giovedì 18 giugno 2020

Le consolazioni della cultura (XVI) (1^ parte: La panchina rossa, di Antonina Gazzera)



Ho ricevuto due lettere che sono ben lieto di diffondere perché sono manifestazioni di anime sensibili e sincere. Quella serena ed appagata della serenità della natura della prof. Antonina Gazzera, ben conosciuta dagli amici di Casa Delfino e dagli iscritti della Università III° età per tante sue conferenze storico/filosofiche, oggi in attività di volontariato nelle Isole Vergini. E l’altra vibrante di passione civile della nostra concittadina dott.ssa Gemma Macagno. Sono entrambe stimoli e consolazioni della cultura. Grazie   ANTONIO SARTORIS 


LA PANCHINA ROSSA

La prima volta che l'ho vista è quando qualcuno stava dicendo che non aveva senso fare una panchina così bassa, che era assurda e che non piaceva a nessuno. E' stata fissata al terreno all'inizio della scalinata di oltre 130 gradini che porta giù all'oceano ed all'ampia spiaggia. Quando ho provato a sedermi e ad allungarmi, l'ho immediatamente trovata "a mia misura", piacevole e rilassante, anche se fatta di tavole di legno separate, apparentemente scomode. Essendo sul limitare della scogliera offre davvero una straordinaria vista sulla vastità della massa acquea, e sull'isola di Brava. Qui l'oceano si frange rumorosamente sul bagnasciuga alzandosi in alte creste, a volte minacciose, con una larga onda schiumosa bianca, in contrasto con la sabbia nera ed all'intenso blu delle acque. Ma dalla panchina rossa, in alto, al sicuro, l'oceano non solo non fa paura, ma sembra voler dialogare con te e modulare le sue risposte a seconda del senso da dare alle parole, ora dolci, ora più intense, ora secche, ora imperative! Ma il ristoro offerto dalla panchina rossa è maggiormente apprezzabile quando, di ritorno dalla spiaggia, ed essendo salita a ritmo sostenuto per i numerosi gradini, sono col fiatone: è la sua "altezza" bassa che mi permette di distendere le gambe, allargare le braccia, appoggiare la nuca allo schienale, respirare a pieni polmoni l'aria salubre del mare e così, rilassarmi immediatamente. Ecco, ora non posso non rivolgere un pensiero riconoscente all'anonimo artigiano, autore di questa opera modesta e geniale! 
C'è anche un altro frangente in cui godo sommamente di quello che può offrirmi la panchina rossa, ed è quando, subito dopo che il sole tramonta dietro l'isola di Brava, il cielo incomincia ad imbrunire, il colore delle acque si smorza, e l'ultima barca di pescatori rientra nel porto non lontano. C'è un piccolo lasso di tempo in cui il cielo prova a trattenere ancora i raggi luminosi del sole, fino a quando, nel buio che vince sul chiarore, ecco apparire Venere: la prima stella della sera, la più luminosa, e con lei dal mare arrivano ondate di aria fresca, ristoratrice e benefica. E' un momento intenso di "stato di grazia", in cui lo spirito si ritrova a ringraziare della bellezza dell'universo, si sente in sintonia con questo "Tutto", ed è in pace!

ANTONINA GAZZERA    

Isola di Fogo, maggio 2020









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