIANO di Travaglio, con poche speranze di pubblicazione. Vedremo. Ciao A.S. ========== IL NUOVO CHE E’ FALLITO Questo titolo parafrasa quello notissimo di un libro di Ignazio Silone, “Il dio che è fallito”, e che si riferisce alla disillusione che tanti uomini di buona fede hanno provato di fronte alla degenerazione delle speranze socialiste nel realismo comunista. La conclusione di questa degenerazione è stata il fallimento, non la scomparsa, di quelle idee. Fatte salve le evidenti differenze mi sembra che questo sia il destino ormai irreparabile del “Movimento 5 stelle”. Dopo il fallimento del tentativo insurrezionale delle “brigate rosse”, dopo la tragica ecatombe dei partiti politici tradizionali cacciati all’inferno dalla operazione giudiziaria chiamata “mani pulite”, dopo essersi svegliati dall’inganno solo diretto al lucro di Berlusconi, anche se delusi, gli italiani hanno ancora una volta sperato nel “nuovo”. Le promesse di onestà, di operosità e di radicale innovazione hanno ridato a tanti fiducia nella politica e tanti l’ hanno riposta nel Movimento 5 stelle”. Oggi si ritrovano con un parlamento ove la maggioranza, tuttora rappresentata dal Movimento 5 S., non ha più “una visione” (quella di una totale e profonda riforma dello Stato) , pensa solo a mantenersi a galla disconoscendo regole sacrosante solennemente promesse ai suoi elettori proprio come garanzia dell’avvento del “nuovo”. Per esempio quelle relative alla limitata durata del mandato parlamentare, alla riduzione dei profitti degli eletti, al rigido rifiuto di alleanze compromettenti e quindi vivendo in un perpetuo regime di conflitti e/o compromessi interni ed esterni . Ancora una volta l’elettore si sente tradito e perde fiducia nella politica. Ma fa male. Proprio il fallimento dell’avventura dei 5 Stelle, come quella del socialismo consentono ai commentatori “pragmatici”, di affermare che è finita l’epoca dei “fenomeni” e delle emozioni. In realtà è proprio questa l’epoca della politica dei “fenomeni” cioè di comportamenti radicalmente nuovi che diano emozioni e felicità che il popolo (e chi se no) deve continuare a cercare, nonostante tante disillusioni. Mi auguro che non sia vana questa ricerca. Ricordava Giovanni Amendola, ucciso dai fascisti nel 1926: “I vecchi politici quando si trovavano di fronte a situazioni apparentemente insuperabili formulavano così la loro terapia: “io e il tempo”.

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